Giro di boa: dall’emergenza alla navigazione d’altura

… un bambino ti guarda ed aspetta che gli dai la bella cosa…
Tende quella manina sapendo che tu sei la persona grande e puoi dargli qualcosa, perfino un cielo azzurro per il suo futuro…

Il futuro che bussa da tempo alla porta d’Italia

È dagli anni ottanta che l’orologio è quasi fermo. È stata la meravigliosa stagione della Commissione Fassino e del Parlamento che delibera, con la legge 148/1990, il profilo di una scuola primaria che sarà invidiata da mezza Europa (tedeschi compresi); poi sono venuti gli Orientamenti per la scuola dell’Infanzia (1990-91) e infine – nella confusione ordinamentale – le Indicazioni Nazionali 2012 per il primo ciclo, una data che segnava un po’ di luce per il futuro della scuola di base. Una stagione contrassegnata da valori pedagogici forti: bambini e ragazzi portatori di diritti di vita, apprendimento, conoscenza, benessere, cura e custodia, inclusione ed accompagnamento personalizzato verso la dimensione del proprio futuro.

Adulti assenti e governi adolescenti

Mentre le librerie e le edicole chiudono, gli adulti – sempre più narcisi – continuano la propria inquieta adolescenza non riuscendo a fare il salto e diventare adulti. Adulto è chi si occupa per tempo (preoccuparsi) di ciò che avverrà o potrà avvenire e dispiega modelli organizzativi nel fare e nel procedere: si sveglia presto la mattina per preordinare, riorganizzare e soprattutto, fare ciò che è necessario.

Se gli adulti sfioriscono nel bozzolo di un’adolescenza inquieta, incerta, eternamente dubbiosa, bulla, sarà difficile trovare la strada giusta in situazioni normali come in situazioni difficili. Di fondo occorre un risveglio delle coscienze che la pedagogia involontaria da Covid-19 aveva un po’ generato: le cose si fanno insieme, la direzione giusta è quella del sacrificio possibile per lo sviluppo migliore per tutti.

Tutti, nessuno escluso.

La pedagogia del Covid-19

Mentre l’inno nazionale riprendeva un ruolo, prima limitato agli eventi sportivi e dando un senso civico a oltre cinquanta milioni di italiani, l’arcobaleno disegnato decine di migliaia di volte sembrava delineare un orizzonte nuovo: dare nuovo spazio e nuovi tempi alla vita di uomini, donne, bambini.

Tutto aveva fatto ipotizzare che, scampato il pericolo e pagato un dazio altissimo in termini di vite umane e di utilizzo di risorse di ogni genere, il paese e la scuola (coartata in un’azione didattica @ distanza) si sarebbero miracolosamente liberati dai vecchi fardelli privi di senso e mai saremmo tornati alle vecchie ispide quanto inutili, routine politiche e macrotelevisive …

E invece no! Tutto come prima mentre si va verso un’estate che lascia un dubbio … cosa succederà a Settembre.

Settembre poi verrà, ma senza sole… L’estate della buona pedagogia si è conclusa da tanto….

D’altronde sono lontane la primavera e l’estate di un’amministrazione intelligente ed efficiente nel nostro Paese, vista la debacle della Regione idealizzata quale più avanzata e vicina ai cittadini d’Europa.

Eppure: «La ripartenza a settembre costituisce una grande occasione per ripensare a lungo termine la scuola e il suo mandato, sia per quanto riguarda la predisposizione e utilizzo di spazi fisici che possono costituire ambienti di apprendimento idonei allo sviluppo di abilità e competenze differenziate, sia rispetto alla progettazione di un curricolo multidimensionale.» [1]

Una riflessione a 360°

Mentre tutto questo preoccupa buona parte del Paese, i componenti dell’ex Comitato Scientifico Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo (2012) intervengono con una nuova riflessione[2] a 360° che spazia sulle tematiche organizzative e didattiche, con specifico riferimento alla situazione complessa venutasi a creare con l’emergenza da Covid-19 e la didattica a distanza. Per i componenti – che hanno espresso un’analisi di alto profilo culturale e di politica scolastica organica ed intelligente – è l’ora di una svolta che tenga conto parallelamente della necessità di risorse finanziarie adeguate e di una lettura dinamica delle Indicazioni Nazionali 2012 (IN 2012), legate ad un nuovo contesto venutosi a generare. Il nucleo di esperti parte da dati inconfutabili e organizza una riflessione ricca di proposte ponderate e realistiche guardando ad un orizzonte raggiungibile per un paese come il nostro.

Punti fermi

Il documento non si perde in chiacchiere: occorre un grande investimento in termini di risorse economiche che portino la spesa pubblica della scuola a livelli più alti, visto che l’Italia – al momento – è all’ultimo posto dei 37 paesi OCSE. Incredibilmente i Governi italiani spendono il 40% rispetto al Messico e il 33% di quanto spende il Cile.

Occorre parallelamente un investimento di lungo tempo, come avvenuto in Finlandia (non a caso collocata ai vertici dei risultati didattici in lingua e matematica in Europa). Indipendentemente dai governi che si sono succeduti, in Finlandia c’è stato un gettito continuo di interventi per costruire nuovi edifici, per reclutare al meglio il personale, per continuare a formarlo con grandi mezzi, per motivare dirigenti, docenti e famiglie alla massima partecipazione e convergenza: la Scuola del Paese.

Il documento degli esperti cita in varie parti il salto culturale della Didattica, anche a partire da quanto è esistente da anni (IN 2012) e dalla parte positiva di esperienza della Didattica a distanza.

Il Paese, i ministeri, il Governo devono farsi finalmente carico e coscientemente responsabili di dover pilotare un un progetto di medio-lungo periodo orientato ad una complessiva riqualificazione dell’impegno culturale sulla Scuola: miglior reclutamento, qualificazione professionale di tutti i ruoli, rilancio delle evidenze e qualità esistenti.

Giro di boa

Quale governo sarebbe disposto ad ammettere che non intende investire sulla Scuola? La disponibilità concreta non si realizza con un vestito blu presidenziale, così come la comunicazione efficace non è l’uso di tinte forti da evidenza televisiva.

Chi governa il Paese governa anche la scuola e quando la trascura è perché ha scelto così.

Occorre un deciso giro di boa.

Ci sono barche attrezzate nel nostro paese già pronte per la navigazione in alto mare. Le Vele d’altura[3] restano da parte per evitare il contagio di una politica mediocre fatta di mille opportunismi.

Occorrono competenze, saggezza, esperienza e – quando serve – un po’ di coraggio: mani ferme sul timone, sguardo fisso sui ritmi delle onde, visione larga verso l’orizzonte e la forza dei muscoli per girare il timone e fare, finalmente, un bel giro di boa sicuri che col tempo, quel punto lontano che appena si vede diventerà la baia dove fermarsi per ripartire.

Un curricolo fatto di vita ed apprendimenti veri

Adulto è chi vive in mezzo ai bambini ed ai ragazzi, chi ogni giorno si preoccupa di ciò che serve e di cosa servirà. Il curricolo è l’insieme dei percorsi di vita (che includono quelli di apprendimento che non sono distaccati dalla vita vissuta) dei bambini e ragazzi che sperimentano, sublimano, approfondiscono, memorizzano, selezionano durante le varie età di crescita ed anche dopo (LifeLongLearning). Un apprendimento lungo è possibile se, col tempo, si costruisce un atteggiamento flessibile perché occorrerà, nel corso degli anni, acquisire ruoli e competenze che comporteranno serie di cambiamenti per raggiungere progressive stabilità.

Pertanto la scuola ed il curricolo scolastico non possono avere la presunzione di essere enciclopedici: occorre mettere al centro la vita delle persone e la qualità di contenuti capaci di attraversare le grammatiche dei linguaggi, sperimentare i codici, valorizzare i contenuti dell’Arte, della Storia, delle Scienze, della Lingua, della Narrativa….. Occorrono decine di migliaia di docenti colti, creativi, entusiasti….

Basta con gli impiegati nelle aule didattiche.

Un filo di speranza …

Proprio mentre scrivo, arriva un comunicato importante: «La scuola non deve fermarsi al contrasto dell’emergenza determinata dal Coronavirus; deve uscire dall’emergenza in cui è stata precipitata dai tagli al tempo scuola, all’organico, alla didattica iniziata con i governi del 2008 e proseguita fino ai nostri giorni. Occorre un investimento pluriennale di un punto di Prodotto interno lordo che eguagli quello della media dei Paesi OCSE.»[4]

Occorre sistemare altrove chi nelle auliche stanze del Ministero o negli androni polverosi degli USR o UAT crede di poter gestire la Scuola come una sorta di INPS 2 (corridoi polverosi e grigi armadi pieni di fascicoli di cui nessuno si interessa).

Forse, forse, forse, quelli che non vivono i bambini ed i ragazzi dovrebbero essere alienati in altri ambiti un po’ più asettici, ma non negli ospedali dove, l’abbiamo visto ed acquisito, la vita degli operatori pulsa soprattutto quando è necessario…

Al fallimento dei politici “giovani” nati negli anni settanta va fatto spazio ad autorevoli persone colte, silenziose, competenti che sappiano ascoltare e parlino sinteticamente dopo aver riflettuto e firmato un documento.

Una cosa è certa …

La navigazione in alto mare non è una novità: ottimi pasticcieri, sintetici avvocati, coraggiosi imprenditori, saggi pescatori, dolcissime maestre, saggi dirigenti scolastici, creativi professori hanno dimostrato che la navigazione in mare si fa partendo dall’analisi del  e dalla voglia di stare con passione, motivazione e con il cuore in mezzo agli altri.

Ed allora davvero, forse, un giorno, i banchi fioriranno.[5]

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[1] “Ripartire con la scuola di base”, documento elaborato dai componenti dell’ex Comitato Scientifico Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni Nazionali per il primi ciclo (2012). Il CSN – composto di 12 membri – ha operato per sei anni, dal 2013 al 2019, sulla base di un mandato pubblico ricevuto dal Ministero dell’Istruzione, con il compito di organizzare iniziative formative, eventi culturali, incontri, presenza nelle scuole, azioni di monitoraggio, per sostenere l’introduzione nelle scuole del primo ciclo delle relative Indicazioni Nazionali (2012).

[2] Lettera aperta: “Ripartire con la scuola di base” – a cura dell’ex Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni nazionali. https://www.liscianiscuola.it/pensieri-di-scuola/ripartire-con-la-scuola-di-base/

In precedenza era stata diffusa una prima lettera con i titolo: La scuola del primo ciclo tra oggi e domani: https://www.tuttoscuola.com/la-scuola-del-primo-ciclo-oggi-e-domani-una-riflessione-a-piu-voci-2/

[3] Vela d’Altura riflessione dinamica in ambito europeo e mondiale del prof. Mario Giacomo Dutto

[4] stralcio dal Documento FLC Scuola del 27 giugno 2020 inerente le Linee guida e un maggiore investimento in 1 miliardo di euro per la Scuola

[5] I banchi fioriranno se …. la pedagogia di Francesco Tonucci, in arte FRATO