Le linee guida per gli istituti professionali in “pole position”

Rinnovare l’istruzione professionale

Sono state recentemente pubblicate le “Linee guida per favorire e sostenere l’adozione del nuovo assetto didattico e organizzativo dei percorsi di istruzione professionale.”

La pubblicazione del documento era prevista, dal Decreto 92/2018, per dotare le scuole di uno strumento, nel contempo agile ed operativo, rivolto ai docenti, al personale ATA, ai dirigenti scolastici ed ai rappresentanti degli organi collegiali degli istituti Professionali coinvolti nell’attivazione dei nuovi percorsi di cui al D.Lvo 61/2017

Un altro scopo della pubblicazione consiste nell’intenzione di rendere disponibili orientamenti interpretativi utili ad implementare i nuovi percorsi dell’istruzione professionale (IP), con la possibilità di aggiornare tali orientamenti da parte delle scuole disponibili a pubblicare strumenti, esperienze e materiali da loro stesse realizzati.

L’articolazione del documento

Le Linee guida sono strutturate in due parti: la prima fornisce un quadro di riferimento interpretativo e metodologico; dopo l’analisi del quadro normativo, che sottolinea l’interdipendenza di tutte le norme che derivano dal D.Lvo 61/2017, comprese quelle che hanno normato la certificazione delle competenze e quelle condivise in conferenza Stato Regioni sulle varie declinazioni dell’Istruzione professionale, il documento si sofferma sulle misure di accompagnamento che, ancora una volta, puntano decisamente verso tre ambiti di intervento:

  • personalizzazione degli apprendimenti;
  • pianificazione della didattica;
  • progettazione dell’Offerta Formativa.

L’identità dei nuovi professionali

Questa nuova visione dell’Istruzione professionale è rappresentata efficacemente nell’idea del nuovo paradigma identitario, che connota i nuovi Istituti professionali, in una dimensione data da due processi apparentemente contraddittori.

  • Accogliere un’utenza variegata ed esigente che richiede attenzione e personalizzazione;
  • Fronteggiare il mutamento dello scenario di riferimento che diventa sempre più globalizzato e tecnologico (industria 4.0) e tale da richiedere un impegno non comune per l’IP, chiamata ad esprimersi in termini di curricolo.

La prima parte: il quadro di riferimento interpretativo e metodologico.

Nella prima parte le Linee guida analizzano:

  • lo scenario e il contesto di riferimento in ragione della nuova identità dell’IP con il mutato paradigma che valorizza gli apprendimenti non formali ed informali a vantaggio della costruzione di un PECUP adatto, nei profili di uscita, alla natura ed alla finalità dei percorsi;
  • il modello di sussidiarietà che considera raccordi e passaggi tra i profili di IP (istruzione professionale) e di IeFP (istruzione e formazione professionale).

Una notevole attenzione è prestata al nuovo assetto organizzativo e didattico dei percorsi. In particolare si sottolineano i cambiamenti indispensabili in ordine ai periodi didattici, alle collaborazioni esterne ed all’organizzazione interna.

Per quanto attiene all’assetto didattico appare accentuata l’attenzione verso la progettazione, la valutazione e la personalizzazione. Queste tre parole chiave racchiudono plausibilmente la vera novità dell’IP, che deve rivedere completamente i propri approcci ai processi sottesi, per produrre un vero cambiamento e non solo un’operazione di facciata.

La seconda parte: l’operatività, per rendere effettivo il cambiamento

 La seconda parte delle Linee guida riporta la declinazione dei traguardi intermedi di apprendimento nel quinquennio, distinti per area generale e area di indirizzo.

Questi traguardi sono indispensabili:

  • per i passaggi e i raccordi con la Formazione professionale;
  • per la declinazione dei percorsi di IP, in riferimento all’autonomia che ogni scuola mantiene ed accentua per caratterizzarli in ragione dei bisogni del territorio oppure di particolari esigenze.

 In una piattaforma web dedicata saranno raccolti esempi, modelli, pratiche didattiche e organizzative utili come strumenti di lavoro per le scuole, faticosamente impegnate in questa riforma, tutt’altro che semplice e scontata.

La descrizione dei risultati di apprendimento

La declinazione dei risultati intermedi è strutturata in tre corposi allegati:

Allegato A

Risultati di apprendimento intermedi del profilo di uscita dei percorsi di istruzione professionale per le attività e gli insegnamenti di area generale.

Allegato B

Risultati di apprendimento intermedi del profilo di uscita dei percorsi di istruzione professionale per le attività e gli insegnamenti di area generale riferiti ai livelli QNQ[1] e agli assi culturali.

Allegato C

Schede riepilogative dei risultati di apprendimento intermedi relativi ai vari indirizzi di studi.

Un metodo di lavoro partecipato

Il MIUR sottolinea che “Per la definizione delle Linee Guida è stata utilizzata una metodologia fondata su un approccio cooperativo“, supportata da un Gruppo di lavoro costituito presso la Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione.

Tale gruppo si è avvalso dell’importante e fattivo contributo delle reti di scuole, che fanno capo alle scuole polo nazionali assegnatarie delle risorse di cui al DM 851/2017.

Si sottolinea la particolare attenzione riservata, soprattutto nella parte metodologica, alle problematiche concernenti il biennio unitario.

Una rilevanza strategica, come già accennato, viene assegnata alla possibilità di utilizzare la piattaforma web dedicata che offre alle Linee Guida una dimensione dinamica, aperta alle esperienze, alle buone pratiche ed ai contributi di tutti gli attori di questo rilevante processo di cambiamento.

L’argomento richiede notevoli approfondimenti che non mancheranno, data l’importanza dei temi e dei problemi da considerare.

[1] DECRETO MLPS – MIUR 08.01.2018 Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13. (G.U. 25.01.2018, n. 20)