Bando da 35 milioni di euro per la scuola digitale

Oltre la classe verso ambienti di apprendimento innovativi

Il Ministro Bussetti ha firmato un decreto che prevede 35 milioni di euro per la scuola digitale.

La prima attuazione del decreto è la definizione di un avviso da 22 milioni di euro per gli ambienti didattici innovativi, incentrato sul cambiamento degli spazi per il miglioramento della didattica. Il Ministro ha dichiarato che “avere ambienti didattici adeguati alle esigenze di studenti e docenti di oggi è una sfida fondamentale. Dobbiamo ripartire dal Piano Nazionale per la Scuola Digitale e migliorarlo. Mettendo la nostra scuola nelle condizioni di accogliere il cambiamento e governarlo, sfruttando e valorizzando il contributo delle nuove tecnologie. Un obiettivo che possiamo raggiungere al meglio solo ascoltando le proposte e le idee che arriveranno dalle singole comunità scolastiche, la base e l’anima del nostro sistema d’istruzione. Partiamo da questo pacchetto di risorse e da uno stanziamento importante, oltre 22 milioni, per gli ambienti didattici innovativi che sono fondamentali per incidere sulla didattica. Mettiamo in campo anche risorse per la formazione dei ragazzi e per diffondere le migliori pratiche didattiche”.

Le risorse disponibili

All’avviso, di cui si dirà a seguire, si aggiungono nel “pacchetto” stanziamenti per:

  • 7,5 milioni di euro per potenziare la formazione dei docenti e le competenze degli studenti sulle metodologie didattiche in rapporto al Piano Nazionale Scuola Digitale;
  • 1,5 milioni di euro per il Premio Nazionale Scuola Digitale;
  • 1,7 milioni di euro per la promozione dell’innovazione didattica e digitale sul territorio.

I tavoli di lavoro con gli esperti

Con comunicato stampa del 3 dicembre 2018, il Ministro ha inoltre annunciato di aver costituito 11 tavoli di lavoro, coordinati da esperti, volti a migliorare il funzionamento del sistema di istruzione italiano sui seguenti temi: percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento; inclusione scolastica; attività sportive scolastiche; valutazione del sistema scolastico; primo ciclo e zero/sei; cultura umanistica; Istituti tecnici e professionali; soft skills ed educazione civica; quadriennali e scuole innovative; équipe territoriali; bullismo e prevenzione.

Avviso per ambienti di apprendimento innovativi

Con avviso prot. 30562 del 27.11.2018 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale,  ha  promosso la realizzazione di “Ambienti di apprendimento innovativi” attrezzati con risorse tecnologiche, che integrino l’uso degli strumenti nella didattica.

La sfida per la scuola infatti non si conclude nell’acquisto di strumentazioni tecnologiche all’avanguardia, ma nella declinazione e nell’utilizzo didattico intenzionale e pianificato, nella quotidianità del far scuola, di ciò che la tecnologia propone.

L’intero Piano Nazionale Scuola Digitale (di cui è possibile prendere visione completa sul sito dedicato) è infatti incentrato sul connubio scuola-tecnologia e ambienti di apprendimento.

La scuola come “laboratorio”

L’azione #7 “Piano Laboratori” del PNSD è dedicata all’implementazione e realizzazione di ambienti di apprendimento con l’allestimento e la trasformazione degli spazi interni alla scuola, debitamente accompagnati da azioni di formazione per i docenti, in riferimento a:

  • spazi fisici: “coprono una superficie disponibile e dedicata di almeno 50 mq, possiedono una buona acustica, illuminazione naturale e artificiale corrette e confortevoli, colori e forme che stimolino l’apprendimento, sono rispondenti alle norme in materia di sicurezza, hanno una ottima connessione a internet. Gli ambienti possono articolarsi, ad esempio, in spazi di investigazione per ricercare dati e informazioni, osservare e sperimentare, spazi di creazione per progettare, disegnare e produrre propri lavori, spazi di presentazione, di condivisione e di interazione”;
  • attrezzature digitali che “possono ricomprendere, a titolo esemplificativo, una o più delle seguenti tipologie: dispositivi hardware e software per la realtà virtuale e aumentata (visori, fotocamere 3d e relativi accessori, altri strumenti e contenuti per la didattica immersiva), dispositivi hardware e software per la didattica collaborativa e il cloud (monitor interattivi e accessori, software di condivisione e controllo, anche con l’utilizzo del BYOD, etc.), piccoli dispositivi e accessori per il making (stampanti 3d, penne e scanner 3d, kit e materiali per l’elettronica educativa, etc.), dispositivi per la robotica educativa e coding (robot educativi adatti al grado di scuola, kit completi e relativi accessori, controller e software di programmazione robotica, droni), dispositivi e materiali per le attività creative e STEAM (kit per tinkering, software per attività di didattica di gaming e gamification, vernici conduttive, attrezzature per fotografia e videomaking, etc.)”;
  • ambienti “e arredi sono flessibili e adattabili alle diverse esigenze e metodologie didattiche innovative, con banchi/tavoli componibili e configurabili in varie forme e sedie mobili, anche attrezzate con piani di lavoro, con altezze adatte alle diverse età degli studenti e posture funzionali, armadietti contenitori per le risorse didattiche e digitali, arene e tribunette per la presentazione e lo scambio delle idee, sedute morbide”.

Cos’è un “ambiente di apprendimento”?

Come noto, per definire un ambiente di apprendimento si considerano molteplici elementi, e le numerose rilevazioni internazionali, fra cui OCSE PISATIMSSPIRLSRaccomandazioni della Commissione Europea, richiamano un’attenzione costante non solo sulle competenze di base, ma anche sulle cosiddette soft skills che possono e devono innestarsi in un “ecosistema olistico” che consideri:

  • i docenti,
  • gli studenti,
  • il contenuto,
  • le risorse, intese sia come “spazi di apprendimento” che come “risorse digitali”.

Le combinazioni fra questi elementi costituiscono un “ambiente di apprendimento”, che realizza pratiche innovative con al centro gli studenti e che è da intendersi in modo blended, sia con aspetti reali di flessibilità sia con ambienti virtuali e aumentati.

Utili approfondimenti in tema di innovazione degli ambienti di apprendimento con una centratura operativa sono reperibili nel volume INDIRE “Spazi educativi e architetture scolastiche”, scaricabile freeware, con particolare riferimento al capitolo 2, e nella rivista “Studi e documenti” USRER, con riferimento al contributo monografico relativo al  Servizio Marconi TSI e ai concetti di classe digitale.

Per partecipare

Per presentare una proposta le istituzioni statali interessate devono inoltrare apposita candidatura dal 3 dicembre e fino alle ore 15 del 17 dicembre 2018, attraverso apposita istanza on line tramite l’applicativo “Protocolli in rete” disponibile su SIDI – Area Servizi Accessori.

L’art. 5 dell’avviso dettaglia le modalità di partecipazione e le procedure operative da seguire.

La valutazione delle istanze è realizzata da apposita Commissione  sulla base dei criteri indicati nell’articolo 6 dell’avviso. Alle scuole beneficiarie verrà corrisposto acconto del 50% e a saldo il restante 50%.

Come per l’intera ratio del PNSD, e come ormai le scuole hanno ben compreso, non è sufficiente dotarsi di strumenti e kit tecnologici, per quanto avveniristici, poiché il rischio è, fra l’altro, che lo strumento superi il docente e lo renda inane di fronte alle potenzialità di una tecnologia sempre più spinta. Quello che occorre realmente, e che le istituzioni scolastiche stesse chiedono con forza in ambito formativo, è la possibilità di coniugare acquisti di tecnologie all’avanguardia con la quotidianità didattica da innovare. L’avviso per l’innovazione degli ambienti di apprendimento costituisce un’occasione di sinergia fra téchne e conoscenza, mediata dalla competenza docente  e situata in contesti di vita degli studenti.