L’educazione motoria nella scuola primaria

Una proposta nella legge di bilancio 2022

Nel 1986, anno in cui terminavo il percorso di studi all’ISEF di Napoli, era comune la condivisione tra i colleghi di corso che, di lì a poco, l’educazione motoria insegnata dai Diplomati ISEF, sarebbe entrata a regime fra le attività didattiche della “scuola elementare”. Era chiamata così in virtù dell’essere luogo dove vigevano gli insegnamenti alla base della conoscenza, della scienza, dell’arte, dello studio e dove si promuoveva lo sviluppo psico-fisico degli alunni.

Un’idea di scuola che ha radici lontane

L’attuale denominazione di “scuola primaria“, si ricorderà, fu introdotta solo nel 2003 con l’emanazione della legge n. 53 del 28 marzo 2003 che, nel riformare l’ordinamento scolastico italiano, identificò lo specifico ordine di scuola con l’“école primaire” francese e con la “primary school” dei paesi anglosassoni.

La legge n. 53 maturò in Italia in un periodo ricco di provvedimenti legislativi che, dagli anni Novanta, introdussero modifiche sostanziali nell’assetto organizzativo dello Stato e, quindi, anche nella Scuola italiana, chiamata a porre al centro dei processi educativi la persona e le sue peculiarità quali: la singolarità, l’irripetibilità, l’unicità, l’irrinunciabilità, l’inviolabilità, l’eccezionalità, la diversità. 

Una nuova concezione psico-pedagogica che, inevitabilmente, investì anche il mondo delle attività fisiche e motorie cui l’atto educativo doveva rivolgersi, entrando in vigore il nuovo principio ispiratore atto a garantire lo “sviluppo integrale della persona”.

Da un input europeo

In quegli anni, altri input provenivano anche dall’Europa Unita e rinforzavano il valore inestimabile dell’attività motoria, fisica e sportiva in ambito scolastico. Non tardò ad esplicitarlo la Raccomandazione n. 6 del 2003 della Commissione dell’Unione Europea[1] che etichettò la specifica attività quale “ambito disciplinare privilegiato per la trasmissione di valori inerenti alla tolleranza, al fair play, all’esperienza di vittoria e sconfitta, alla coesione sociale, al rispetto per l’ambiente e all’educazione alla democrazia”.

Raccomandazione che fu accolta in pieno nella legge n. 53/2003 per la realizzazione delle cui finalità si definì la predisposizione di un piano programmatico di interventi finanziari anche a “sostegno dello sviluppo delle attività motorie e delle competenze ludico-sportive degli studenti”.

I primi progetti

Fu così che, a partire dell’anno scolastico 2005/2006, si diede avvio alle annuali progettualità/progetti nazionali dipotenziamento e di valorizzazione delle attività motoria nella scuola primaria, tutt’oggi ancora in essere (si citano: Alfabetizzazione motoria, Sport di classe, Scuola Attiva Kids), intervenuti nel rafforzamento dellacultura e della pratica del sapere motorio e nel riconoscimento quali snodi strategici con gli altri linguaggi e con le altre discipline ed educazioni.

Da piano programmatico ad iter legislativo

Progettualità di potenziamento e di valorizzazione delle attività motorie che negli anni hanno contribuito a conclamare la valenza delle attività ludiche/motorie quale corretto stile di vita in età infantile e progetti nazionali che possono essere considerati i precursori dell’iter legislativo (cfr. DDL n. 992), allo studio della VII Commissione del Senato, di delega al Governo in materia di insegnamento curricolare dell’educazione motoria nella scuola primaria.

Al fine di promuovere nei giovani fin dalla scuola primaria, le assunzioni di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psicofisico e al pieno sviluppo della persona, riconoscendo l’educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo, il Governo è delegato ad adottare un decreto legislativo recante disposizioni per disciplinare l’insegnamento curricolare dell’educazione motoria nella scuola primaria da parte di insegnanti forniti di titolo….”, è quanto si legge al comma 1 dell’articolo 1 del DDL n. 992.

L’insegnamento dell’educazione motoria, obbligatoria per due ore la settimana in alcune classi o in tutte della scuola primaria da parte di personale laureato in Scienze Motorie o Diplomati Isef, rappresenta, non a caso, l’auspicio di tanti docenti titolati, di tante famiglie e di tanti italiani che da sempre credono nell’incidenza preventiva e positiva delle attività motorie, nel sano sviluppo psicofisico dei bambini e delle bambine, nella risoluzione delle tante problematiche sociali e relazionali dei nostri tempi.

La legge di bilancio 2022: forse una svolta decisiva

Un miraggio per tanti docenti titolati, tante famiglie e tanti italiani che ora vedono una nuova possibilità nel riconoscere l’educazione motoria quale “espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo“. È quanto si legge all’art. 103 del recente schema di legge di bilancio 2022, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 ottobre u.s., dove. Qui viene previsto che l’insegnamento curricolare dell’educazione motoria, già a decorrere dal 2022/2023, possa essere inserito nel curricolo delle classi quarte e quinte della scuola primaria.

L’educazione motoria nelle ultime due classi della scuola primaria

Lo schema di legge di bilancio, di fatto, annuncia l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione motoria per la classe quinta della scuola primaria a partire dall’anno scolastico 2022/2023 e per la classe quarta a partire dall’anno scolastico 2023/2024, da cui sono escluse le classi che adottano il modello del tempo pieno. Il che fa ben sperare che nuove assunzioni potrebbero essere in arrivo per i docenti afferenti la nuova classe di concorso “Scienze motorie e sportive nella scuola primaria“.

Si legge, difatti, al comma 3 dell’art. 103 dello schema della legge finanziaria 2022 “Si accede all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria a seguito del superamento di specifiche procedure concorsuali abilitanti. Possono partecipare alle procedure concorsuali i soggetti in possesso di laurea magistrale conseguita nella classe LM-67 «Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative» o nella classe LM-68 «Scienze e tecniche dello sport» o nella classe di concorso LM47 «Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie» oppure titoli di studio equiparati alle predette lauree magistrali ai sensi del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 luglio 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 7 ottobre 2009, n. 233, che abbiano, altresì, conseguito 24 CFU/CFA, acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psicopedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche “.

Stato giuridico ed economico del docente di educazione motoria

Finalmente un dispositivo legislativo formalizza che l’insegnante di educazione motoria sarà impegnato nella scuola primaria in modo “equiparato, quanto allo stato giuridico ed economico, agli insegnanti del medesimo grado di istruzione”.

Il docente specializzato in scienze motorie dovrà svolgere un orario di 24 ore settimanali (di cui 22 ore frontali e 2 ore di programmazione) e, nella considerazione che in Italia ci sono più di 50.000 classi quarte e quinte nella scuola primaria statale (senza contare le pluriclassi e le classi quarte e quinta della scuola paritaria), a breve nuove assunzioni potranno essere bandite per la copertura di almeno un 5.000 posti necessari.

L’art. 103 dello schema di bilancio al comma 7, prevede inoltre che, nel caso le graduatorie di concorso non siano approvate in tempo utile per l’assunzione in ruolo dei docenti nell’anno scolastico 2022/2023, il Ministero dell’istruzione è autorizzato ad attribuire contratti di supplenza anche ai soggetti già collocati nelle graduatorie provinciali per le supplenze classi di concorso A048 e A049.

Una speranza che forse si avvera

La bacchetta di una fata morgana ci fa ben sperare che nella vita non bisogna mai perdere la fiducia. Dal 1986, anno in cui terminavo il mio corso di studi all’ISEF di Napoli, sono trascorsi solo 35 anni.  Ma mai dire mai: nei prossimi mesi, finalmente in tanti, potremmo forse gioire che quel che un tempo era un sogno, magari presto diventerà realtà!


[1] https://eur-lex.europa.eu/eli/dec/2003/291(1)/oj