La scuola in (ri)partenza: una sfida decisiva

Il mare calmo non ha mai reso
il marinaio esperto
(Franklin Delano Roosevelt)

Interrogativi (impossibili) sulla ripartenza

Immaginiamo di poter contare su un’intelligenza superiore così potente da intuire tutte le interazioni tra le particelle del Cosmo, proprio come quella teorizzata dal matematico Pierre Laplace; oppure supponiamo di possedere la scienza esatta concepita da Asimov, quella “psicostoria” capace di prevedere sin nei dettagli l’evoluzione della società e di ridurre a equazione matematica ogni decisione umana.

Ebbene, avremmo buone possibilità di dipanare ogni interrogativo connesso all’ormai imminente (e irrinunciabile) ripartenza della scuola in presenza e potremmo altresì smussare i toni del dibattito nazionale – politico, socio-culturale, ideologico – afferente alle condizioni e alle complicate modalità della riapertura, dopo lunghi mesi d’infausta pandemia.

Un dibattito sopra le righe

Stiamo assistendo ad un dibattito acre, intriso di polemiche (quella sui banchi monoposto e sulle rotelle della discordia, anzitutto), accuse (i test sierologici e la presunta fuga dei docenti, resa quasi biblica da titoli giornalistici infelici), scontri politici (gli organici del personale scolastico, da sempre promessi e da sempre inadeguati, buon proposito di ogni esecutivo e facile slogan a detta di ogni opposizione di governo), alterchi attinenti all’utilizzo delle risorse economiche (MES e Recovery Fund: potenzialità notevoli prive di una programmazione lungimirante) e continui fraintendimenti (gli spazi, endemicamente insufficienti: una responsabilità ministeriale o un dovere degli Enti Locali?).

Una densa cornice normativa

Ma procediamo innanzi: senza volersi addentrare con pretesa d’esaustività nella selva chiaroscura delle fonti normative primarie e secondarie che si sono affastellate dall’inizio dell’emergenza sanitaria sino ad oggi – nella quale spiccano (per quel che riguarda peculiarmente la scuola) i DDLL 22 e 34/2020 convertiti con modificazioni rispettivamente nelle Leggi 41 e 77/2020 – la ripresa scolastica di settembre è regolamentata da un lato da alcuni importanti documenti ministeriali e dall’altro dalle indicazioni sanitarie del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Tra i primi vale la pena rammentare le Linee guida per il Sistema integrato 0-6 (corroborate, lo scorso 14 agosto, da una specifica Intesa), il Piano scuola 2020/2021 del 26 giugno, il Protocollo per il rientro in sicurezza sottoscritto da MI e OOSS in data 6 agosto, il DM n.39/2020 concernente il Documento per la pianificazione delle attività scolastiche in presenza e il DM n.89/2020 recante l’adozione delle Linee guida sulla Didattica Digitale Integrata (DDI). Quanto alle seconde, invece, non si può fare a meno di richiamare i Verbali del CTS del 28 maggio, del 7 luglio e del 12 agosto (e successive integrazioni, ancora in atto) e, soprattutto, il Rapporto ISS Covid-19 n.58 siglato lo scorso 21 agosto.

La gestione dell’emergenza

Intersecando le disposizioni previste dai documenti e dalle indicazioni, i decisori politici e i consulenti tecnici, oltre a suggerire tutta una serie di operazioni di carattere didattico e logistico (moduli orari, modalità di refezione e di trasporto, riorganizzazione dell’ambiente d’apprendimento), hanno regolamentato le forniture degli arredi, dei dispositivi digitali e dei vari kit didattici; hanno altresì stabilito le risorse per i DPI (prevedendone la distribuzione, in particolare mediante la Nota n.1456 del 26 agosto) o quelle per l’edilizia leggera (inquadrando indicativamente le competenze di scuole ed EELL) e hanno enucleato con precisione le modalità di gestione dell’emergenza, a partire dall’attivazione di un Help Desk, operativo dal 24 agosto.

Tra le modalità previste spiccano due passaggi assai delicati, riconducibili alla gestione sinergica tra la scuola e il DdP (dipartimento di protezione delle ASL) dei casi e dei focolai nell’Infanzia, in merito al trattamento dei casi sospetti, ai compiti del referente covid d’Istituto e alla sanificazione straordinaria (cfr. Indicazioni operative del 28 agosto) nonché alla logistica del trasporto scolastico (Linee guida approvate il 31 agosto), secondo cui è previsto un riempimento degli scuolabus non superiore all’80% dei posti permessi dalle carte di circolazione, eccezion fatta per viaggi che durano sino a 15 minuti, per i quali è invece consentita la capienza massima.  

Tre strade per la ripartenza

Ora, sulla scorta di tutti questi precetti, emanati anche a breve distanza e accompagnati sovente da confronti non sempre chiarificatori (la vexata quaestio a proposito del distanziamento e dell’utilizzo delle mascherine ne è esempio lampante), possiamo individuare le tre strade maestre che conducono verso il debutto del nuovo anno scolastico, vie tortuose eppur necessarie da percorrere.

La sicurezza

La sicurezza è esigenza prioritaria e improcrastinabile. E’ necessario che i protocolli approntati dalle scuole contemperino la tutela di bambini, alunni e studenti (e dei loro nuclei familiari) con l’incolumità del personale scolastico, docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario; con particolare attenzione per i cosiddetti lavoratori “fragili” (tutelati e, all’occorrenza, certificati dai medici competenti, anche attraverso la sorveglianza sanitaria eccezionale disposta in deroga a quella regolamentata dall’art. 41 del D.lgs 81/2008).

Il tempo scuola e il curricolo

Il tempo scuola e la pianificazione delle attività curricolari. Il curricolo andrà ripensato e ripianificato, utilizzando le opportunità offerte dall’autonomia didattica e organizzativa – di cui agli articoli 4 e 5 del DPR 275/99 – e tenendo conto degli stretti vincoli rappresentati dallo scaglionamento degli ingressi e delle uscite, dagli sdoppiamenti delle classi, dagli interventi edilizi o strutturali e dalle esigenze di omogeneità tra i gruppi; tuttavia, come ben ha osservato Mario Maviglia (Alla ricerca del tempo perduto: come ricominciare?, giuntiscuola.it), occorrerà evitare la frenesia del recupero del tempo “perduto” durante il lockdown, poiché intessere esperienze condivise, magari stimolando le esperienze informali vissute dai ragazzi durante l’emergenza, rappresenta il modo migliore per creare un’azione educativa efficace che non si limiti all’aumento esponenziale di compiti e consegne.

La didattica attiva

La didattica attiva è una leva essenziale per una scuola davvero innovativa. Ripensare la scuola offre invero un’opportunità decisiva per superare gli spazi angusti degli orari, delle discipline o dei voti, così da far perno sulla comunità scolastica, non solo “educante” (per dirla con l’art. 24 del CCNL vigente) ma anche – e soprattutto – “pensante”; una comunità che sappia interagire con gli stimoli offerti dal territorio, incentivare l’inclusione di tutti i discenti e limitare quanto possibile le disuguaglianze sociali. Infatti, al di là dell’utilizzo funzionale delle potenzialità del digitale nella didattica, della diffusione di metodologie innovative o della rimodulazione degli ambienti d’apprendimento, la sfida che oggi attende la scuola è quella di ripensare l’insegnamento, già delocalizzato in modo drastico dalla pandemia.

Reimpariamo a insegnare

Come ha di recente arguito Pier Cesare Rivoltella (Nel dopo Covid reimpariamo a insegnare, cattolicanews.it), a prescindere dalla distanza o dalla presenza è l’intenzionalità del docente a fare la differenza; l’intenzionalità produce relazione, alimenta la pratica educativa. In questo contesto, reso instabile ed estremamente mutevole dalla pandemia, le competenze comunicative degli insegnanti, la progettazione esplicita delle attività, la collegialità delle scelte e lo stimolo all’autoapprendimento degli studenti sono condizioni irrinunciabili in una prospettiva futura. Insegnare del resto non significa unicamente mobilitare competenze separate le une dalle altre (che bella lezione quella di Philippe Meirieu!); significa piuttosto far scaturire negli studenti una forza interiore che esprima coerenza e che sia la risultante di un progetto preciso e intenzionale.

Il primo giorno di scuola

Il primo giorno di scuola porterà con sé grandi emozioni, lo ha scritto la Ministra Azzolina nella recentissima Lettera del M.I. alla comunità scolastica, datata 31 agosto; ebbene, saranno di certo emozioni perlopiù contrastanti, talora discordi, comunque sia particolarmente intense.

Il rientro a scuola in presenza rappresenta un’esigenza impellente sotto ogni aspetto, quelli educativo e sociale anzitutto.

Non resta che auspicarsi il meglio, fermo restando il fatto che, pur in previsione di quarantene episodiche o chiusure mirate, sarà decisivo il collegamento tra i settori della salute e della pubblica istruzione.

Bibliografia e sitografia essenziali

www.istruzione.it/rientriamoascuola/index.html (documenti ministeriali e indicazioni sanitarie)

DL 22/2020, convertito nella Legge 41/2020

DL 34/2020, convertito nella Legge 71/2020

DM 39/2020

DM 89/2020

Mario Maviglia, Alla ricerca del tempo perduto: come ricominciare? Su www.giuntiscuola.it

Pier Cesare Rivoltella, Nel dopo Covid reimpariamo a insegnare, su www.cattolicanews.it

Philippe Meirieu, Fare la scuola, fare scuola. Democrazia e pedagogia, Franco Angeli editore