La Legge sull’Educazione Civica. Tra chiari e scuri

Una proposta di lavoro.

La cornice antropologico-storico-culturale

La Legge 20 agosto 2019, n.92 sull’Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’Educazione Civica (GU n.195 del 21-8-2019) [1] fa il suo esordio in una cornice antropologico-storico-culturale che merita alcune brevi riflessioni.

L’Individuo: un account. L’Altro: un follower. L’incontro: una chat. Il pensiero: posthashtaglikeemoticon. La relazione: gli acronimi LOL (laughing = ridendo, out loud = sonoramente), IMHO (in = secondo, my = la mia, honest = onesta, humble = umile, opinion = opinione), OT (OFF = fuori, Topic = argomento).

Mutuando le parole del filosofo e sociologo Zygmunt Bauman, viviamo in una «società liquida» dove la modernità è la convinzione «che il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza è l’unica certezza» [2].

La sete dell’Educazione Civica nel deserto dei diritti e dei doveri

Ogni epoca indossa l’abito del cambiamento, così come ogni generazione che l’accompagna va alla ricerca di una bussola e di una mappa che la orienti verso nuovi ordini ed equilibri.

Da qui l’esigenza dell’educazione e della formazione.

«Questa è l’esperienza che fanno gli adolescenti e i giovani dei nostri giorni, che si trovano a vivere in un mondo di possibilità, in un’articolazione di regole, ruoli, prescrizioni di cui faticano a comprendere il senso per loro, e che spesso avvertono semplicemente come ordinamenti e precetti estranei e privi di significato, da cui tenersi alla larga o, e questo è forse peggio, come necessità con cui interagire strategicamente al fine di poterle raggirare e sfruttare ai fini del proprio utile. […] Una situazione […] ben nota a Platone, tanto da portarlo a scrivere che se un giovane non comprende più il senso dei valori che gli vengono trasmessi, se «non considera più quei principi alla stregua di valori che gli appartengono, e d’altra parte non riesce a trovarne di veri, è forse immaginabile che egli possa orientarsi verso un altro tipo di vita che non sia quello dell’adulatore?». Un ordine privo di senso non orienta, perché non indica le direzioni dell’agire e non motiva la volontà. Quando ciò accade, la formazione del cittadino è fallita» [3].

In altre parole viviamo in un ossimoro: si ha sete di legalità in un deserto di diritti e doveri puntualmente disattesi.

L’Archetipo «Persona»

Per poter volare alto occorrono solide radici.

L’Albero della Legalità dovrebbe ritrovare le sue radici nell’Archetipo «Persona», che ha una propria declinazione: il diritto-dovere allo sguardo, il diritto-dovere all’ascolto attivo, il diritto-dovere alla parola, il diritto-dovere all’incontro, il diritto-dovere al «sentire interiore», il diritto-dovere alla gentilezza, il diritto-dovere alla bellezza, il diritto-dovere alla meraviglia.

Quanto più queste radici sono robuste e rispettate, tanto più l’Albero dei Diritti e dei Doveri del cittadino produce fiori e frutti che lascia andare le foglie secche del non rispetto.

L’esempio prima di tutto

L’intricato dedalo dei valori ha scardinato la piattaforma giuridica costruita dai Padri che hanno donato la propria vita per godere dei nostri diritti e libertà.

In famiglia, per strada, sul lavoro, in un museo, a teatro, al cinema, a tavola, al bar, sull’autobus: ognuno di noi, in ogni contesto sociale, ha l’onere di vivere la propria presenza quotidiana nel rispetto delle regole di convivenza civile.

L’Educazione, il Rispetto e lo sguardo nella Presenza equivalgono al compiere scelte consapevoli.

La scelta allontana dalla massa e dall’essere gregari e, spesso, rende impopolari.

Le Swipe up sulla Instagram Stories della Legge

#Pubblicazione

La Legge 20 agosto 2019, n. 92, strutturata in 13 articoli, è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n.195 del 21-8-2019.

L’art.2, comma 1, dispone che, «a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, […] è istituito l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica». La legge, di fatto, è entrata in vigore il 5 settembre 2019, ossia nei 15 giorni successivi rispetto alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ciò ha comportato uno sforamento di qualche giorno rispetto alla data prevista nella legge stessa.

Di conseguenza, l’anno scolastico di entrata in vigore della legge sarà il 2020-2021.

Ciò è stato confermato e chiarito anche dalla successiva Circolare MIUR 12.09.2019, n. 1830 che conclude: «Al fine di preparare in modo adeguato ed efficace l’introduzione dell’Educazione Civica nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado a partire da settembre 2020, questo Ministero costituirà a breve un Comitato tecnico scientifico per la redazione delle Linee guida previste dall’articolo 3 della legge 92/2019, svolgendo un’attività di consultazione degli stakeholders, e avvierà le opportune attività di accompagnamento per le scuole».[4]

Aldo Moro affermò che «Il rinvio è il momento significativo di ogni disegno riformatore». Che sia di buon auspicio per tutte le istituzioni scolastiche.

Punti di forza:la consultazione degli stakeholders.

Punto di debolezza: la nomenclatura «Educazione Civica».

#Destinatari

L’art.2, comma 1 individua come destinatari della normativa gli alunni del primo e del secondo ciclo di istruzione.

Inoltre sottolinea che «Iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sono avviate sin dalla scuola dell’infanzia».

Punto di forza:la sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile.

Punto di debolezza: i giovani universitari con mirati percorsi di cittadinanza attiva.

#Docenti

La legge non prevede un organico dedicato.

L’art. 2, comma 4, infatti, precisa che:

  • nelle scuole del primo ciclo l’insegnamento è affidato a docenti in contitolarità
  • nelle scuole del secondo ciclo le scuole utilizzano l’organico dell’autonomia e, più nello specifico, ove disponibili, i docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche.

Punto di forza: il lavoro di concerto del team (Consiglio di Classe).

Punto di debolezza: il non prevedere un organico dedicato.

#Insegnamento

L’insegnamento dell’Educazione Civica deve possedere i seguenti requisiti:

  • è trasversale
  • il numero di ore annue non inferiore a 33da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti (corrispondente a 1 ora a settimana)
  • è oggetto delle valutazioni periodiche e finali
  • per ciascuna classe è individuato un docente coordinatoreche ha il compito di formulare la proposta di votoespresso in decimi

Punto di forza: un insegnamento trasversale oggetto divalutazioni periodiche e finali.

Punto di debolezza: la mancanza di una disciplina con una specifica epistemologia.

#Contenuti

L’art. 3 individua le tematiche:

  1. Costituzione [5], istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;
  2. Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015 [6];
  3. educazione allacittadinanza digitale;
  4. elementi fondamentali di diritto;
  5. educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
  6. educazione allalegalità e al contrasto delle mafie;
  7. educazione alrispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
  8. formazione di base in materia di protezione civile;
  9. educazione stradale;
  10. educazione alla salute e al benessere;
  11. educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.

Punto di forza: l’individuazione dei contenuti.

Punti di debolezza: l’eccessivo numero di tematiche, l’assenza dell’educazione economico-finanziaria.

#FormazioneDocenti

La legge non prevede nessun finanziamento aggiuntivo.

Infatti l’art.6 ricorda che le risorse saranno quelle previste per la formazione e l’aggiornamento dei docenti, risorse, peraltro, ricavate dai fondi già esistenti per laformazione sulla base di quanto disposto dalla legge 107/2015.

Punto di forza: l’individuazione delle tematiche per una formazione di ambito mirata.

Punto di debolezza: il non prevedere nessun finanziamento aggiuntivo per la formazione.

#Scuola&Famiglia

L’art. 7 estende anche alla Scuola Primaria il «Patto Educativo di Corresponsabilità» fra scuola e famiglia «al fine di valorizzare l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile».

Punto di forza: la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie.

Punto di debolezza: il riferimento alla Scuola dell’Infanzia.

#Scuola&Territorio

L’art. 8, comma 1 recita che «l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica è integrato con esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costituzione di reti anche di durata pluriennale con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del Terzo settore.».

Punto di forza: la scuola rafforza la collaborazione con il territorio.

Punto di debolezza: il riferimento alla cornice giuridica europea.

#AlboBuonePratiche&ValorizzazioneMiglioriEsperienze

Per promuovere la diffusione delle migliori esperienze in materia di Educazione Civica, l’art. 9 istituisce l’Albo delle buone pratiche di Educazione Civica in cui «sono raccolte le buone pratiche adottate dalle istituzioni scolastiche nonché accordi e protocolli sottoscritti dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’attuazione delle tematiche relative all’educazione civica e all’educazione alla cittadinanza digitale», mentre l’art. 10 stabilisce che il MIUR annualmente indice un concorso nazionale per ogni ordine e grado di istruzione per la valorizzazione delle migliori esperienze in materia di Educazione Civica.

Punto di forza: il dare visibilità alle buone pratiche delle istituzioni scolastiche.

Punto di debolezza:la mancanza di una formazione mirata per la documentazione.

Dall’Educazione Civica all’Educazione alla Cittadinanza

La Legge n. 92/2019, già nata nel torpore estivo e con i punti di debolezza che ora l’accompagnano, potrebbe presto spegnersi proprio come la Piccola Fiammiferaia dello scrittore danese Andersen e i preziosi punti di forza rischiano di essere solo deboli fiammiferi nell’attuale gelo dei diritti e dei doveri.

La denominazione «Educazione Civica» della legge importa un restyling che fu già di Aldo Moro nel lontano 1958. La legge ora si inserisce in una preziosa cornice giuridica che ha un respiro internazionale: ne sono alcuni esempi la Dichiarazione Universale ONU sui Diritti dell’Uomo del 10 dicembre 1948 [7], la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 Novembre 1989 [8], la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 Maggio 2018 sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente [9], l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015 già citata dalla normativa in esame.

La denominazione di «Educazione alla Cittadinanza» accoglierebbe il più ampio respiro internazionale.

Qui di seguito tale nomenclatura sostituirà quella dell’«Educazione Civica» scelta dalla legge al fine di illustrare una concreta proposta di lavoro.

Una concreta proposta di lavoro

La Legge 20 agosto 2019, n.92 può rivelarsi per le Istituzioni Scolastiche una preziosa occasione di riflessione, confronto e crescita.

Una progettazione di lavoro concreta potrebbe articolarsi in due step, qui sotto meglio esplicitati.

Step – Anno Scolastico 2020/2021: la Formazione di Ambito e il Curricolo di Cittadinanza.

Ogni scuola potrebbe dotarsi, al proprio interno, di un Comitato Tecnico Scientifico sull’Educazione alla Cittadinanza, di durata biennale e con compiti di coordinamento con la formazione di Ambito, dei lavori per Dipartimento Disciplinare, di valorizzazione delle buone prassi su una piattaforma dedicata delle singole Istituzioni Scolastiche e di Reti di Scuole.

La start up potrebbe essere la Formazione di Ambito con Unità Formative teorico-pratiche per un know how mirato e la progettazione di un Piano Disciplinare Trasversale.

Successivamente si potrebbe proseguire con un confronto tra docenti all’interno di Dipartimenti Disciplinari per produrre un Curricolo di Educazione alla Cittadinanza obbligatorio e coerente con il Curricolo d’Istituto.

Infine si potrebbero stipulare Protocolli d’Intesa con Enti e Reti di Scuole per condividere spazi e strumenti e creare portali dedicati.

Step – Anno Scolastico 2021/2022: Piano Disciplinare Trasversale Educazione Cittadinanza

Il progettare un Piano Disciplinare Trasversale sull’Educazione alla Cittadinanza è importante per fare della trasversalità dell’Educazione Civica, prevista dalla legge, un abito permanente di ogni singolo sapere disciplinare.

Si potrebbero ipotizzare, per ogni anno scolastico, almeno quattro Assemblee di Cittadinanza, in cui gli allievi hanno la possibilità di sperimentare il loro essere cittadini, progettando e/o facendo ricerca sulla tematica oggetto di studio attraverso metodologie innovative quali il cooperative learning e il debate.

Infine, in Rete di Scuole, si potrebbero condividere le esperienze nella «Giornata dell’Educazione alla Cittadinanza», giornata dedicata alla valorizzazione delle buone prassi e pubblicate sul portale delle istituzioni scolastiche aderenti.

[1] Legge 20 agosto 2019, n.92 sull’Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica (GU n.195 del 21-8-2019)

[2] Zygmunt Bauman, Modernità liquida, Editore Laterza, 2011.

[3] Vincenzo Costa, Formazione del Sé ed educazione alla cittadinanza in Platone (prima parte), Brescia, Editrice La Scuola, 2016.

[4] Circolare MIUR 12.09.2019, n. 1830

[5] Costituzione della Repubblica Italiana, 1°Gennaio 1948.

[6] Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015

[7] Dichiarazione Universale ONU sui Diritti dell’Uomo, 10 dicembre 1948.

[8] Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza 20 Novembre 1989.

[9] Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 Maggio 2018 sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente.