Sicurezza a scuola. Diritto all’istruzione vs diritto alla salute?

Firenze, Riccione, Milano, Roma.

Le quattro città, a loro modo rappresentative del nostro paese Italia, sono in questi giorni collegate tra loro da un tema comune: la sicurezza nelle scuole italiane.

Un tema più che mai urgente ed emergenziale, anche considerati gli ultimi avvenimenti che hanno visto, da una parte, la condanna per lesioni colpose gravi (confermata lo scorso maggio dalla Corte di Cassazione) comminata alla Dirigente Scolastica Franca Principe del polo liceale campano di Sapri (SA), a seguito dell’incidente avvenuto ad uno studente otto anni fa, durante gli esami di maturità.

Dall’altra, l’incidente avvenuto lo scorso venerdì 18 ottobre a Milano ad un bambino di classe prima della Scuola primaria «Giovanni Battista Pirelli». Il piccolo, dopo una caduta di 13 metri lungo la tromba delle scale, ora si trova in coma al Niguarda, in condizioni molto gravi.

Stringendomi al piccolo ed ai suoi familiari ed augurandogli una veloce e piena guarigione, il mio pensiero non può che andare al complesso tema della sicurezza nelle scuole italiane.

Firenze, Didacta 2019.

Nel discorso di apertura del Didacta Italia, la tre giorni sull’innovazione della scuola, tenutasi a Firenze dal 9 all’11 ottobre, il Ministro Lorenzo Fioramonti ha citato Nelson Mandela: “Le scuole devono essere dove la gente vive. La scuola è il centro di una visione della società”. Rimarcando poi che “…è importante che la scuola torni centro del dibattito politico. Dobbiamo preoccuparci se le scuole non funzionano, dobbiamo essere costernati se le scuole crollano. […] Non dimentichiamoci mai che oggi in Italia, migliaia e migliaia di edifici scolastici non hanno le condizioni di base per operare. Dobbiamo lavorare per le scuole sicure ma che, al tempo stesso, siano accoglienti e sostenibili. Ben venga l’idea di una progettualità diversa che, nella messa in sicurezza, costruisca la scuola di domani nella scuola di ieri e che possa essere una scuola efficiente dal punto di vista energetico. Dobbiamo risolvere la tensione tra pragmatismo, emergenza e slancio sognatore, ricongiungendo questi aspetti.”

Sono idee senz’altro condivisibili ma ci si chiede se si tratti o meno di utopie irrealizzabili per il futuro della scuola italiana.

Le scuole del futuro ideate dal MIUR.

Nel padiglione dell’Indire, allestito al Didacta, si è potuto entrare nella scuola del domani, la scuola del futuro, senza pareti e neppure banchi. Una scuola in cui “al posto delle sedie spunteranno divani e cuscini su cui sedersi per ascoltare musica o guardare un documentario. Ci sarà l’angolo riservato allo studio individuale, con la libreria e i computer per costruire città virtuali. E poi lo spazio dedicato all’esplorazione, una sorta di ripostiglio delle meraviglie dove trovare dadi, scacchi, robottini e stampanti 3D. […] si attraverseranno cinque ambienti: dopo l’agorà c’è lo “spazio di gruppo”, ovvero il luogo dove avviene il confronto e la suddivisione dei ruoli. Poi lo “spazio di esplorazione” con tutti quegli oggetti utili a costruire. Infine, lo “spazio individuale” per una riflessione solitaria tra libri e computer e lo “spazio informale”, stanza del relax con cuscini e divani.[1]

Seppur presi e affascinati dallo slancio sognatore, richiamato dal Ministro Fioramonti, ben consapevoli che “lo spazio insegna tantissimo ed è per questo che occorre ripensare ambienti e modalità dell’apprendimento[2]”, come afferma il Presidente di Indire, Giovanni Biondi, in attesa della scuola desiderata, dei soldi necessari per realizzarla… di fronte a lucernai non a norma, a ringhiere troppo basse, a pezzi di solai che cadono, a porte o finestre che si staccano dagli infissi… ci si chiede: che fare?

Ma soprattutto, chi dovrebbe mettere in sicurezza le scuole? Chi ne dovrebbe essere responsabile se non sono a norma?

Riccione, Convegno nazionale Lexforschool. La scuola del futuro oggi.

Con la due giorni seminariale organizzata dal Gruppo Spaggiari a Riccione il 17 e 18 di ottobre, ritorna il confronto tra la scuola attuale e la scuola del futuro.

Dando rilievo agli aspetti normativi e a quelli giurisprudenziali, lo staff di Lexforschool coordinato dalla Dott.ssa Laura Paolucci, ha fatto il punto sullo stato dell’arte e sulle connesse responsabilità. Sui temi della sicurezza a scuola è stato particolarmente significativo il workshop in cui, commentando la sentenza della Corte di Cassazione n. 37766 del 12/09/2019 (citata in premessa), si è parlato dei doveri penalmenti rilevanti del Dirigente Scolastico e del Responsabile dei Servizi di Prevenzione e Protezione.

Il perno su cui ruotano i temi sulla sicurezza a scuola è il dibattuto e controverso D.lgs 81/2008[3] che ha riorganizzato la preesistente legislazione in tema di igiene e sicurezza, disponendo una serie di obblighi a carico dei diversi soggetti, tenendo conto di tre diversi filoni: quello organizzativo, quello procedurale e quello documentale.

Ciò sulla base di un assunto fondamentale: le scuole sono sicure solo quando le strutture e gli impianti sono a norma, non quando le procedure formali sono state espletate.

Ma allora…? I presidi che cosa devono fare?

Purtroppo, la triste conclusione è che i presidi sono esposti ai rischi per l’incolumità derivanti da edifici insicuri, senza che la norma dia loro il potere e gli strumenti di cambiare realmente lo stato di cose. Ragion per cui, a prescindere, sono di fatto responsabili di problemi sui quali non possono intervenire in maniera risolutiva poiché spetta agli Enti proprietari dell’edificio, Comuni o Province.

L’unica soluzione, estrema, che resta è quella di chiudere le scuole?

Diritto all’istruzione vso diritto alla salute?

Sembrerebbe proprio di sì ma, in caso di chiusura delle scuole, in che misura il preside sarebbe chiamato a rispondere di interruzione del servizio pubblico?

La situazione si aggroviglia sempre di più. Dal 2008 ad oggi il dlgs 81/2808 ha prodotto un sostanziale miglioramento della sicurezza sui luoghi di lavoro? Per quanto riguarda la scuola, sembra proprio di no. Al riguardo, al fine di diffondere la cultura della sicurezza nelle scuole e sensibilizzare ad un impegno sostanziale tutti i soggetti interessati alla modifica del D.lgs 81/2008, è nata l’Associazione Modifica 81, sicurezza scuola.

Roma, manifestazione del 30 ottobre 2019.

Il tempo passa, la situazione sta peggiorando e non si può più aspettare. Proprio per questi motivi e auspicando di avere l’attenzione da parte del Ministro Lorenzo Fioramonti, i Dirigenti Scolastici Italiani si ritroveranno il prossimo 30 ottobre a Roma.

Si tratta di un’iniziativa che parte dalla base, a cui sono state invitate tutte le tutte le sigle sindacali, per manifestare contro “l’impossibilità di garantire la sicurezza nelle scuole ai sensi del D.Lgs 81/2008, in un contesto di istituti non a norma, con insufficienti risorse per la formazione, con scarsi fondi per la retribuzione di figure professionali e insussistenza di risorse per gli interventi urgenti e indifferibili sulle infrastrutture. La situazione incide negativamente anche negli obblighi professionali in tema di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, nonché di organizzazione delle attività didattiche in quanto il tema sicurezza si impone con la sua importanza ma anche con la sua drammaticità.[4]”

[1] Valeria Strambi, “Le scuole del futuro ideate dal ministero Niente voti e banchi spazio a pc e divani”, Repubblica, 20 settembre 2019 https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/09/20/le-scuole-del-futuro-ideate-dal-ministero-niente-voti-divani34.html?ref=search

[2] Ibidem

[3] Al riguardo si rinvia anche al saggio di Bruno Sozzi, pubblicato nel presente numero di Scuola7:“IL BENESSERE LAVORATIVO NELLA SCUOLA. Valutare il rischio stress lavoro-correlato”

[4] Estratto dal Comunicato Stampa dei Dirigenti Scolastici Italiani per la manifestazione del 30 ottobre 2019