Libri e lettura al tempo dei social

Dall’app18 alle attuali scelte culturali

Circa un mese fa la maggioranza di Governo presentò un emendamento alla Legge di bilancio che prevedeva un rimodellamento del Bonus cultura da 500 euro, conosciuto come “18App”, che i diciottenni utilizzavano per l’acquisto di strumenti culturali: libri, dvd o cd musicali, biglietti per l’ingresso a musei, a spettacoli o, comunque, ad eventi culturali.

Dal 18App alla Carta della cultura e del merito

Successivamente il Presidente della Commissione Cultura della Camera Mollicone annunciò di voler convertire quel tesoretto, finora destinato universalmente a tutti i neomaggiorenni, in una Carta cultura riservata ai soli redditi medio-bassi. La proposta ha dato il via ad un susseguirsi di frizioni tra maggioranza e opposizione, e conseguenti rinvii. Il 21 dicembre scorso una riformulazione della manovra ha guidato la Commissione bilancio verso un approdo condiviso: il Bonus cultura, introdotto dal governo Renzi nel 2016, non sarebbe stato più corrisposto indistintamente a tutti i diciottenni, ma ne avrebbe potuto disporre – a decorrere dal 1° gennaio – solo chi fosse stato in grado di soddisfare uno dei due criteri alternativi: l’uno fondato sulla condizione reddituale, l’altro sul merito.

Senonché il 23 dicembre il Sottosegretario all’Economia Freni ha dichiarando che “per ragioni contabili” non sarebbe stato possibile varare la riforma a partire dal 2023, ma che tutte le novità sarebbero slittate al 2024, consentendo, quindi, un passaggio più graduale ai nuovi criteri individuati dalla maggioranza. Da qui al testo definitivo nella nuova legge di bilancio.

Le nuove disposizioni della legge di bilancio 2023

La nuova Legge di Bilancio, approvata in via definitiva il 29 dicembre 2022, ha stabilito che il bonus per i diciottenni resterà per il 2023, ma in una forma rinnovata.

Carta della cultura e Carta del merito (comma 626 della legge di bilancio)

(…) ai seguenti soggetti sono concesse, a decorrere dall’anno 2023:
a) una “Carta della cultura Giovani”, a tutti i residenti nel territorio nazionale in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità, appartenenti a nuclei familiari con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 35.000 euro, assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età;
b) una “Carta del merito”, ai soggetti che hanno conseguito, non oltre l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età, il diploma finale presso istituti di istruzione secondaria superiore o equiparati con una votazione di almeno 100 centesimi, assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del conseguimento del diploma e cumulabile con la Carta di cui alla lettera a).
(…) Con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dell’istruzione e del merito, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono definiti gli importi nominali da assegnare (…) nonché i criteri e le modalità di attribuzione e di utilizzo della Carta della cultura giovani e della Carta del merito.

In merito alle tempistiche di richiesta ed erogazione del bonus e ai requisiti per ottenerlo bisogna attendere un nuovo Decreto Ministeriale che chiarirà ogni dettaglio. Molto probabilmente, però, i giovani maggiorenni nati nel 2004 potranno presentare richiesta dal 31 gennaio 2023 al 31 ottobre 2023 e spendere il bonus entro il 30 aprile 2024.

Cultura come libera espressione dell’umano

I giovani potranno utilizzare il bonus per finalità a sostegno della cultura, risorsa strategica nel processo di crescita del capitale umano. L’UNESCO, che tiene a sottolineare come il prodotto culturale non sia assimilabile ad altri tipi di merci, lo definisce come un insieme di beni e servizi che includono le arti (visive, architettoniche, di performance), la conservazione del patrimonio (musei, gallerie, biblioteche, archivi) e le industrie culturali (stampa, radio, cinema, discografia). L’obiettivo della “Carta” è quello di spalancare ai giovani una finestra sul mondo della cultura materiale e immateriale che si articola sia nella filiera dello spettacolo fortemente indebolito nell’ultimo biennio dalla crisi pandemica, prima, e ora da quella energetica e dal calo generalizzato dei consumi, sia in quella dell’editoria libraria. L’intento è quello di diffondere l’attitudine alla lettura, promuovere la frequentazione di biblioteche e librerie, valorizzare e sostenere la lingua italiana. È importante promuovere, quindi, l’accesso alla produzione editoriale: può diventare un importante strumento di identificazione e confronto con sé e con gli altri. Saranno le stesse scelte di consumo culturale che aiuteranno ciascun ragazzo a scoprire interessi e aspirazioni e a costruire la propria identità.

La lettura nell’ultimo rapporto CENSIS

Nel capitolo “Comunicazione e media” del 56° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese al 2022 [1] si evidenzia come la spesa per libri e giornali abbia subìto un vero e proprio crollo (-37,7%) e che, a fronte di un 44,8% della popolazione che non fruisce dei mezzi a stampa, il numero dei giovani che si sono allontanati dalla carta stampata abbia registrato una percentuale preoccupante, sempre comunque inferiore alla soglia del 62,9% rilevata nel 2021 e a quella del 65,4% accertata nel 2019. In pratica, sono le classi d’età intermedia, quelle più produttive, ad essersi discostate maggiormente dalla lettura dei testi a stampa. Vittima della pervasività sempre più incisiva del web, la lettura su carta è stata soppiantata dal fenomeno degli e-book e dello streaming che ha privato della necessità del supporto fisico anche i prodotti culturali più tradizionalmente intesi, come i libri: i gigabyte di memoria dell’hard disk di un pc, di un tablet o di uno smartphone consentono una navigazione ipertestuale immediata, disinvolta e gratuita.

Lettura a stampa e lettura digitale

Sono ancora in molti a sostenere che il digitale potrà sostituire completamente il libro cartaceo, ma noi crediamo che la carta stampata resterà ancora un potente mezzo culturale e comunicativo. È necessario, però, impegnarsi su più fronti per far emergere quanto sia importante e insostituibile la lettura per elaborare, trasmettere e conservare il sapere. Con ciò non si intende avviare un’inutile e anacronistica disputa tra i demonizzatori del web e i suoi apologeti. Né però si possono ignorare le differenze intrinseche di un approccio culturale attraverso il libro e un approccio attraverso un e-book, così come non si possono non ignorare le diversità anche a livello di processi di apprendimento attivati.

L’apprendimento di un sapere divulgato in forma tradizionale, promuovendo un’intelligenza di tipo lineare-sequenziale, è in grado di attivare alcune facoltà di tipo cognitivo, come la capacità di recepire nozioni e informazioni, di immagazzinarle e di trasmetterle, ma anche di favorire l’attenzione, la concentrazione, la riflessione, l’elaborazione logica, il pensiero critico. Gli strumenti informatici e telematici rafforzano le capacità individuali di scansione veloce, di selezione e di decodifica dei messaggi iconici; tendono a promuovere un’intelligenza di tipo reticolare. Tuttavia, i giovani, investiti da una quantità enorme di flussi informativi, spesso si possono disorientare e restare suggestionati dalla cosiddetta “intelligenza collettiva” che Pierre Lévy ha teorizzato da quasi un ventennio [2]. Il linguaggio veicolato dai social network può condurre alla nascita di una “cultura convergente” (teorizzata da H. Jenkins nel 2007) [3]. Si tratta sicuramente di una cultura condivisa, partecipativa e solidale, ma, a volte, priva di quelle differenze specifiche che connotano le esperienze maturate personalmente nel corso della vita e che stanno alla base di ogni esigenza comunicativa. U. Galimberti nel suo libro “Psiche e techne” ci avverte: “Sempre più identico è il mondo a tutti fornito dai media, così come sempre più identiche sono le parole stesse a disposizione per descriverlo” [4]. All’interno delle reti sociali il protagonismo dal basso può condurre alla creazione di spazi di culture partecipative con “barriere relativamente basse” [5], ma sostenute dalla convinzione, da parte di ciascuno, dell’importanza del proprio contributo.

Politiche a favore della lettura a stampa

Sono molte le iniziative istituzionali adottate in materia di sostegno alla lettura come attività di contrasto alla povertà educativa e culturale. Ricordiamo la Legge n. 15, entrata in vigore nel marzo 2020, che individua la lettura come un “momento qualificante del percorso didattico ed educativo degli studenti” e come “strumento di base per l’esercizio del diritto all’istruzione e alla cultura nell’ambito della società della conoscenza” (art. 5). La legge propone la valorizzazione delle biblioteche scolastiche, di quelle di pubblica lettura e coraggiose sinergie tra reti di scuole e luoghi di cultura.

Un richiamo particolare merita anche il “Piano Nazionale d’Azione per la promozione della Lettura”, previsto dall’art. 2 della stessa legge, adottato dal Ministero con Decreto 61/2022 [6]. Il piano è coordinato dal CEPELL (CEntro per il Libro e la Lettura), cioè da un organismo autonomo del Ministero della cultura (operativo dal 2010). il Piano, di durata triennale, incoraggia la lettura fin dalla prima infanzia mediante la realizzazione di un circuito culturale integrato.

Dalla medesima legge sono scaturite iniziative pubbliche a sostegno della promozione del libro come, per esempio, il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro” (art. 4) assegnato annualmente dal Consiglio dei Ministri ad una città italiana particolarmente impegnata sul tema; o anche l’istituzione dell’Albo delle “Librerie di qualità” (art. 9) e l’attribuzione della Carta cultura (art. 6).

La lettura nell’era dei social

Nonostante queste iniziative, si è continuato a registrare una crescente disaffezione verso le forme tradizionali di approccio alla cultura umanistico-letteraria. In certi contesti, al di là dell’assenza di librerie e biblioteche “a portata di mano” o del costo eccessivo dei libri quali motivazioni a sostegno dei non-lettori o dei lettori deboli, per i nostri giovani la lettura è considerata un’attività un po’ noiosa che impegna troppo tempo libero da sottrarre agli svaghi ritenuti più divertenti. Certo è che la lettura, in particolare la lettura profonda che implica capacità di comprensione e utilizzo dei testi scritti per capire meglio e riflettere, è una conquista faticosa. Ma il libro resta pur sempre uno strumento indispensabile nonostante non rappresenti più il protagonista esclusivo del processo comunicativo e apprenditivo. Si pensi, per esempio, alla DAD che nella fase emergenziale della trascorsa pandemia è intervenuta strategicamente ad azzerare le distanze geografiche tra sedi scolastiche e abitazioni degli alunni costretti all’isolamento sanitario, contribuendo a mantenere viva e costante la partecipazione all’istruzione. Si pensi alla didattica digitale integrata (DDI) adottata in modalità complementare alla didattica in presenza dal momento in cui si è raffreddata la curva dei contagi.

Digital e stampa a braccetto

Ebbene, affinché la scuola possa sintonizzarsi con giovani che non hanno alle spalle un passato ‘analogico’, è opportuno che la modalità DDI da soluzione di emergenza si configuri, in un’ottica progettuale di sistema, come un approccio metodologico teso al potenziamento e all’integrazione della didattica in presenza. Perché in una società altamente tecnologizzata come quella attuale, reale e virtuale non possono più esistere come due realtà separate e parallele, ma rappresentano ormai territori integrati da una costante e sempre più pervasiva connettività.

Anche nel mondo della scuola la sfida del futuro deve obbedire a nuove forme di interconnessione tra spazi fisici d’aula e spazi virtuali interattivi. In questi contesti di apprendimento integrato la pagina del libro dialoga con lo spazio dello schermo in una fusione strumentale che favorisce l’unitarietà del sapere.


[1] Il 56° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2022 è stato pubblicato il 2 dicembre 2022.

[2] P. Lévy, L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio, Feltrinelli, 1994.

[3] H. Jenkins, Cultura convergente, Apogeo Education, 2007.

[4] U. Galimberti, Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli 1999.

[5] H. Jenkins, op.cit.

[6] Decreto n. 61 del 17 febbraio 2022, Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura di cui all’articolo 2, comma 1, della legge 13 febbraio 2020 n. 15, per gli anni 2021-2023.