La didattica a distanza: cosa dicono i docenti

Le modalità di didattica a distanza adottate nel periodo di emergenza sanitaria. I risultati di un’indagine nazionale su sedicimila insegnanti italiani

La SIRD, Società Italiana di Ricerca Didattica, in collaborazione con le principali Associazioni Insegnanti (AIMC, CIDI, FNISM, MCE, SALTAMURI, UCIIM) ha condotto nei mesi da aprile a giugno 2020 una ricerca nazionale sulle modalità di didattica a distanza adottate dalle scuole e dai singoli insegnanti nel periodo di sospensione delle attività in presenza. Il gruppo di ricerca ha visto la partecipazione di 11 Atenei dislocati su tutto il territorio nazionale (La Sapienza e Roma Tre di Roma, Bari, Bologna, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Salerno, Siena, Torino)[1]. Presentiamo in quest’articolo alcuni risultati dell’indagine.

L’indagine

La rilevazione è stata condotta mediante un questionario on line nel periodo dall’8 aprile al 15 giugno 2020. I docenti universitari (pedagogisti) delle sedi coinvolte e le associazioni degli insegnanti hanno invitato le scuole del territorio a diffondere il link per la compilazione. È interessante notare come, nonostante le difficoltà del momento e le molte richieste di compilazione questionari pervenute alle Scuole, molti insegnanti abbiano raccolto l’appello e abbiano scelto di partecipare. Hanno risposto infatti 16.084 insegnanti (circa il 2% del totale) dislocati in 1834 Comuni (circa il 23% del totale, che rappresentano più del 70% della popolazione scolastica), a copertura dell’intero territorio nazionale, seppur con disomogeneità per regione (Fig. 1). Gli insegnanti che hanno risposto non si possono considerare un campione rappresentativo della popolazione degli insegnanti italiani: il fatto che le scuole siano state coinvolte da docenti universitari o dalle associazioni insegnanti ha probabilmente selezionato insegnanti attivi e «impegnati». Le risposte indicano dunque una esperienza particolare che richiede cautela nella sua lettura in una dimensione nazionale.

Fig. 1 – Insegnanti sul territorio: risposte per regione

Il questionario era composto da 122 domande di cui 6 aperte. Gli insegnanti hanno risposto in forma anonima indicando il Comune dove insegnano, l’ordine di scuola, l’età, il ruolo e, per la secondaria, la disciplina insegnata. Particolarmente interessanti sono risultate le domande aperte, attualmente in fase di elaborazione, che hanno consentito di ascoltare la voce degli insegnanti, le loro riflessioni e capire come hanno vissuto questa esperienza.

La ricerca si è focalizzata su: 1) Rimodulazione della programmazione didattica; 2) Strumenti tecnologici utilizzati; 3) Modalità di svolgimento della didattica (sincrona e asincrona) e Strategie didattiche utilizzate; 4) Preparazione degli insegnanti alla DAD; 5) Criticità incontrate nella DAD; 6) Forme di collaborazione instaurate nella DAD; 7) Valutazione del lavoro degli studenti; 8) Interventi per allievi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Bisogni Educativi Speciali; 9) Valutazione complessiva dell’esperienza.

Principali risultati

I dati sono attualmente in fase di elaborazione, possiamo però mettere in evidenza alcuni importanti risultati.

1. L’emergenza COVID ha richiesto un notevole impegno di rimodulazione della didattica, in termini di obiettivi di apprendimento, strategie didattiche, modalità di valutazione degli apprendimenti, ruolo e spazio conferito alle competenze non cognitive (emotivo-relazionali), monte ore settimanale effettivo di DAD e collegialità. Gli insegnanti di scuola dell’infanzia e di primaria sono dovuti intervenire in misura maggiore su obiettivi e strategie didattiche e hanno dichiarato un maggior impegno collegiale. La rimodulazione degli obiettivi è avvenuta in un tempo molto breve, contestualmente alla verifica della funzionalità degli strumenti.

2. Dalle risposte sugli strumenti tecnologici utilizzati sono è emerso un grande sforzo per raggiungere i singoli studenti fatto di telefonate, messaggi, ricerca sui social, che ha impegnato i docenti di tutti gli ordini di scuola, e in particolare di infanzia e primaria. Sono stati utilizzati (Fig. 2) strumenti di comunicazione individuale (telefonate e sms), strumenti di presentazione (canali, Youtube, RaiPlay, Materiali didattici on line, Social network, Blog, Siti collegati a libri di testo), strumenti di comunicazione sincrona (piattaforme, app interattive, classe virtuale).

Fig. 2 – Strumenti tecnologici utilizzati

3. La didattica a distanza non ha favorito strategie didattiche diverse da quelle tradizionali. Le maggiori difficoltà in questo senso si sono avute nella scuola dell’infanzia e nella primaria che tradizionalmente usano strategie didattiche maggiormente attive rispetto alla scuola secondaria. La DAD ha visto sostanzialmente riprodursi i limiti della didattica in presenza (Fig. 3): una grossa enfasi sulla trasmissione di materiali da parte del docente (testi, spiegazioni, videolezioni, compiti) e un’enfasi minore sulla costruzione di conoscenza da part dello studente (presentazione di lavori degli studenti, classe capovolta, discussione collettiva, lavori di gruppo, laboratori virtuali).

Fig. 3 – Strategie didattiche utilizzate

4. La preparazione dei docenti a forme di didattica a distanza è in generale bassa. Nella scuola dell’infanzia è sotto il 10% e nella primaria sotto il 15%. Raggiunge il 25% nella secondaria di I grado e il 30% nella secondaria di secondo grado in termini di esperienze degli insegnanti, anche prima dell’emergenza sanitaria. In positivo è da notare come il 90% dei docenti dichiari che la propria scuola abbia previsto iniziative specifiche per supportare gli studenti privi della strumentazione necessaria e il 57% intende integrare la sua didattica con forme di DAD anche dopo questa esperienza.

Fig. 4 – Preparazione a forme di DAD

La distribuzione territoriale dei risultati ha messo in evidenza come nelle regioni del Sud e Isole siano stati attivati un numero maggiore di interventi formativi in DAD rispetto al Centro-Nord, sia prima sia durante l’emergenza sanitaria.

5. Molte sono le criticità evidenziate dagli insegnanti. Al primo posto un aumento del tempo di lavoro legata alla necessità di riorganizzare la didattica. Seguono i problemi legati alla gestione degli ambienti di apprendimento e al coinvolgimento degli studenti. Complessivamente positivo il rapporto con i colleghi e la dirigenza, mentre rimane critico il rapporto con le famiglie.

Fig. 5 – Criticità evidenziate dagli insegnanti

6. A livello di forme di collaborazione, il punto di forza nell’affrontare le difficoltà della DAD è stato nei rapporti con il consiglio di classe. Risultano complessivamente positivi anche i rapporti con la scuola e la dirigenza. Nella scuola dell’infanzia e nella primaria si evidenzia una grande collaborazione con le famiglie che diminuisce significativamente nella scuola media ed è quasi assente nella secondaria di secondo grado.

7. La valutazione del lavoro degli studenti ha rappresentato uno degli aspetti di maggiore difficoltà. La maggior parte degli insegnanti dichiara di avere seguito indicazioni del collegio docenti e del Ministero e tuttavia di aver dovuto cambiare criteri rispetto alle prassi precedenti. Le modalità prevalenti di valutazione rimangono compiti scritti e interrogazioni orali, ma anche test e lavori pratici di ricerca individuale, mentre è stata scarsamente utilizzata l’autovalutazione e la valutazione di lavori di gruppo.

Fig. 6 – Strategie valutative utilizzate

8. Per gli studenti con DSA e BES il lavoro di rimodulazione del PEI è avvenuto nel 55% dei casi mentre il PDP è stato rimodulato solo nel 44% dei casi. Nella maggior parte dei casi è stato necessario l’uso di ulteriore materiale personalizzato e di specifiche modalità di contatto tra alunno e docente, anche attraverso un forte coinvolgimento delle famiglie.

9. Emerge nel complesso che a fronte di un grande carico di lavoro, vissuto con partecipazione sia dagli insegnanti sia dalle scuole, la valutazione del risultato appare non commisurata alla percezione di efficacia nell’apprendimento, qualità dell’interazione, autonomia ed inclusione degli studenti, possibilità di una adeguata valutazione del profitto.

Fig. 7 – Valutazione complessiva dell’esperienza da parte degli insegnanti

Dalle stime degli insegnanti in relazione ai propri studenti, la percentuale complessiva dei Non raggiunti si colloca tra il 6 e l’8% e quella dei Parzialmente Raggiunti tra il 16 e il 18%, tranne che per la scuola dell’infanzia dove si arriva al 13% dei Non raggiunti e al 24% dei Parzialmente raggiunti. Il Sud e le Isole presentano percentuali di disagio significativamente più alte delle altre aree geografiche.

Per apprendere dall’esperienza…

L’indagine descritta rappresenta il primo tentativo strutturato da parte di una Società scientifica, in collaborazione con le Associazioni Insegnanti, di promuovere una ricerca a livello nazionale su questi temi. Al di là dei risultati, l’obiettivo è proprio quello di stabilire un’alleanza forte tra insegnanti e ricercatori nell’interesse della scuola e degli studenti, attraverso il confronto sulle pratiche educative, che consenta di comprendere appieno potenzialità e limiti dell’esperienza e quindi di apprendere da essa.

Dall’indagine è emerso un grosso sforzo organizzativo e partecipativo da parte di insegnanti e scuole, soprattutto nel rimodulare gli obiettivi e nel raggiungere i singoli studenti. Vari tipi di problematiche – non ultime quelle legate alla preparazione di insegnanti e famiglie alla DAD e alle carenze infrastrutturali e di dotazione tecnologica – hanno fatto sì che l’efficacia percepita dell’intervento non sia stata commisurata all’impegno profuso.

Un terreno su cui sarà sicuramente necessario un confronto è quello delle strategie didattiche e valutative, soprattutto per favorire l’uso di strategie pensate appositamente per la formazione a distanza e per affiancare forme di valutazione continua e formativa alla classica valutazione sommativa. In tal senso sarà importante la restituzione dei risultati regione per regione e un confronto puntuale tra insegnanti e ricercatori. Invitiamo quindi chiunque sia interessato a seguire sviluppi e approfondimenti sul sito: www.sird.it.

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[1] La ricerca ha coinvolto attivamente i membri del Direttivo Sird: Pietro Lucisano, Loredana Perla, Antonio Marzano, Loretta Fabbri, Ettore Felisatti, Maria Luisa Iavarone, Alessandra La Marca, Giovanni Moretti, Roberto Trinchero, Ira Vannini, oltre a Federico Batini, Gianluca Consoli, Patrizia Sposetti, Giordana Szpunar.