La DAD (didattica a distanza): tutti a casa, tutti a scuola

Un brulichio di iniziative generose

Un nuovo acronimo si è aggiunto alla lunga lista dei termini “scolastichesi”: DAD.

L’omografia con il termine inglese fa suonare questa sigla molto famigliare, quasi affettuosa. Che siamo di fronte ad una paternità, ad una possibile nuova generazione di una nuova fase è molto probabile. Questo momento di emergenza è sicuramente padre di una consapevolezza: gli ambienti digitali, le piattaforme di condivisione, il cloud e le app sono una grande risorsa. Se ne discute e ci si lavora da decenni, ma mai come in queste settimane se ne percepisce la necessità. Molti docenti, prima prudenti e seduti sulla cattedra, si sono definitivamente buttati a dieci dita sulle tastiere; si moltiplicano le videoconferenze e in poche settimane molte scuole hanno messo in piedi esperienze di didattica a distanza certamente eterogenee e varie ma, al netto dell’emergenza, quanto mai opportune e utili.

Si può fare meglio in termini di efficienza ed efficacia? Certamente si. Si può fare meglio in termini metodologici e didattici? Certamente si. Mi piacerebbe però che queste domande (frequenti nei social e in alcuni media in questi giorni) venissero estese anche alla “DIP”[1] (didattica in presenza). Le risposte affermative sarebbero identiche. Questo per ribadire che le problematiche – strutturali – della scuola non sono tanto negli strumenti, negli ambienti e nei canali comunicativi quanto nell’organizzazione, nella formazione, nella scarsa flessibilità didattica.

Sulla scia del Piano Nazionale Scuola Digitale

Ben vengano quindi gli slanci digitali di questi giorni, che ci raccontano in modo inequivocabile alcune certezze:

le scuole che erano già in linea con il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) non hanno avuto particolari difficoltà a reagire all’emergenza. Questo serva da monito ai dirigenti e ai collegi docenti che, in questi anni, hanno avuto un approccio leggiadro e spensierato[2] rispetto al PNSD, alle indicazioni nazionali relativamente alle competenze digitali ed ai cospicui fondi destinati alle progettualità degli istituti.

Pur nella reazione all’emergenza in poche settimane non si recuperano anni di lavoro, sia in termini di organizzazione (le piattaforme e gli account, gli accessi e i materiali) che di formazione sulle competenze digitali. In questa fase la professionalità degli animatori digitali, dei team e dei docenti sono state e sono decisive. I tutorial, gli accompagnamenti a distanza, la creazione di classi virtuali e di supporti digitali si sono moltiplicati e, bellissima tendenza, messi in rete sui social e nelle reti non solo territoriali ma nazionali. È una bella rincorsa. Con l’affanno e la speranza che caratterizza ogni rincorsa.

L’impegno delle istituzioni pubbliche e dei soggetti privati

A sostegno di questo scatto si sono mossi il MI (Ministero dell’Istruzione), le equipe formative nazionali, il Servizio Marconi TSI (presso USR Emilia-Romagna), Indire e le “Avanguardie Educative”, tanti dirigenti e docenti illuminati che hanno saputo trasformare l’emergenza in una opportunità lavorando in una logica di sistema; ancora, molte agenzie private e pubbliche già abituate ad interagire con il mondo della scuola. C’è vivacità e un grande spirito di servizio ma ora serve coordinamento e una maggiore sistematizzazione perché, se prima la DAD è stata una reazione alla contingenza, ora sta diventando una soluzione alternativa e stabile alla chiusura fisica delle scuole. Il ministero ha appena inviato un questionario di monitoraggio della situazione per individuare le criticità più eclatanti. La principale rimane il digital divide.

DAD: diritto al digitale, diritto all’istruzione

Il digital divide non è colpa della DAD, come qualcuno vorrebbe fare credere. La DAD evidenzia semplicemente gli analfabetismi di oggi che sono certamente nei contesti familiari, ma anche fra i docenti e fra gli alunni. Solleva due grandi questioni nazionali e culturali: il diritto di accesso alla rete e al digitale e il diritto ad una istruzione adeguata al nostro secolo.

L’attività didattica a distanza delle nostre scuole sta già facendo i conti inevitabilmente con queste due criticità e potrà trovare soluzioni solamente se sarà capace di flessibilità e di inclusione.

Da un lato occorre coinvolgere e dare ritmo ai processi didattici senza esitazioni, anche raccogliendo gli opportuni elementi valutativi che misurino gli apprendimenti, dall’altro trovare le soluzioni per raggiungere e coinvolgere le povertà educative e gli analfabetismi digitali, che non sempre coincidono con quelli più convenzionali.

Come indicato dal ministero[3] la DAD non può consistere in una mera assegnazione di compiti, ma deve prevedere interazione e accompagnamento fra docente e discente. Una buona parte degli Istituti sta già fornendo una offerta importante, alternando videolezioni sincrone a interazioni asincrone su piattaforme di classe. Altre scuole stanno semplicemente inserendo sui registri elettronici compiti e materiali, chiedendo in modo spontaneo una restituzione attraverso canali non sempre istituzionali.

Quando il processo didattico è condizionato dalla non conoscenza degli strumenti a disposizione o dalla povertà degli stessi, occorre prima di tutto maggior consapevolezza sulla direzione verso cui indirizzare investimenti e strategie, quindi maggiore determinazione a [4]colmare il gap con le scuole che hanno già avviato una DAD più coinvolgente e interattiva.

Il contributo del Servizio Marconi (USR Emilia-Romagna)

In questi casi più che in altri sono fondamentali i dirigenti, i docenti ma anche le linee di indirizzo che le strutture centrali possono dare, nonché le occasioni formative e informative. Come in Emilia-Romagna, dove il Servizio Marconi TSI è in prima linea ad offrire consulenza, condivisione di buone prassi e tanta formazione, in un’azione coordinata e integrata con l’equipe formativa regionale e i due Future Lab della regione.

Pur privilegiando il contatto umano e la formazione in presenza e sul campo, nel tempo di una settimana ha convertito tutta la proposta formativa nella modalità a distanza, proponendo appuntamenti a piccolo gruppo o webinar aperti a centinaia di docenti e dirigenti[5] interessati a saperne di più per migliorare l’offerta didattica ed adeguarsi alle nuove necessità[6].

Il lavorare a contatto diretto con la scuola e gli alunni, il poter sperimentare sul campo con lo sguardo ad un orizzonte di sistema, rimane il valore aggiunto dello staff emiliano romagnolo che non riesce a documentare mai abbastanza il grande lavoro che esprime. In questo frangente ha pubblicato sul proprio sito una sezione tematica dedicata al tema della didattica a distanza[7] dove si tracciano possibili soluzioni ed idee, sia in termini di strumenti che di attività. È ad oggi una delle linee di indirizzo più sensate e praticabili.

Un digitale che oggi “regge” le relazioni umane e la cultura

Si parlava prima di una possibile paternità. La speranza è che questa emergenza possa generare una nuova cultura, più pragmatica e di buon senso. E’ questo il momento in cui la rete e il digitale stanno tenendo in vita le relazioni, i processi, i contenuti; il momento in cui la circolazione della cultura letteraria, scientifica, cinematografica, musicale, tecnica è pesantemente appoggiata alle nuove fibre connettive delle nostre città; il momento in cui, incredibile dictu, lo smartphone ha preso decisamente il sopravvento sul libro di testo come strumento privilegiato di condivisione di contenuti. Ecco, l’auspicio è uscire da questa congiuntura più uomini del XXI secolo e meno uomini del XX, non per paura ma per reazione alla paura, consapevoli della nostra modernità.

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[1] L’autore si assume la responsabilità dell’ennesimo acronimo scolastico che può rimanere ad uso e consumo del presente contributo.

[2] L’autore si assume la responsabilità anche di questi eufemismi.

[3] Nota prot. 279 dell’ 8 marzo 2020

[4] Si veda anche la nota MIUR n. 368 del 13 marzo 2020.

[5] Alcuni esempi: IIS Mario Rigoni Stern di Asiago VI, IC Sarzana – SP, ITE Tosi di Busto Arsizio, IC di Lozzo Atestino – PD, Liceo Attilio Bertolucci – PR

[6] Qui l’offerta formativa e le proposte del Servizio Marconi TSI dell’USR Emilia-Romagna http://serviziomarconi.istruzioneer.gov.it/

[7] http://serviziomarconi.istruzioneer.gov.it/temi/didattica-online/