Primi piani sulla prova scritta del concorso dirigenti

Dalla preselettiva alla prova scritta

Bisogna, con questa prova, scendere dagli oltre 8700 candidati, selezionati nella preselettiva, a 2425: il numero programmato di nuovi dirigenti scolastici che verranno assunti.

Quali saranno i criteri della dura selezione non è dato sapere. Strano, ma è così. Però si possono intuire. Anche perché sui criteri di valutazione di un testo scritto non ci si arrovella da oggi. E poi c’è il precedente di Bolzano, dove si è svolta la prova scritta, sempre all’interno del concorso per ‘reclutare’ nuovi dirigenti, meno di 3 mesi fa (il 1 giugno 2018). Anche se a Bolzano la durata era di 4,5 ore, mentre quella del 18 ottobre è di 2 ore e mezzo. Non è differenza da poco, considerato che il numero dei quesiti e la doppia tipologia sono gli stessi.

Comunque, sul punto, ci si può orientare con una relativa facilità.

Sui quesiti: il bazar delle proposte

Più problematico è il discorso sulla formulazione dei quesiti. Se ne vedono in giro di ogni tipo.Quelli di un solo rigo, per esempio: “L’attività negoziale nelle istituzioni scolastiche autonome”, che più che un quesito sembra il titolo di un librone di Etas Kompass; e quelli di 10, che solo a leggerli passano 5 minuti (salvo rileggerli, perché si è perso il filo, e scoprire che il quesito si concentra nell’ultimo rigo e che non ha, per fortuna,  niente di “terroristico”).

Di quesiti di “puro stampo terroristico” se ne leggono comunque tanti: con articolazioni audaci di sotto-temi che sono a loro volta espansioni di minuziose mappe concettuali, costruite sulle diverse parole-chiave delle nove ‘materie’ del bando. Ho letto un quesito sull’alternanza scuola-lavoro che chiede di individuare procedure organizzative, strumenti, indicatori per la certificazione e livelli, punteggi dei crediti nei tre anni secondo i livelli... Dite un po’ voi! Neanche il MIUR, che ne ha di titoli, avrebbe saputo fare di meglio[1].

Ma tant’è.

L’approccio ai quesiti

Ma, a guardar bene, i quesiti che circolano sono riconducibili in gran parte – in ogni caso prevalente – ad una struttura che, per quanto articolabile a mo’ di fisarmonica, ha sostanziali elementi comuni.

La si ritrova chiaramente nei quesiti di Bolzano, e ad essa sono riconducibili sostanzialmente anche quelli del 2016 nel concorso per l’immissione in ruolo dei docenti.

Può essere pertanto comportamento sensato privilegiarla nelle esercitazioni di questa fase della preparazione.

In questa tipologia di quesiti ci si trova generalmente di fronte ad un tema o a un sotto-tema (ambienti integrati di apprendimento, inclusione attraverso le diverse tipologie previste, figure di collaborazione e leadership di scuola, procedimento disciplinare: procedure e responsabilità del DS …) del quale si chiede di approfondire i termini, attraverso un numero contenuti di verbi della ‘principale’ (si indichi…; il candidato analizzi e descriva …; si precisino …. e si individuino ….; si delinei ….; spieghi il candidato…. Dica inoltre …; eccetera) che introducono una ‘interrogativa’ di fatto.

Il nocciolo del quesito è generalmente in uno o più interrogativi, che generalmente si espandono – diciamo così – in espressioni incidentali e/o subordinate, che contengono la traccia vera e propria per lo svolgimento.

Due esempi di quesiti

Esemplifico il ragionamento con un quesito dalla prova di Bolzano:

“Alla luce dei processi di valutazione esterna della scuola, quali azioni devono essere attivate dal dirigente scolastico per promuovere e realizzare un percorso di autovalutazione e miglioramento della propria istituzione scolastica, sul piano della organizzazione, della gestione del personale e della azione didattico-educativa?”.

È  abbastanza facile individuare – all’interno del quesito – gli elementi che lo costituiscono:

  • il tema principale (la valutazione di Istituto), che nello svolgimento può essere eventualmente richiamato in premessa, a grandi linee;
  • il quesito vero e proprio (cosa cioè viene esplicitamente richiesto: nel nostro caso, indicare “le azioni che devono essere attivate dal DS….”), qui chiaramente formulato in modo che se ne possano cogliere le direttrici (le tracce) per lo svolgimento,
  • le direttrici, qui evidenti sia nella frase incidentale, che indica in quale direzione le azioni vanno attivate (“alla luce dei processi di valutazione esterna della scuola”), sia nella frase finale (“per promuovere e realizzare un percorso di autovalutazione e miglioramento… sul piano della organizzazione, della gestione …”).

Sempre a livello esemplificativo, approfitto della pazienza del lettore per proporre un secondo quesito dal Manuale per la prova scritta di Mariella Spinosi (Tecnodid):

“Spieghi il candidato le principali novità introdotte degli Istituti Professionali, tenendo presenti le innovazioni introdotte dal Decreto legislativo n. 61/2017. Dica inoltre quali sono le responsabilità delle scuole, evidenziando il ruolo del DS”.

Anche in questo caso, l’argomento centrale è ben chiaro: Le novità nei Professionali introdotte dal Decreto 61/2017; richiamare le ragioni che le hanno rese necessarie può risultare eventualmente un incipit opportuno.

I quesiti, nel senso di domande-richieste, qui sono due (La Palisse): il primo sulle principali novità da spiegare; il secondo sulle “responsabilità delle scuole” e sul “ruolo del DS da evidenziare”, formulati in modo da offrire tracce sufficientemente chiare per lo svolgimento.

Ma la lettura esperta non basta

L’eroe chi ha seguito le linee del ragionamento fin qui svolto avverte però nettamente che con la sola “lettura esperta” del quesito non viene scongiurato del tutto il rischio di continuare a brancolare, non meno del Poeta, nella selva oscura.

È evidente infatti che darsi una strategia di lettura (un approccio ragionato al quesito) è condizione necessaria, ma comunque non sufficiente per uscire dalla selva aspra e forte: la padronanza delle nove tematiche è fondamentale. Ma, anche qui, non si può pensare di governare il mare magnum  delle cose scolastiche studiando tutto. Anche perché è impossibile.  Costruirsi mappe concettuali delle materie del bando o sceglierne, facendole  proprie a ragion veduta, tra le proposte che girano, è certamente cosa  buona e utile.

L’importante è saper articolare, approfondire e padroneggiare le diverse materie nei loro termini essenziali. Voglio dire che una preparazione che si perde in particolari o tematiche molto  specifici e non significativi, o in inutile erudizione, disorienta, non aiuta.

Qualcuno obietterà: “Va’ a capire quando un particolare è troppo specifico o non significativo”. Bella obiezione, dalla quale non è sempre facile uscire. Comunque una scelta va fatta, ovviamente col buon senso (che le buone esperienze alimentano), se non si vuole annegare o perdersi (a seconda della metafora che si privilegia).

Punto fermo tuttavia è che il lavoro di approfondimento delle tematiche non può essere messo in secondo piano. Una strategia di lettura e di svolgimento del quesito, senza la res che solo una buona preparazione può offrire, è un po’ improbabile che permetta di arrivare – e bene – al traguardo. 

Gestire il tempo

Altra questione su cui qualche considerazione aggiuntiva va fatta è quella dei diversi momenti in cui articolare (suddividere) il tempo previsto per lo svolgimento della prova. Due suggerimenti quasi ovvi (ma che verosimilmente non possono valere per tutti; non siamo fatti, per fortuna, con lo stampino) può valere la pena richiamare al riguardo:

  1. tendere a costruire preliminarmente – e velocemente – una scaletta[2] (le domande o i punti essenziali suggeriti dalla traccia e ad essa strettamente attinenti), che sia frutto di lettura esperta: si ottiene solo con esercitazioni – e attenzioni – non domenicali (cioè una volta ogni tanto).  Serve – la scaletta – a raccogliere i pensieri pertinenti e le parole chiave, e a metterli in fila (cioè secondo un ordine logico-sequenziale: questa è una attenzione da primo piano);
  2. riservare tempo – ovviamente contenuto – alla lettura finale (per sistemare la punteggiatura – importante! –, correggere gli inevitabili strafalcioni, che sono di casa in una scrittura necessariamente velox, fare eventualmente qualche breve integrazione per rendere più leggibile il testo, …). (Nel corso della preparazione è invece importante anche autovalutarsi rispetto al testo prodotto, sulla base, ovvio, di opportuni criteri: quelli che circolano vanno quasi tutti bene. Anche farsi valutare da persone di cui ci si fida aiuta molto).

La preparazione alla prova come percorso a tappe

Un ultimo suggerimento, anche se può apparire fuori tempo massimo: pensare la preparazione come un percorso a tappe.  Quelle che lo svolgimento dei quesiti richiede sono competenze (di lettura, di scrittura, di selezione delle informazioni e loro organizzazione) che generalmente un insegnante possiede, ma non sempre nei termini previsti dalla prova scritta del concorso (selezione e organizzazione veloce di pensieri, padronanza anche emotiva dei tempi ridotti di scrittura e di lettura finale, estensione mediamente giusta della risposta – 3000 caratteri spazi inclusi in 20 minuti –, eccetera).

Occorre perciò avere consapevolezze interiorizzate di queste specificità, memorizzarle, ed essere avvertiti che il loro raggiungimento richiede una serie di tappe che vanno previste e programmate. Le particolari competenze richieste dalla prova non si danno per tutti e in egual misura all’inizio del percorso di preparazione. Le prime esercitazioni non possono svolgersi per tutti in 20’, neanche in 40’ e probabilmente neanche in 60’ (soprattutto se le si considera anche un’occasione per colmare lacune e approfondire conoscenze richieste dalla traccia che si sta svolgendo).  Vanno quindi sperimentate dandosi criteri di auto-osservazione e tecniche di automiglioramento, e definendo obiettivi per la tappa successiva, fino alla scadenza della prova, quando cioè il traguardo dovrebbe essere stato raggiunto (o quasi raggiunto: il perfezionismo – memento! – può essere anche una malattia).

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[1] Si vedano i Quadri di Riferimento per la prova preselettiva, dove le norme essenziali di riferimento e la bibliografia per le varie aree tematiche erano tali, per numero e minuziosità, da generare incubi angoscianti, non solo notturni.

[2] Ovviamente modificabile durante il lavoro di stesura, ma sempre attenta ad essenzializzare il discorso e a portarlo sul terreno della stretta attinenza.