Una didattica (non) digitale e (poco) integrata

Tra presenza e distanza…

L’epidemia è uno stress test di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma sta portando molti nodi al pettine nel sistema Paese. Paradossalmente anche la didattica non ne è esente, anzi, ne sta subendo l’urto.

Si parla di distanza e di presenza. Ovvio che la presenza è meglio della distanza, ma il problema è la didattica. Si continua a parlare di videolezioni come attività sincrona e di compiti per casa come attività asincrona. Ancora, di compiti in classe a distanza e di interrogazioni. Che differenza c’è allora fra presenza e distanza?

Se è tutto così uguale o così poco diverso? Non è una domanda retorica, è una domanda che dobbiamo porci con molta serietà. Credo che la risposta sia nella progettazione. Non siamo stati ancora capaci di una buona progettazione. Posso capire nel lockdown dello scorso anno, ma quest’anno tempi e modi ci sono. Uso il presente perché ci sono ancora.

E’ una questione di progettazione

La didattica digitale integrata non è una possibilità emergenziale ma una enorme opportunità per superare l’esclusività della lezione frontale. Sottolineo l’esclusività, non la lezione frontale in sè. È un’enorme opportunità per apparecchiare unità di apprendimento pensate su più azioni, fasi, strumenti. Calibrate per sviluppare ed esercitare più competenze. Finalizzate a dare contenuti ma non tutti direttamente dalla voce del docente che spiega. Stiamo perdendo questa opportunità e rischiamo di buttare a mare anni di lavoro sulle nuove metodologie e sulle didattiche innovative. Ci stiamo perdendo nel territorio che dovrebbe essere il più abituale e frequentato da noi docenti, quello della programmazione modulare, della costruzione di unità di apprendimento partendo dagli obiettivi, dalle fasi di lavoro e arrivando agli strumenti, alle modalitá di sviluppo, ai tempi, ai criteri di valutazione. Non ci sono scuse, colleghi. È il nostro lavoro, una volta tanto ci viene chiesto di fare il nostro lavoro e non altro.

Dall’ora di lezione all’unità di apprendimento

La didattica digitale integrata non può non partire da qui. La sua unità indivisibile non è l’ora di lezione ma l’unità di apprendimento, in tutta la sua articolazione. Se all’inizio dell’anno avessimo ripreso in mano le nostre programmazioni e le avessimo già pensate nell’ottica della didattica digitale integrata (che è poi quella delle classi 2.0 di ormai antica memoria ), oggi non avremmo da chiederci la differenza fra sincrono e asincrono, cosa fare e come fare, come valutare perché tutto sarebbe coerente e nella logica della nostra progettazione. Non staremmo a dare un voto agli alunni per quello che ci ridicono o ci riscrivono a distanza o in presenza, ma daremmo valore (valutare) per come hanno acquisito padronanza rispetto alle attività e ai contenuti che io, docente, ho proposto loro online e in classe, collettivamente, autonomamente, a piccoli gruppi.

Ecco l’imbuto nel quale siamo finiti e dal quale fatichiamo ad uscire, dovuto alla cultura didattica che nel nostro paese fatica a rinnovarsi e fa da tappo. In momenti di emergenza come questo si preferisce psicologicamente l’usato sicuro, la zona di conforto. Invece sarebbe il momento di tirare fuori la nostra professionalità e fare uno scatto in avanti.

Pensiamo a nuovi percorsi integrati che “attivino” gli studenti

Proviamo a pensare dei percorsi misti, multimediali, multicanale, che contemplino una parte di lezione frontale, una parte di video e attività online, una parte di lavoro personale, un diario di bordo da completare lungo il percorso con spunti e riflessioni personali e metacognitive, uno stimolo di creazione di un piccolo prodotto finale ed una eventuale verifica orale e scritta. Pianifichiamolo in forma scritta, formalizziamolo come programmazione annuale composta da unità di apprendimento pensate in modo integrato fra digitale e aula, illustriamolo alle famiglie e agli alunni e cerchiamo di svilupparlo. È così difficile?

È così difficile costruire delle minilesson, sviluppare una didattica breve, costruire percorsi di ricerca guidata lasciati all’autonomia del discente, predisporre materiali come in una flipped classroom? Meno sappiamo progettare più improvvisiamo e ci sediamo nelle modalità consuete di “fare lezione”, ma lo scopo del nostro mestiere non è, appunto, fare lezione ma fare apprendere. È insegnare. Rischiamo di non finire il programma perché indugiamo troppo su alcuni argomenti trascurandone altri? Vero, ma i programmi non esistono più dal 1997 e, ad una attenta diagnosi, siamo noi docenti a non avere ancora elaborato questo lutto.

Una progettazione ben fatta

In un modello di scuola in cui il docente è un allenatore che dispone le attività per dare all’alunno sempre più padronanza e conoscenza, non è difficile pensare alle piattaforme e alle aule non come scatole di PDF o di appunti su cartaceo, ma come palestre di attività e sfide, contenuti offerti con uno stile comunicativo efficace, perché anche il medium condiziona il messaggio. Rimanere 5 ore di fronte ad uno schermo per partecipare da casa ad una lezione in cui un docente si limita a parlare siamo sicuri sia più utile di momenti sincroni più brevi e di attività programmate in modo asincrono in cui l’alunno debba “tirare fuori” e mettersi in gioco?

Crediamo forse che il lavoro del docente si giochi solo nel “fare lezione” e non nel puntuale e rigoroso accompagnamento degli alunni in un percorso pensato su misura per loro, in fasi immediate e mediate, sincrone e asincrone?

Non dobbiamo avere paura delle competenze digitali, stimolano e aiutano la concretezza e la creatività. Il digitale ci permette una maggiore finalizzazione delle nostre azioni, raggiungendo con strumenti e modalità differenti ogni alunno. Permette di allargare, dilatare lo spazio e il tempo scuola, ma senza un’idea didattica e una pianificazione ben fatta non funziona se non a livello motivazionale.

Una progettazione ben fatta può valorizzare il lavoro asincrono come spazio di autonomia dell’alunno, come attività strutturata e restituita in tempi più distribuiti, come stimolo alla creatività e al pensiero critico. Deve partire da uno studio di fattibilità e pensare a come il canale comunicativo condizioni il messaggio.

Le potenzialità del digitale per sincrono e asincrono

Se si deve integrare l’aula alla distanza, è utile partire dalle potenzialità che il digitale ci offre:

– La possibilità di condividere con estrema facilità e velocità

– La possibilità di creare prodotti digitali e non

– La possibilità di collaborare e cooperare anche a distanza

– La possibilità di costruire un vero e proprio portfolio per ogni alunno e/o per ogni unità di apprendimento

– La possibilità di costruire e condividere learning objects ben fatti propri, degli editori, o come open educational resource.

– La possibilità di offrire agli alunni spazi di attività autentiche, di compiti di realtà (produzione di podcast per la radio di classe, blog, siti, ebook di raccolta di testi prodotti in classe, file di disegno…)

– la possibilità di correggere in corsa, modificare, migliorare in modo fluido e continuo

– la possibilità di accompagnare con feedback e consigli l’alunno standogli di fianco e non al posto

– la possibilità di offrire agli alunni con bisogni educativi speciali strumenti altamente accessibili

– la possibilità di lavorare in modo trasversale e quotidiano su competenze disciplinari, digitali, relazionali e imprenditoriali.

Tutto questo è il digitale integrato alla didattica e non dovrebbe essere concepito come il salvagente per galleggiare in occasione della pandemia, ma come la vela per navigare al largo, come elemento strutturale della didattica.

Una unità di lavoro prevalentemente asincrona

Vediamo ora due modelli possibili sul testo descrittivo ipotizzabili per una prima secondaria di 1 grado.

Nel primo prevale l’attività asincrona su quella sincrona. Il docente sarà impegnato soprattutto nel monitorare il lavoro degli alunni, supportare quello degli alunni più in difficoltà dedicando loro maggiore attenzione, verificare la qualità delle consegne. Si lavora contemporaneamente sul leggere, scrivere, ascoltare e parlare in una modalità costruttivista.

Classroom diventa l’ambiente di condivisione e raccolta degli elaborati delle varie attività.

In questa unità la fase sincrona è pensata come momento ci raccolta e definizione, co-costruita assieme agli alunni. E’ pensata con un utilizzo vario di più tools, ma può essere ulteriormente semplificata.

E’ chiaro che, se gli alunni sono già abituati a costruire podcast e a scrivere in digitale, le difficoltà operative sono minime semplicemente perché i prerequisiti legati alle competenze digitali sono già soddisfatti.

FocusTipologia testuale: Descrizione
Obiettivo di apprendimento: Riconoscere, sviluppare un testo di tipologia descrittiva
Attività:A. Lettura testi scelti ( Paesaggio, animale, persona, emozione/stato d’animo) e individuazione parti descrittive. Individuazione degli aggettivi qualificativi, delle similitudini e delle metafore.
B. Ascolto podcast descrizioni e interazione su modulo google
C. Scrittura Creativa ( da immagine data, da elenco di aggettivi e sostantivi, dall’osservazione personale dell’alunno, trasformazione chat in testo organico)
D. Podcast radiofonico: gara di descrizioni
E. Brain storming sulla definizione di Testo descrittivo e sulle caratteristiche. Argomentazione cooperativa per scegliere una definizione efficace.
F. Meta-riflessione sul testo espositivo ( definizione) e argomentativo ( argomentazioni cooperative)
Tempi18 ore
Su Classroom e con vari toolsA: 6 testi con Moduli Google di “guida all’analisi”
B: 6 podcast brevi da ascoltare con Moduli di verifica della comprensione
C: Lavoro su Drive a piccolo gruppo a distanza (Google documenti)
6 testi di scrittura creativa. Documento finale con link su classroom
D: Lavoro su Spreaker/Audacity/Soundtrap o registratore vocale (con esportazione in mp3): descrizione in un monologo radiofonico (improvvisazione)
E: interazione su Jamboard o foglio google, con Meet anche da casa.
F: Breve lezione frontale di sintesi e chiusura ( con eventuale video da inserire su Classroom)

Una attività prevalentemente sincrona, su tappeto digitale

Nel secondo esempio l’attività è pensata prima di tutto in presenza, ma già appoggiata sul “tappeto” digitale per renderla possibile, con le stesse modalità, anche a distanza. Come nel primo modello si richiede al discente di sviluppare più attività. A differenza del precedente, qui la parte sincrona è all’inizio. Una volta arrivati al testo “Pubblicabile” si raccoglie e si inserisce in un ebook da pubblicare (compito di realtà che agisce sia in termini motivazionali che di cura).

1. Obiettivo di appredimentoDescrivere le emozioni e i sentimenti
2. Modalità e fasi1. Presentazione da parte del docente: esempi letterari, modelli. (Prima fase: 1 ora)
2. Stimolo e Brain Storming ( Seconda fase: 1 ora)
3. Dialogo-confronto: stesura di un testo collettivo ( Terza Fase: 1 ora)
4. Dibattito: revisione ed eventuali modifiche. Scelta di un testo “definitivo” ( Quarta fase: 1 ora)
5. “sfida”: produzione di un testo descrittivo su alcune emozioni ( Quinta fase: 2 ore)
6. Dialogo e Confronto. Revisione per piccoli gruppi e redazione dei testi ( 4 ore)
7. Autoproduzione e pubblicazione ebook sulle emozioni ( compito di realtà) ( 2 ore)
3 Azioni condotte in sincrono (tempo programmato: 4 ore)Dalla 1 alla 4 sono in modalità sincrona.
4 Azioni condotte in asincrono ( 8 ore)La 5, la 6 e la 7 in modalità asincrona.

 

5 Contenuti– La tipologia descrittiva
– Aggettivi qualificativi
– Similitudini e metafore
– Lessico specifico