CPIA, istruzione degli adulti

Linee Guida OCSE per il riconoscimento dei crediti

Il 5 settembre 2022 sono state presentate presso il MI, alla presenza del Ministro Bianchi e di funzionari apicali della Commissione EU, dell’OCSE e dello stesso MI, le «Linee Guida OCSE per il riconoscimento dei crediti nei CPIA». Invero tale documento è stato pubblicato il 15 settembre, mentre in quella sede si è fornita una rendicontazione del percorso progettuale compiuto a partire dal 2020, con il supporto tecnico dell’UE e dell’OCSE.

Il contributo che segue intende riportare i quadri generali delle Linee Guida, mentre un secondo contributo, che sarà pubblicato in un prossimo numero di Scuola7, darà conto degli specifici segmenti.

Una lungimirante sinergia tra MI e OCSE

Il progetto internazionale denominato «Migliorare il riconoscimento dei crediti e la personalizzazione dei percorsi formativi nei CPIA» è articolato in due fasi:

  • la prima realizzata attraverso un ciclo di webinar con la partecipazione di Dirigenti scolastici e componenti delle Commissioni per il Patto formativo di diversi CPIA;
  • la seconda finalizzata a redigere il testo delle Linee Guida[1].

L’obiettivo è quello di elaborare raccomandazioni e indicazioni operative per migliorare strategie e procedure di valutazione delle competenze comunque acquisite dagli adulti frequentanti i CPIA (target: primo livello, II periodo didattico[2]).

Mappa progettuale e fasi di lavoro

Il progetto, avviato a ottobre 2020 e conclusosi a settembre 2022, è stato sviluppato sulla base della seguente mappa organizzativa e delle corrispondenti fasi di lavoro.

Mappa organizzativa: “Riconoscimento crediti e personalizzazione del percorso”

MACROAREEFASI DI LAVORO-PRODOTTISTRUMENTI-AZIONI PROBLEMATICHE
1. Ricerca, raccolta e analisi dei dati• Rapporto sul funziona- mento e sull’ utenza dei CPIA e Rapporto sulle difficoltà del riconosci-mento dei crediti;
• Rapporto sulle pratiche europee;
• Ciclo di webinar rivolto ai DS e ai componenti delle Commissioni del Patto Formativo
• Questionari on line ai 129 CPIA e visite a distanza di 15 CPIA
• Visita di studio virtuale in Belgio
• Webinar a cura del team OCSE (per l’Italia referenti M. Meghnagi e M. Tuccio)
L’assenza di criteri nazionali di riferimento sul riconoscimento dei crediti produce una eterogeneità di pratiche tra i CPIA e all’ interno di uno stesso CPIA.
I docenti chiedono delle Linee Guida nazionali, il loro coinvolgimento nell’elaborazione e una ampia autonomia nell’adattare le prove ai singoli contesti.
2.Raccomandazioni• Gruppi di lavoro con docenti CPIA
• Stesura di Linee Guida preliminari
• Evento di dissemina-zione di tali Linee Guida (Perugia, aprile 2022)
n. 40 partecipanti impegnati su 4 assi formativi:
• asse dei linguaggi (italiano e inglese);
• Asse storico-sociale;
• Asse matematico;
• Asse scientifico-tecnologico.
• Discordanti “visioni” sul processo di riconoscimento dei crediti.
• Prove eterogenee per tipologia, durata, livello di difficoltà.
• Frequente inadeguatezza del contenuto delle prove rispetto al target di riferimento(adulti).
3.Sperimentazione sul campoSperimentazione in 10 CPIA• un campione di docenti predispone delle prove;
• lo stesso campione (con gli studenti) testa le prove;
• il gruppo rivede i materiali e redige i documenti finali;
• il gruppo organizza un evento per la disseminazione di quanto prodotto.
Non rilevate

Quali scenari di riferimento

Le Linee Guida, oltre a inserirsi in un pregresso sistema di riconoscimento dei crediti (ECTS, ECVET), di trasparenza delle qualifiche (Europass, Youthpass) e di valutazione delle competenze (QCER, DigComp, DigCompEdu, GreenComp), assumono come matrici politico-normative di riferimento:

a livello europeo:

  • la Raccomandazione del Consiglio d’EU sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale, 2012 (processo in 4 fasi: identificazione, documentazione, valutazione, certificazione);
  • la Raccomandazione del Consiglio d’EU «Upskilling Pathways», percorsi di perfezionamento del livello delle competenze, 2016 (processo in 3 fasi: bilancio di competenze, offerta formativa personalizzata, certificazione delle competenze);

a livello italiano:

  • la legge 92/2012 (Fornero), che istituisce il sistema nazionale per la certificazione delle competenze e la validazione dell’apprendimento non formale e informale;
  • il D.lgs.n13/2013, il D.I. del 30 giugno 2015, il D.I. dell’8 gennaio 2018, che recepiscono le norme europee;
  • il D.I. del 5 gennaio 2021, che detta disposizioni per l’adozione delle linee guida per l’interoperatività degli Enti pubblici titolari del sistema nazionale di certificazione delle competenze.

La svolta

Ma il passaggio decisivo avviene con la C.M. 22381 del 31 ottobre 2019, la quale recita: “I CPIA (…) certificano la acquisizione delle competenze maturate anche al fine di favorire l’orientamento per la prosecuzione degli studi e contrastare la dispersione scolastica, nonché facilitarel’inserimento nel mondo del lavoro. La certificazione è altresì finalizzata alla messa in trasparenza delle competenze comunque acquisite dall’adulto nella prospettiva dell’apprendimento permanente…”.

Ne discende un percorso di valutazione delle competenze che prevede tre fasi:

a. fase di accoglienza e di orientamento, con test d’ingresso + riconoscimento dei crediti;

b. fase delle sequenze di apprendimento, con valutazione formativa o in itinere;

c. fase di chiusura, con valutazione sommativa o finale.

Operativamente si realizza attraverso:

a. test d’ingresso (ad es, quelli di lingua rivolti a tutti gli studenti, per determinare i livelli di padronanza linguistica, A1, A2, B1…) che consentono di modulare la didattica in funzione delle competenze possedute;

b. prove per il riconoscimento dei crediti, somministrate solo se l’adulto ritiene di possedere delle competenze rilevanti e chiede di poterle certificare (di prassi il CPIA rilascia un attestato e riconosce allo studente dei crediti orari).

Il processo di riconoscimento dei crediti

Premesso che tale percorso si avvia su richiesta della persona interessata e che viene condotto dalla Commissione per la definizione del Patto Formativo Individuale (PFI), tre sono gli step per la sua realizzazione: identificazione, valutazione, attestazione.

Step del processo del riconoscimento dei crediti

 IDENTIFICAZIONEVALUTAZIONEATTESTAZIONE
Finalità: far emergere le competenze possedute, comunque acquisite (quindi anche in contesti non formali e informali)[3]
Strumenti: intervista e libretto personale
Finalità: valutazione del reale possesso delle competenze identificate
Strumenti: valutazione delle evidenze utili e prove ad hoc
finalità: certificazione ufficiale delle competenze possedute e definizione del PFI
Strumenti: modelli del certificato di riconoscimento e del PFI

Esso inoltre deve rispettare i seguenti quattro principi:

  1. non perdere di vista i profili dell’utenza dei CPIA
  2. massimizzare l’utilizzo delle evidenze utili[4]
  3. identificare correttamente gli studenti a cui somministrare le prove
  4. attribuire i crediti in modo coerente.

Principi e declinazione del processo del riconoscimento dei crediti

PRINCIPI DECLINAZIONI TEMATICHE
Non perdere di vista i profili dell’utenza dei CPIA• I destinatari dei Corsi sono adulti, non studenti da scolarizzare
• Le prove debbono essere significative e autentiche (ascrivibili al “mondo reale”)
• I contenuti si devono caratterizzare per una cifra che sposa l’adultità
• È opportuno evitare tematiche sensibili
• Preferire compiti di realtà e simulazioni, invece di prove solo su temi disciplinari
Massimizzare l’utilizzo delle evidenze utili• Privilegiare processi di semplificazione
• È importante poter disporre di un repertorio ragionato di evidenze utili da usare per una convalida delle competenze
• Non esiste un inventario nazionale delle evidenze utili, ma si può attingere a quello delle Linee Guida (www.italy-cpia-guidelines-1-IT-2022.pdf, pp. 16-17)
• Per elaborare un prontuario autonomo a cura del CPIA, si possono coinvolgere Enti qualificati (ad es. il CIMEA per gli stranieri)
Identificare correttamente gli studenti a cui somministrare le prove• I test di ingresso e le prove per il RdC non sono la stessa cosa
• Nella pratica, le prove per il RdC possono quindi risultare più complesse dei test d’ingresso proprio per la loro funzione, quella di convalidare competenze personali non curricolari, per la riduzione del monte ore del piano di studi
• Non moltiplicare le valutazioni, piuttosto praticare quelle essenziali
Attribuire i crediti in modo coerente• Per assicurare omogeneità tra le procedure dei diversi CPIA e garantire trasparenza nel processo, è necessario dotarsi di criteri che prevedano una soglia minima per il possesso di una competenza
• A tal fine si può utilizzare una scala decimale e fissare il 6 come voto minimo
• Il MI ha stabilito che la quota oraria max riconoscibile come credito è pari al 50% del monte orario, riferito al percorso frequentato e non alla singola competenza.

Annotazioni… in itinere

A corollario di queste prime considerazioni, in attesa di un ulteriore contributo che sarà pubblicato in un prossimo numero di Scuola7, si ritiene opportuno proporre alcuni punti di attenzione per meglio comprendere la “materia” trattata.

  • Il focus delle Linee Guida è, come già rilevato, sulla certificazione delle competenze in entrata, ma con specifica curvatura sul “riconoscimento dei crediti”. Si vuole dare, con questa scelta, visibilità e valore aggiunto alla storia personale dell’adulto (approccio biografico) con una ricognizione che, oltre alle aree dei saperi, intercetti le esperienze di apprendimento maturate anche in contesti diversi da quello scolastico.
  • Complementare al suddetto focus c’è l’obiettivo di ribadire ai docenti che i percorsi formativi dei CPIA hanno come paradigma quello dell’apprendimento permanente (vedi D.lgs. 13/2013) e che il loro mandato educativo richiede di recuperare e valorizzare tutto il capitale umano degli adulti, perché possa qualificarsi anche come capitale sociale nell’interesse della collettività.
  • In tale contesto,le raccomandazioni e gli input operativi intendono offrire un supporto concreto alla ottimizzazione del processo di riconoscimento, con la proposta di un modello basato su criteri di qualità rigorosi, ma adottabili da qualsiasi CPIA.

Infine da queste Linee Guida si può ricavare un messaggio sotteso sulla necessità di implementare servizi e pratiche di lifelong learning (LLL) rivolti agli adulti, considerando che l’Italia presenta ancora in Europa inadeguati livelli di LLL[5]. La percentuale di partecipazione degli adulti ad attività di formazione è la più bassa tra i Paesi partecipanti all’indagine PIAAC 2012 (24% contro il 52% della media OCSE) e coinvolge soprattutto gli occupati (81%), che dichiarano di svolgerla principalmente per motivi legati al miglioramento della propria posizione professionale, prevalentemente fuori dall’orario di lavoro, se formale, o prevalentemente all’interno dell’orario di lavoro se si tratta di formazione non formale.


[1] Per approfondimenti vedi:

  • www.oecd.org/els/emp/skills-and-work/adult-learning/ciclo-di-webinar-e-gruppi-di-lavoro.htm
  • articoli su www.edscuola.eu/wordpress/?p=157556;
  • www.ilsole24ore.com/art/istruzione-adulti-presentate-linee-guida-ocse-il-riconoscimento-crediti-AEFeIyxB;
  • www.orizzontescuola.it/istruzione-per-adulti-presentate-al-ministero-le-linee-guida-ocse-per-il-riconoscimento-dei-crediti-bianchi-centrale-per-la-crescita-del-paese/.
  • Nel 2012-13 l’Invalsi aveva curato due Progetti simili denominati: «RiCreARe», «SEPA».

[2] I percorsi di primo livello sono finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e all’acquisizione delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione.

[3] Contesti non formali: connotano il sistema delle Organizzazioni lavorative e/o dell’Associazionismo professionale che erogano formazione, a cui l’adulto partecipa per scelta; Contesti informali: come la vita familiare, l’associazionismo culturale-sportivo, i massmedia, gli eventi musicali-teatrali-ludici, “vissuti” dall’adulto in modo non sempre intenzionale. Vedi il testo di L. Galliani, 2012, in: www. e.learning let.unicas.it/did/Contesti%20 formale.%20informale.%20non”20formale%20 di%20apprendimento%20-%20Nuova%20Didattica.pdf

[4] Le evidenze utili sono rappresentate da certificazioni, attestati, dichiarazioni, titoli. La lista delle evidenze riportata a pag. 17 delle Linee Guida e utile per le competenze acquisite in contesti formali, è tratta dal documento “Procedure e Strumentario per il riconoscimento dei crediti” del progetto RiCreARe (pagg. 39 e 40) disponibile all’indirizzo www.invalsi.it/invalsi/rn/doc_ricreare/15012013/Mat-somm-proce-dura/Doc_Met_Ricreare.pdf. Le altre liste per le competenze non formali e informali, sono il frutto di rielaborazioni degli autori del testo. 6.Vds. Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle competenze della popolazione adulta, C.U., 2021, pp. 7-18 e Istat 2020, Livelli di istruzione e partecipazione alla formazione.