Maturità va cercando ch’è sì cara…

Esami di Stato: organizzazione e modalità di svolgimento

L’alternarsi delle stagioni si manifesta in alcuni particolari che per un occhio attento acquistano la forza di simbolo. Così, per Alfred de Musset a marzo, il mese delle sorprese, «on voit le pêcher au soleil/ouvrir ses bourgeons roses»; per Gabriele D’Annunzio sono le «edere rigerminanti», che «con un impeto di giovinezza» assaltano «le tegole allegre di nidi […] già cinguettanti di rondini in amore», ad epitomare lo schiudersi della primavera; mentre è lo spuntare di alcuni funghi nell’aiuola dietro alla fermata del tram a creare in Marcovaldo la fallace illusione che il consueto grigio e misero panorama urbano possa cedere il posto ad un mondo «tutto d’un tratto generoso di ricchezze nascoste».

Nel mondo della scuola, l’arrivo della primavera è tradizionalmente segnalato, anche per l’osservatore più distratto, dalla pubblicazione nel mese di marzo dell’ordinanza che definisce l’organizzazione e le modalità di svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione.

Un ritorno alla normalità

Anche quest’anno l’appuntamento è stato rispettato e il Ministro dell’ostruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il 9 marzo 2023 l’ordinanza ministeriale n. 45 (da qui in poi O.M.), in corso di registrazione presso i competenti organi di controllo.

L’O.M. non presenta sorprese rispetto a quanto già anticipato dalla nota MIM 30 dicembre 2022, prot. n. 2860: l’esame di Stato 2023 torna a configurarsi secondo le disposizioni normative vigenti, di cui al capo III del Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, e ai successivi decreti attuativi 26 novembre 2018, n. 769 e 18 gennaio 2019, n. 37.

Dopo le deroghe dettate dall’emergenza pandemica nel trascorso triennio e le modifiche sostanziali alle sue modalità di svolgimento, l’esame di Stato torna così alla normalità.

Il Ministro Valditara, nel comunicato che accompagna la pubblicazione dell’O.M. sul sito del MIM, nel rimarcare l’importanza dell’Esame di Stato nella vita di ciascuno, si impegna tuttavia, anche nella scelta delle prove scritte, a tener conto dell’eccezionalità delle difficoltà che la pandemia ha disseminato negli ultimi anni lungo il percorso scolastico di studentesse e studenti.

Nei paragrafi successivi proviamo a sintetizzare le caratteristiche più importanti dell’esame 2023.

Requisiti di accesso

I candidati interni sono ammessi all’esame solo se in possesso dei requisiti previsti dal D.lgs. 62/2017, art. 13, comma 2: votazione non inferiore a sei decimi nel comportamento e in ciascuna disciplina (fatta salva la facoltà del Consiglio di classe di ammettere, con giudizio motivato, lo studente anche in presenza di una sola insufficienza); frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale; partecipazione alle prove INVALSI (i cui risultati non avranno tuttavia alcuna ricaduta sugli esiti dell’esame). Anche per quest’anno, in via eccezionale, i PCTO – che, soprattutto nei tecnici e nei professionali, hanno risentito degli effetti negativi della pandemia – continuano a non costituire requisito di ammissione, ma, se svolti, devono costituire oggetto del colloquio (a ribadirne l’importanza, l’O.M., nell’art. 11, dedicato al “Credito scolastico”, introduce il comma 6, in cui si ricorda che i PCTO «concorrono alla valutazione delle discipline alle quali tali percorsi afferiscono e a quella del comportamento, e contribuiscono alla definizione del credito scolastico»).

La composizione delle commissioni

Le commissioni tornano alla composizione stabilita dal D.lgs. 62/2017 (art. 16): presso le istituzioni scolastiche statali e paritarie sede di esami ci sarà una commissione d’esame ogni due classi, presieduta da un presidente esterno all’istituzione scolastica e composta da tre membri esterni e per ciascuna delle due classi da tre membri interni, nominati nel rispetto dell’individuazione operata dal D.M. 25 gennaio 2023, n. 11, delle discipline oggetto della seconda prova scritta e di quelle da affidare ai commissari esterni. Le commissioni d’esame sono articolate in due commissioni/classi (la scelta della denominazione di “commissioni/classi” operata dall’O.M. rende maggiormente perspicua l’indipendenza e l’autonomia operativa ed istituzionale di quelle che nelle precedenti ordinanze erano definite “sottocommissioni”).

Prove scritte nazionali

Dopo che negli a.s. 2019/20 e 2020/21 erano state sostituite dal solo colloquio e nell’esame di Stato 2022 la seconda prova era stata elaborata localmente dai docenti disciplinaristi di tutte le sottocommissioni presenti nella scuola, nel 2023 tutte le prove scritte previste dall’articolo 17 del D.lgs. 62/2017 tornano ad essere a carattere nazionale, con una sola eccezione riguardante gli istituti Professionali di nuovo ordinamento.

La seconda prova nell’istruzione professionale

La revisione che li ha riguardati, avviata dal D.lgs. 13 aprile 2017, n. 61, e giunta a regime nel corrente a.s. 2022/2023, richiede infatti un ripensamento radicale della loro seconda prova, che dovrà vertere non sulle discipline, ma sulle competenze in uscita e sui correlati nuclei fondamentali di indirizzo.

Di conseguenza, la sua predisposizione non può che essere il prodotto della declinazione di indicazioni ministeriali da parte delle commissioni operanti presso la singola istituzione scolastica.

Martedì 20 giugno il Ministero farà, pertanto, pervenire tramite plico telematico (la chiave per l’apertura del plico verrà fornita alle ore 8:30) la sola “cornice nazionale generale di riferimento” della prova, ovvero:

a) tipologia della prova da costruire, tra quelle previste nel “Quadro di riferimento” dell’indirizzo (adottato con d.m. 15 giugno 2022, n. 164);

b) nucleo o nuclei tematici fondamentali di indirizzo scelti tra quelli indicati nel “Quadro”, cui la prova dovrà riferirsi.

Predisposizione della seconda prova nell’istruzione professionale

Entro mercoledì 21 giugno (mercoledì 6 luglio per la sessione suppletiva), i docenti di tutte le commissioni/classi presenti in Istituto, titolari in classi parallele (stesso percorso e stesso quadro orario) delle discipline di indirizzo coinvolte nella prova, elaboreranno collegialmente tre proposte di traccia, in cui le indicazioni ministeriali saranno declinate in relazione allo specifico percorso formativo attivato, con riguardo al codice ATECO, in coerenza con le specificità del Piano dell’offerta formativa e tenendo conto delle informazioni contenute nei documenti del 15 maggio, nonché della dotazione tecnologica e laboratoriale d’istituto (se nella scuola è presente un’unica classe di un determinato percorso, l’elaborazione delle proposte di traccia è sarà effettuata dai soli docenti della commissione/classe). Contestualmente è sarà definita anche la durata della prova (nei limiti e con le modalità previste dai “Quadri”) e la sua eventuale articolazione in due giornate: in tal caso, ai candidati verranno fornite specifiche consegne all’inizio di ciascuna giornata d’esame.

Tra le proposte approntate, il giorno dello svolgimento della seconda prova scritta, è sorteggiata la traccia da assegnare ai candidati.

In un’apposita riunione, da svolgersi prima dell’inizio delle operazioni di correzione della prova, i medesimi docenti coinvolti nella stesura della traccia elaborano poi uno strumento di valutazione condiviso.

La necessità di un’elaborazione della seconda prova in loco, secondo modalità che sono state solo in parte esplorate (nell’a.s. 2018/19, con l’affidamento alla Commissione della produzione della seconda parte, e nell’a.s. 2021/22, con la già ricordata elaborazione di una seconda prova di Istituto), rappresenta un’innovazione di non poco conto. Per tale motivo, il CSPI, nell’esprimere, nella seduta plenaria n. 97 del 7 marzo 2023, il proprio parere favorevole sull’O.M., auspica da parte del MIM «l’attuazione di adeguate misure di accompagnamento (FAQ, video- tutorial, ecc.), al fine di rendere chiara la modalità di preparazione della prova anche attraverso simulazioni coordinate a livello nazionale».

Il colloquio pluridisciplinare

Liberato dal compito impropriamente assegnatogli negli anni pandemici di sopperire alla mancanza delle prove scritte, il colloquio torna ad essere la prova in cui il candidato, in una prospettiva multi e interdisciplinare, dimostra di aver acquisito:

  • i contenuti e i metodi propri delle singole discipline;
  • di sapere utilizzare le conoscenze acquisite e metterle in relazione in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera;
  • di saper analizzare criticamente le esperienze complessivamente maturate nei PCTO, anche in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale;
  • di aver maturato le competenze e le conoscenze previste dalle attività di Educazione civica.

Nel corso del colloquio, si accertano anche le conoscenze e le competenze nella disciplina non linguistica veicolata in lingua straniera attraverso la metodologia CLIL, qualora il docente della disciplina coinvolta faccia parte della commissione/classe di esame (mentre nell’O.M. 10/2020, veniva precisato che il docente in questione doveva essere un commissario interno;, nell’attuale OM la precisazione è scomparsa: probabilmente si tratta però di una dimenticanza dovuta al fatto che negli ultimi tre anni i commissari erano tutti interni).

Il materiale per il colloquio

Come disposto dal D.M. 18 gennaio 2019, n. 37, il colloquio prende l’avvio dall’analisi del materiale proposto dalla sottocommissione, attinente alle Indicazioni nazionali per i Licei e alle Linee guida per gli Istituti tecnici e professionali e finalizzato a favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare.

Nella predisposizione del materiale, alla procedura di sorteggio voluta dall’O.M. 10 marzo 2019, n. 205, la nuova O.M. preferisce, come del resto già avvenuto negli ultimi tre anni, una scelta operata dalla commissione/classe tenendo conto del personale percorso di apprendimento del candidato.

Analogamente, per quanto, a differenza di quelle delle prove scritte, essa non sia richiesta dalla normativa, l’O.M. ripropone, ricalibrata nel punteggio, la stessa griglia di valutazione del colloquio (Allegato A all’O.M.), introdotta tre anni fa dall’O.M. 16 maggio 2020, n. 10, e poi adottata nelle due successive tornate di esami.

Il punteggio

La ripartizione dei cento punti torna ad essere quella prevista dal D.lgs. 62/2017: quaranta punti massimo al credito scolastico e venti punti per ciascuna delle due prove scritte e per il colloquio.

Mentre non esiste alcun punteggio minimo per la singola prova, il punteggio minimo complessivo per superare l’esame di Stato è di sessanta centesimi (O.M., art. 28, comma 3).

La commissione/classe può motivatamente integrare il punteggio fino a un massimo di cinque punti, se il candidato abbia però ottenuto un credito scolastico di almeno trenta punti e un risultato complessivo nelle prove d’esame pari almeno a cinquanta punti (O.M., art. 16, comma 9, lettera c) e art. 28, comma 4).

Immutate rimangono le condizioni necessarie per attribuire la lode: unanimità della classe/commissione, punteggio massimo in ciascuna prova d’esame, credito scolastico di cinquanta punti sempre attribuito con voto unanime del consiglio di classe.

Il calendario

  • Riunione plenaria (presidente e commissari delle due classi abbinate): lunedì 19 giugno 2023 alle ore 8:30, presso l’istituto di assegnazione (nel caso si operi su più sedi, presso la prima sede della commissione);
  • Prima prova scritta: mercoledì 21 giugno 2023, dalle ore 8:30 (durata della prova: sei ore);
  • Seconda prova scritta: giovedì 22 giugno 2023 (durata prevista nei quadri di riferimento allegati al D.M. n. 769 del 2018 e, per i professionali, al D.M. 15 giugno 2022, n. 164);
  • Terza prova scritta: martedì 27 giugno 2023, dalle ore 8:30 (solo per i percorsi EsaBac ed EsaBac techno e nei licei con sezioni a opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca);
  • Prima prova scritta suppletiva: mercoledì 5 luglio 2023, dalle ore 8:30;
  • Seconda prova scritta suppletiva: giovedì 6 luglio 2023, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi laddove si svolga in più giorni;
  • Correzione delle prove: ciascuna commissione/classe inizia la correzione – che può essere effettuata anche per aree disciplinari – e la valutazione delle prove scritte al termine della seconda prova, dedicando un numero di giorni congruo rispetto al numero dei candidati da esaminare. Nella correzione la commissione può operare per aree disciplinari (O.M., art. 21, comma 6; la precisazione risultava inopinatamente assente nell’O.M. 14 marzo 2022, n. 65);
  • Colloqui: almeno due giorni dopo la pubblicazione degli esiti delle prove scritte (sono esclusi dal computo le domeniche e i giorni festivi intermedi);
  • Colloquio suppletivo: entro il termine di chiusura dei lavori previsto dal calendario deliberato dalla commissione per entrambe le classi abbinate. In tale caso, lo scrutinio finale della classe cui il candidato appartiene viene effettuato dopo il colloquio;
  • Scrutinio, adempimenti conclusivi e pubblicazione dei risultati: ciascuna commissione/classe si riunisce per le operazioni finalizzate alla valutazione finale e all’elaborazione dei relativi atti subito dopo la conclusione dei colloqui di propria competenza; al termine delle operazioni, l’esito dell’esame è pubblicato contemporaneamente per tutti i candidati di ciascuna classe.