Concorso a DS: l’ultima prova

Sono più del 40% i candidati che affronteranno la prova orale

Siamo sulla dirittura di arrivo. È l’ultimo step prima del traguardo per i 3.795 aspiranti dirigenti che hanno superato la prova scritta (40% arrotondato in eccesso). Erano 9.376 i candidati che l’avevano sostenuta, ivi compresi quelli delle prove suppletive. Secondo la timeline comunicata dal Miur ai sindacati, le prove orali si svolgeranno a partire dal mese di maggio e non andranno ad interferire con le operazioni di fine anno.

Tutto ok quindi: l’obiettivo del 1° settembre 2019 come data utile per l’assunzione in ruolo sembra raggiunto; il numero degli ammessi è superiore alle aspettative e ciò rende più rigorosa l’ulteriore fase di selezione; i meccanismi di garanzia sembrano ben controllati (assegnazione random dei candidati alle commissioni, accesso alla visualizzazione della propria prova anche ai non ammessi…).

E quelli che non ce l’hanno fatta?

C’è molta soddisfazione tra i candidati che ce l’hanno fatta, ma molta delusione e amarezza tra quelli che non hanno visto il proprio nome nell’elenco degli ammessi. Alcuni di essi non avranno forse neanche la possibilità di riprovarci, se la frequenza dei bandi resterà quella attuale. È anche questo uno dei motivi che inducono all’uso facile dei ricorsi. Se il concorso a dirigente scolastico non costituisce una regolare procedura di reclutamento, ma un evento eccezionale, per un candidato escluso, che ha speso per anni risorse e speranze, resta solo come ultima chance quella di utilizzare le vie legali, non scorgendo all’orizzonte una seconda opportunità. Quando i ricorsi hanno una base di fondatezza, è bene che se ne faccia uso. Oggi, però, la strada del ricorso viene praticata molto spesso a prescindere. Ciò accade perché è una strada che in qualche caso ha prodotto esiti positivi, perché alla fine una sospensiva non si nega a nessuno e, purtroppo, a volte neanche una sanatoria.

Le differenze regionali… saranno casuali?

Stanno uscendo, ma solo sui social, alcuni dati sulle percentuali di ammissione a livello regionale, seguiti da considerazioni di varia natura. Sembrerebbe che le percentuali delle regioni del Nord siano più alte di quelle del Sud: un andamento che ricalca quello delle prove Invalsi. Alcuni commenti rispecchiano ragionamenti basati su luoghi comuni. Per esempio: la struttura formativa e culturale del Sud è più debole. Bisogna però capire se i candidati hanno fatto la prova al Nord perché ci abitano, perché ci lavorano o semplicemente perché al Nord ci sono più posti vacanti. Ciò non esclude che potrebbero aver inciso anche i diversi approcci che caratterizzano le due culture (Nord e Sud), la prima più pratico-operativa, più centrata sull’obiettivo e sul compito, la seconda più di tipo storico-narrativo, più protesa verso una visione d’insieme. La tipologia delle prove (la logica dei quesiti e dei tempi brevi) richiedeva sintesi veloci ed efficaci, più rispondenti, forse, al primo modello.

Ci sono però delle eccezioni. Nella regione Sardegna sembra che la percentuale di ammissioni sia stata di gran lunga superiore alla media nazionale. I commentatori che attribuiscono questo dato al tempo maggiore che i candidati sardi hanno avuto per la preparazione, e anche alla maggiore conoscenza del meccanismo concorsuale, devono però spiegare perché lo stesso risultato lo hanno avuto anche regioni come il Molise e l’Umbria.

I dubbi sulle domande: ad ognuno la sua?

Il bando è molto chiaro: il colloquio deve accertare la preparazione dei candidati sulle nove macro-aree e sulla capacità di risolvere un caso; la commissione e le sottocommissioni esaminatrici devono determinare i quesiti da porre ai singoli candidati per ciascuna delle materie d’esame. Il legislatore, nella stesura del documento, forse non ha approfondito con oculatezza la ricaduta di tali indicazioni. Se non si vuole incorrere nel rischio di disparità di trattamento, le domande non dovrebbero essere ripetute, perché altrimenti verrebbero svantaggiati coloro che sosterranno per primi la prova orale. Contestualmente non si può però immaginare che ogni candidato sorteggi una domanda e un caso inedito. Ciò comporterebbe l’individuazione preventiva di ben 34.155 domande e di 3.795 casi. Considerando le 38 commissioni, ognuna formata tra 3 componenti (114 commissari in tutto), ogni singolo commissario dovrebbe predisporre circa 300 domande e 33 casi!

n. casi da predisporren. areen. domande da predisporre per areatotale domande per tutte le areen. commissionitotale componenti delle commissionin. domande per ogni componenten. casi per ogni componente
3.79593.795(3.795 x 9) = 34.15538(38×3) = 114300 circa33 circa

Che fare? Con tutta probabilità si dovrà realisticamente immaginare una banca-quesiti a carattere nazionale più modesta, da cui estrarre di volta in volta domande che verranno comunque riutilizzate per più candidati. Emergono inoltre alcuni dubbi sulle tecnicalità scelte. Per esempio: sarà la commissione madre che assegnerà ad ognuna delle sottocommissioni, e per ogni seduta, un tot di domande da cui poi i candidati estrarranno a sorte la propria? Saranno invece le sottocommissioni che le estrarranno giornalmente dalla banca-quesiti? Oppure saranno i singoli candidati a farlo? Se sarà la commissione madre a gestire questa operazione, si potrà immaginare forse un maggior controllo dei processi, e quindi una minore casualità.

Domande integrate o domande differenziate per aree?

Non è stato ancora chiarito, inoltre, se il candidato estrarrà una domanda per ogni area e una per lo studio di caso, oppure se estrarrà una sola domanda nella quale siano comunque previsti quesiti specifici che attengono a tutte le materie d’esame.

Nel primo caso si rischierebbe una forma di accertamento assai frammentato, che oltre tutto avrebbe bisogno di molto tempo a disposizione: già dedicare solo quattro minuti ad ogni risposta comporta più di mezz’ora solo per questa parte di accertamento. Tale strada sembra quindi poco percorribile.

Il rischio del secondo caso è nell’artificiosità di una domanda che comprenda tutte e nove le aree, o anche quello della parzialità dell’accertamento, se la domanda comprende un solo argomento.

Ci potrebbe essere una terza strada: partire da una domanda tematica estratta dal candidato e assegnare ad ogni sottocommissione la responsabilità di interloquire con l’aspirante dirigente ponendo quesiti in maniera autonoma, che attengono però a tutte le 9 materie.

Meglio ancora sarebbe se i diversi quesiti prendessero le mosse direttamente dal caso che il candidato deve affrontare, per dimostrare la sua capacità di risolvere i problemi.

Ma quanto tempo sarà dedicato all’accertamento orale?

Un mese è sufficiente per accertare la preparazione di tutti i candidati ammessi. Anche se si utilizzano solo 20 giorni lavorativi, ogni commissione potrebbe esaminare 5 candidati al giorno.

n. candidatin. commissionin. candidati per commissionen. giorni dedicatin. candidati al giornoOre giornaliereOrario antimeridiano?Orario pomeridiano?

3.795

38

circa 100

20

5

?

8-13
(5 ore)

15-19
(4 ore)

Bisogna tuttavia capire se il tempo destinato è quello antimeridiano o pomeridiano: nel primo caso si avrebbe la possibilità di un accertamento disteso anche intorno a 60 minuti ciascuno, nel secondo caso l’accertamento diventerebbe necessariamente più veloce. Ci piace immaginare che, a livello nazionale, si diano disposizioni affinché le sottocommissioni utilizzino tutte le medesime unità temporali.

Intanto non resta che affinare la preparazione

Il programma d’esame potrà apparire ancora immenso e nebuloso; in realtà, essendo lo stesso delle due prove precedenti, il percorso di affinamento dovrebbe essere per tutti piuttosto agevole.

In linea di massima i candidati hanno studiato su manuali, hanno seguito piattaforme, frequentato corsi in presenza e webinar, si sono confrontati con i colleghi, hanno dibattuto sui social, si sono messi costantemente alla prova su più versanti, hanno riflettuto sui propri saperi proiettandoli sicuramente verso la nuova professione.

Cosa serve ancora per poter dimostrare di avere tutte le prerogative per diventare un dirigente “sufficientemente” adeguato?

L’aspirante dirigente deve innanzitutto controllare i propri punti di debolezza e cercare di sanarli, ma soprattutto dovrà farsi una mappa chiara ed articolata dei principali argomenti attinenti alle 9 macro-aree, in modo tale da poterli tenere facilmente sotto controllo: ordinando e riordinando le informazioni, revisionandole se necessario, integrandole tra di loro.

I 45 saggi del Manuale per la prova orale, che Tecnodid editrice ha recentemente pubblicato, potranno diventare un fil rouge utile a collegare meglio le conoscenze già possedete e ad approfondirle. Inoltre le 361 domande, riassunte nell’indice finale (cioè l’insieme dei titoli contenuti nei vari paragrafi dei 45 saggi), possono rappresentare una guida per mettere alla prova la capacità di rispondere con immediatezza e pertinenza alle richieste della commissione.