Modernizzare l’istruzione: il Piano Colao

La struttura del Piano

Il Piano di rilancio 2020-22 Visione e strategie per il post-Covid”,elaborato dalla Task force di esperti guidata da Vittorio Colao, è stato consegnato lunedì 8 giugno alla Presidenza del Consiglio (http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/comitato_rapporto.pdf). Un documento di 121 pagine con 120 schede di lavoro, incardinato su tre assi, declinati in sei Macro-Ambiti (M/A), a loro volta articolati in XXIV sotto-obiettivi e in 102 iniziative dalla cifra operativa. Ogni Iniziativa sviluppa un “contesto” e delle “azioni specifiche” misurate su due parametri: finanziamenti (funding) pubblici e/o privati e tempi della loro realizzabilità[1].

Un piano di modernizzazione a tutto campo e di rimozione delle arretratezze del Paese ”che può servire “ad aprire almeno un grande dibattito sulle cose che si possono e si devono fare per far ripartire il Paese, per ridisegnare il futuro all’insegna della coesione sociale…”, ha detto V. Colao.

Fig. 1: Rappresentazione grafica del Piano

Alla categoria Istruzione, Ricerca e Competenze è dedicato il quinto Macro-Ambito (M/A) e comprende n. 13 Iniziative (dalla n. 75 alla n. 87), anche se in altri ambiti è possibile intercettare tematiche riconducibili al settore formativo, ad es. il digital divide (nel II° M/A), il middle-management (nel IV° M/A), l’edilizia sociale(nel II° M/A), la sostenibilità della Pubblica Ammiinstrazione (nel IV° M/A), il contrasto alla povertà minorile (nel VI° M/A), la formazione continua (nel IV° M/A), la Child Guarantee (nel VI° M/A), la Dote educativa (nel VI° M/A).

Uno sguardo d’insieme

Ad una prima lettura si ricava l’idea di approcciare un complesso mosaico, dal taglio economico-sociale, coerente con l’assunto centrale di costruire “un’Italia più forte, resiliente ed equa” e corre-dato da un ricco “catalogo” di interventi (frammentazione?) ritenuti utili per il c.d. rilancio. tre assi selezionati sono certamente ambiziosi e proiettati sul futuro, ma forse potevano includere altri temi emergenti, anche a causa di questa crisi sanitaria, come le nuove povertà, la dualizzazione del mercato del lavoro[2], l’analfabetismo funzionale[3], il lavoro dignitoso (decent work)[4]. Globalmente poi la categoria “Contesto” non sempre individua i punti di debolezza a cui si vuol dare risposta, limitandosi il più delle volte a descrivere le condizioni attuali del settore esaminato.

Alcuni osservatori[5] inoltre rilevano che diverse proposte sono disorganiche, dispersive e si presentano come un collage di idee, quasi esito di una raccolta casuale di desiderata, senza un riconoscibile filo conduttore. Le traiettorie sul futuro rappresentano una “costante” pervasiva dei vari ambiti, ne è prova il fatto che la categoria “digitale” è presente oltre 110 volte nel testo, a fronte, per es. delle occorrenze (8 volte) del termine “disoccupazione”. Infine il sociale, nella sua connotazione di moderno welfare non assistenziale, ma fondato su equità, inclusione, empowerment culturale, cittadinanza attiva, seppur declinato nell’ultimo Ambito (è trasversale in altri), non sembra essere una priorità tra le opzioni individuate. Del resto il Piano vuole caratterizzarsi come volano per la ripresa economica e non tanto come un saggio sociologico sulle arretratezze dell’Italia.

Le “ricette” per il settore “istruzione”

In questo ambito, analizzando le iniziative elencate, non emergono alcune tematiche che il mondo della scuola potrebbe aspettarsi (dalla valutazione al fallimento formativo, dalla formazione iniziale e continua al profilo professionale del docente, dalla struttura del percorso scolastico 3-16 anni al core curriculum verticale, dall’inclusione all’equità, dall’edilizia scolastica alle dotazioni multi-mediali…), ma ne vengono proposte altre nell’ottica di connettere meglio istruzione e sistema economico-produttivo. Che questa sia la direzione più idonea per modernizzare l’istruzione non sembra convincere diversi commentatori6, anche per le l’ideologie neoliberiste e aziendaliste sottese[7]. Tra le iniziative, la maggior parte appartengono al mondo universitario e della ricerca (n. 75, 76, 77, 80, 84, 85, 86, 87) e non saranno oggetto del presente contributo, mentre per le altre verrà sviluppata una disamina, con l’intento di tratteggiare analisi di contesto e azioni di miglioramento, ma anche di richiamare gli interventi già in atto prima del Piano Colao, con relative criticità.

Coordinate e punti di attenzione

78.Spinta alla formazione su nuove competenzeAnalisi di contesto: si concentra:
– sul deficit digitale dell’Italia rispetto all’UE riguardo alle competenze digitali di base della popolazione e del sistema formativo, con le ben note impietose statistiche;
– sul gap rispetto all’UE in materia di literacy scientifica, di lettura critica avanzata, di financial literacy;
-sul mismatch esistente tra offerta di lavoro in ambito STEM (TIC e discipline scientifiche) e relativa domanda nei prossimi 5 anni.
Azioni di miglioramento: rispetto a tali ritardi il Piano propone un pro- gramma didattico sperimentale per tutte le Scuole sec. di II° grado, su piattaforma digitale e in quattro fasi:
– 1.disegno di percorsi didattici sperimentali riguardanti capacità digitali, STEM, problem solving;
– 2. sperimentazione dei percorsi formativi nelle classi con i docenti già formati;
– 3. Diffusione del progetto sperimentale;
– 4.monitoraggio e miglioramento continuo dell’offerta didattica. Interrogativi: perché escludere il I° ciclo e l’Infanzia? perché limitarsi a proporre solo una <timida> sperimentazione e non prefigurare una stra-tegia di lungo periodo, considerando che in tale settore siamo scarsa-mente “competitivi” in Europa? perché non suggerire logiche premiali per quelle scuole che innovano?
Interventi già in atto: il MIUR dal 2007 ha promosso interventi per la scuola digitale (LIM, PNSD, il progetto «I curricoli digitali», l’animatore digitale…). Ma, come emerso con la DAD, permangono divari territoriali significativi e deficit strutturali nelle dotazioni scolastiche e familiari, nella alfabetizzazione, nella connessione e nelle inadeguate competenze di un’ampia platea di docenti. Anche per lo sviluppo delle discipline STEM il MIUR dal 2015 ha attivato progetti per implementarne l’insegnamento nella Scuola e dal 2004 il Piano Lauree Scientifiche, PLS, per incentivare la frequenza di corsi universitari tecnico-scientifici, soprattutto da parte delle donne. (vds.Rapporto OCSE 2017).
79. Partnership per upskilling (aggiornamento delle compe- tenze professionali)Analisi di contesto:
rileva che gli investimenti in istruzione e diritto allo studio(percentuale di PIL), sia in ambito scolastico che universitario, collocano l’Italia in posizioni di coda rispetto all’UE.
Azioni di miglioramento:
– lancio di una campagna di volontariato, per iniziative di upskilling, cofinanziate da pubblico e privato, sia cash che in kind (in denaro o in natura) del tipo adotta una classe, impara dai migliori, gara dei talenti (vds. i particolari nel Documento);
– convenzione con la RAI per potenziare prassi didattiche innovative.
Interrogativi: può la solidarietà degli italiani compensare,anche parzial-mente, la ridotta disponibilità di fondi pubblici? una tale “raccomandazio-ne”, senza incentivi fiscali, non rischia di avere una scarsa praticabilità?
Iniziative già in atto: lo School bonus (erogazioni liberali alle scuole) del governo Renzi ha avuto modesti esiti (tra il 2016 e il 2019 solo 6,7 mln ca.), le sponsorizzazioni latitano e l’8 per mille per l’edilizia scolastica ha portato in dote pochi mln di euro.
81. Orientamento giovaniAnalisi di contesto:
conferma l’inefficacia delle pratiche correnti di orientamento, legate a una visione inattuale del lavoro (profiling, matching, pianificazione di carriere professionali lineari).
Azioni di miglioramento:
attivare un programma nazionale di orientamento sostenibile, che concili le aspettative dei giovani sul futuro con le trasformazioni del sistema socio-economico, attraverso una sperimentazione innovativa di:
– orientamento alle scelte (Career Education), precoce e multidisciplinare; – consulenza di carriera e di vita personale (Career and Life Counselling) nella Scuola sec. di II° grado e nelle Università;
– attivazione di Life Design Lab (università) per lo sviluppo di soft e smart skills (resilienza, adattabilità), l’acquisizione di una prospettiva ‘Lifelong’, la revisione delle transizioni professionali;
– interventi di awareness/activation/ participation[8] per docenti, famiglie, studenti, aziende e policy makers, per la co-costruzione di buone visioni del futuro.

Interventi già in atto:
le proposte avanzate sposano il paradigma dell’orientamento sostenuto in questi anni dalla SIO (Società Italiana per l’orientamento), che, superando le visioni di tipo psicoattitudinale, teorizza e pratica l’acquisizione di competenze psicologiche positive come la resilienza,
la speranza, l’ottimismo, con un forte investimento sul progetto di vita.
82. Inclusione studenti con disabilitàAnalisi di contesto:
si rimarca il fatto che la chiusura delle scuole e la DAD hanno creato notevoli disagi per questi studenti, impedendo loro la fruizione piena del servizio scolastico.
Azioni di miglioramento:
-definire standard minimi per l’accessibilità delle piattaforme e dei relativi prodotti;
– prevedere dotazioni strumentali gratuite per le famiglie più vulnerabili; -correlare prove di esame e PEI;
-definire un programma di formazione per docenti e genitori sull’uso delle TIC;
-garantire servizi idonei per la riapertura delle scuole, comprensivi di un accompagnamento educativo a domicilio;
-rafforzare il Gruppo Nazionale di lavoro (leggasi Osservatorio per l’integrazione delle persone con disabilità).
Annotazioni:
il testo”… è come se non ci fosse: scritto senza un pensiero dietro, non è centrato ed è poco comprensibile” “…E’ una scheda misera, che sembra guardare indietro più che avanti” commenta D. Ianes (Redat-tore Sociale, 09.06.2020). Effettivamente è da riscrivere. Più efficaci le azioni strategiche contenute nell’ Iniziativa n. 92, seppur ri- volte a persone disabili adulte, e riguardanti i Progetti terapeutici-riabili-tativi individualizzati.
83. Istruzione terziaria pro-fessionalizzanteAnalisi di contesto:
i percorsi di studio professionalizzanti o cicli brevi tarati sul mondo del lavoro sono marginali nel sistema formativo italiano. L’ offerta formativa degli ITS a 10 anni dall’avvio è ancora una realtà di nicchia. Le lauree professionalizzanti (dal 2016) sono rimaste “al palo”.

Azioni di miglioramento:
Creare un canale di istruzione terziaria di dimensioni consistenti, incentivando le università per i corsi di laurea professionalizzanti e promuovendo una campagna sui positivi esiti occupazionali degli ITS (l’83% degli studenti trova lavoro entro un anno, INDIRE).

Annotazione:
viene ignorata l’esperienza regionale della Formazione Professionale.
Interventi già in atto:
– sostegno ai percorsi ITS e IFTS tramite i POR (Pro-grammi Operativi Regionali) del FSE;
– investimenti nel settore dell’Industria 4.0, per l’uso avanzato di tecnologie digitali utilizzabili nei corsi ITS;
– ulteriori risorse assegnate ai percorsi ITS nel 2020 da parte del MI.

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[1] Al Piano Colao si richiama il Masterplan del Governo “Progettiamo il rilancio”articolato in 9 capitoli(+55 voci), di cui il settimo è dedicato a formazione e ricerca, www.governo.it/it/progettiamoilrilancio.

[2] Il riferimento è al gap sempre più netto tra gli “insider” (lavoratori con contratto a Tempo Indeterminato, full-time, in settori produttivi “forti”) che accedono facilmente allo smart-working e gli “outsider” (impiegati in forme di lavoro cosiddette “atipiche”, con tutele ridotte o addirittura assenti). Vds.Fondazione G.G. Feltrinelli, Covid 19 e dualizzazione del mercato del lavoro, www.fondazionefeltrinelli.it/

[3] Analfabeta funzionale è colui che recependo, in modo acritico, tutto quello che legge-ascolta, non riesce a “comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società…”(Rapporto OCSE-PIAAC, 2014). Secondo lo stesso Organismo (2019), in Italia il 28% della popolazione è analfabeta funzionale. Un esempio? La “normalizzazione” dei comportamenti operata dalle classi dirigenti e dai media durante la pandemia, senza incontrare alcuna resistenza.

[4] È uno degli obiettivi (il n.8) dell’Agenda ONU 2030, posto all’attenzione dei Governi a fronte della crescita del lavoro occasionale, precario e spesso contrattualmente non tutelato (+ 22% nel 2015, fonte ILO).

[5] Cfr: NL Welforum del 10.06.2020, il Manifesto del 13..06.2020, R Maggio su Sardanews.it del 17.06.2020.

[6] Vds. ad es. D. Ianes, su Redattore Sociale del 09.06.2020.

[7] Il costrutto “modernizzare l’istruzione” conferma l’“idea” di una scuola al servizio del mercato (vds. N.Bottani, 2002).

[8] Azioni formative per incrementare la consapevolezza, l’agentività/intervento,la partecipazione, rispetto ai futuri, complessi scenari della nostra società.