PON Edugreen e laboratori green

Come rispondere alla transizione ecologica

È del 27 dicembre 2021 l’Avviso PON n. 50636, finalizzato alla realizzazione di spazi e laboratori per l’educazione e la formazione alla transizione ecologica, con due azioni:

  • la prima azione vuole realizzare laboratori di sostenibilità per il primo ciclo per l’allestimento di giardini e orti didattici;
  • la seconda punta a promuovere ambienti laboratoriali per la transizione ecologica nelle scuole del secondo ciclo, nelle regioni del Mezzogiorno.

È del 12 aprile 2022 il secondo avviso, il numero 22550, che implementa gli importi a favore delle scuole del secondo ciclo del Centro Nord, allargato poi allo stesso ordine di scuole del Mezzogiorno. Tutte le candidature sono a sportello.

Interventi nelle scuole del primo ciclo

Con il Decreto n. 10 del 31 marzo 2022, il Direttore generale dell’Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il Programma operativo nazionale “Per la Scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020, ha approvato le graduatorie delle istituzioni scolastiche ammesse al finanziamento.

I partecipanti della prima azione, le scuole del primo ciclo, hanno ricevuto 25.000 euro cadauno per la realizzazione o la risistemazione di giardini e orti didattici, in uno o più plessi della scuola, attraverso la fornitura e la messa in opera di una serie di attività (letti e cassoni per aiuole e relativi accessori) e per l’acquisto di strumenti e kit per il giardinaggio didattico. In modo particolare si possono acquisire:

  • misuratori per il monitoraggio del terreno;
  • attrezzature per la coltivazione idroponica, per l’irrigazione e il pompaggio dell’acqua, per la realizzazione di piccole serre;
  • compostiere domestiche da giardino;
  • prodotti e strumenti per l’agricoltura, anche di tipo 4.0, adeguati al giardino scolastico;
  • sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili per il funzionamento delle attrezzature dell’orto.

Con tali fondi si potevano anche effettuare eventuali piccoli lavori per adattamento edilizio e/o per la preparazione del terreno ed eventuali attività di formazione breve sull’utilizzo dei beni acquistati a fini didattici.

Tutti i 2855 progetti presentati dalle scuole (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto) erano finanziabili.

Interventi nelle scuole del secondo ciclo

I partecipanti alla seconda azione riceveranno € 130.000 per la realizzazione di laboratori sulla transizione ecologica e sulla sostenibilità, declinati in base alle specificità dell’Istituto e con l’utilizzo di tecnologie innovative. I progetti devono prevedere l’allestimento di laboratori didattici nell’ambito della filiera agro-alimentare, attraverso l’acquisto di:

  • attrezzature per l’agricoltura 4.0 e per la coltivazione idroponica;
  • strumenti intelligenti e di precisione per il monitoraggio delle colture;
  • strumenti digitali per la qualità, la sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti;
  • strumenti e attrezzature innovative per la distribuzione di beni, macchine e attrezzature adeguate all’agricoltura sostenibile;
  • strumenti per il compostaggio, kit per lo studio e la sperimentazione delle energie rinnovabili;
  • strumenti e attrezzature per l’alimentazione sana e sostenibile, nonché per l’effettuazione di eventuali piccoli lavori di adattamento edilizio e/o per la preparazione del terreno, laddove necessari.

I progetti ammessi al finanziamento delle scuole di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia sono 645. La riapertura dei termini del 12 aprile garantirà, ad altre scuole di altre regioni, medesimi importi.

La valenza storica dell’orto scolastico

La scuola non è nuova all’esperienza dell’orto. La realizzazione di un orto a scuola è da sempre un’opportunità formativa trasversale completa, che permette l’avvicinamento ai temi della biodiversità, della stagionalità, della ciclicità degli esseri viventi, della cura del suolo, degli sprechi. Potremmo sintetizzare nel modo seguente le finalità dell’orto scolastico:

  • consente di conoscere i cicli naturali, la stagionalità delle produzioni, permettendo di legare il cibo alla sua origine;
  • introduce il concetto di biodiversità;
  • aiuta a comprendere gli impatti ambientali dell’agricoltura su suolo, acqua, aria, clima e paesaggio, ribadendo l’importanza di una gestione sostenibile degli ecosistemi;
  • aiuta a valutare la qualità di ciò che si acquista e si mangia facendo riflettere gli studenti sul tema dello spreco alimentare.

Nulla di nuovo sotto il sole?

Il Dicastero di viale Trastevere ha inteso disciplinare questo approccio “ambientale/ecologico” fornendo strumenti, risorse e direttive per la realizzazione di un vero e proprio ambiente di apprendimento d’elezione, nel quale trasformare il saper fare, il saper essere e il conoscere in competenze agite o strategie contestualizzate.

Ciò risponde non solo alla rinnovata esigenza mondiale di rispetto dell’ambiente, per la verità mai sopita nelle scuole, ma anche alla scoperta, cogente nel periodo pandemico, dell’importanza di avere un ambiente organizzato esterno in cui poter fare “scuola”.

Niente di nuovo sotto il sole!

Migliaia sono le scuole che da anni attuano una educazione “all’esterno” o meglio sfruttano l’esterno, alla stessa maniera dell’interno, per attività laboratoriali.

Esiste un comitato nazionale che promuove l’educazione in natura/ecologica, esistono reti di scuole pubbliche all’aperto, esiste la rete degli asili nel bosco, esiste la rete di scuole green.

L’ambiente, interno ed esterno, lo spazio è il terzo educatore studiato e descritto in centinaia di approcci e linee pedagogiche.

Le novità

Le tre vere novità di questa direzione ambientale ministeriale sono:

  1. il finanziamento dedicato abbastanza cospicuo;
  2. l’allargamento della platea dei beneficiari;
  3. gli allestimenti pronti.

Finora la realizzazione di ambienti educativi esterni, a carattere ecologico, in outdoor education, di orti didattici, di attrezzature atte a realizzare esperienze come quelle sopra descritte era possibile grazie a fondi reperiti attraverso le tante collaborazioni che le scuole avevano necessità di creare con enti pubblici e privati. Ora, invece, questi avvisi PON (con candidatura peraltro a sportello) permettono di avere a disposizione una cifra cospicua (€ 25.000) per ogni scuola del primo ciclo che abbia deciso di inviare la sua adesione.

Le scuole del secondo ciclo affrontavano queste tematiche sostenendo spese ingenti, erano coinvolte prevalentemente quelle con uno specifico indirizzo di studio, come gli istituti agrari e alberghieri. Ora invece nessuna distinzione è prevista. Tutte le scuole di secondo ciclo delle regioni indicate dal PON hanno potuto partecipare e ottenere l’autorizzazione alla spesa prevista.

Le criticità

Ma, come sempre accade nei casi di finanziamenti a bando, proliferano le aziende che propongono pacchetti predefiniti che, nel rispetto dei vincoli amministrativo/contabili delle scuole, permettono un notevole risparmio di tempo nella predisposizione del progetto e nella ricerca del fornitore. Esiste, quindi, una criticità storica: fornire uno strumento raffinato non significa saperlo utilizzare. Manca in questo passaggio ecologico/ambientale la formazione specifica e approfondita a cui la scuola deve tendere.

I docenti vanno formati tutti in modo puntuale e non solo gli appassionati. Non basta privilegiare l’esperienza diretta del laboratorio e la naturale esplorazione degli alunni per creare la connessione tra le competenze emotive e sociali e l’apprendimento.

Occorre conoscere lo strumento, occorre saper progettare e valorizzare lo spazio allestito, in modo che possa veramente essere un ambiente di apprendimento.

Occorre riflettere su come ogni materiale naturale e strutturato possa diventare mediatore di apprendimento.

Progettare un’attività in linea con tutti i campi di esperienza/tutte le discipline, con la definizione di competenze e obiettivi specifici, monitorandone, con processi e prodotti, il raggiungimento è un impegno che va guidato da mani esperte che sappiano parlare il linguaggio delle cose concrete all’interno di spazi flessibili.