Educazione motoria alla scuola primaria

Il concorso ai nastri di partenza

È stato finalmente bandito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) il concorso Insegnanti Educazione Motoria 2023[1]; vi sono ben 1740 posti comuni, vacanti e disponibili per docenti nell’anno scolastico 2023/2024 per le classi quarte e quinte della scuola primaria.

Il concorso, bandito a livello nazionale, è organizzato su base regionale con domanda di partecipazione (entro il 6 settembre u.s.) solo in modalità telematica, tramite la piattaforma web POLIS.

Chi può partecipare

Per poter partecipare è necessario possedere i requisiti generali previsti dai concorsi pubblici ed uno dei seguenti titoli di studio:

  • laurea magistrale conseguita nella classe LM-67 «Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate» o nella classe LM-68 «Scienze e tecniche dello sport» o nella classe LM-47 «Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie»;
  • titoli di studio equiparati alle predette lauree magistrali ai sensi del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 luglio 2009 o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente.

È richiesto altresì, il possesso dei 24 crediti formativi universitari (CFU) acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extracurricolare in discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, come stabilito dal DM 616/2017.

Il concorso è articolato in una prova scritta, una prova orale e una successiva valutazione dei titoli. Le commissioni giudicatrici disporranno di duecentocinquanta punti, di cui cento per la prova scritta, cento per la prova orale e cinquanta per i titoli.

La prova scritta

La prova scritta si svolgerà nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione, nelle sedi individuate dagli Uffici Scolastici Regionali competenti per territorio.

Avrà una durata massima di 100 minuti e sarà articolata in50 quesiti, che verteranno sul programma d’esame di cui all’Allegato A del DM 80/2022[2].

Nello specifico:

  • 40 quesiti a risposta multipla, volti all’accertamento delle competenze e delle conoscenze del candidato;
  • 5 quesiti a risposta multipla sulla conoscenza della lingua inglese al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue;
  • 5 cinque quesiti a risposta multipla sulle competenze digitali inerenti all’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali più efficaci per potenziare la qualità dell’apprendimento.

Ciascun quesito consiste in una domanda seguita da quattro risposte, delle quali solo una sarà esatta; ciascuna risposta corretta comporterà l’attribuzione di 2 punti mentre ciascuna risposta errata o mancante comporterà l’attribuzione di 0 punti.

L’ordine dei 50 quesiti sarà somministrato in modalità casuale per ciascun candidato. La prova, computer-based, sarà superata dai candidati che conseguiranno il punteggio minimo di 70 punti. Il superamento della prova scritta è ovviamente condizione necessaria per l’accesso alla prova orale. Non è prevista la pubblicazione preventiva di una banca data dei quesiti.

Prova orale e valutazione dei titoli

I candidati che supereranno la prova scritta saranno ammessi a sostenere la prova orale, che si svolgerà sempre nella regione di riferimento e nelle sedi individuate dall’USR responsabile della procedura concorsuale.

La prova orale, secondo quanto previsto dall’Allegato A al DM 80/2022, sarà finalizzata all’accertamento della preparazione del candidato e a valutare la padronanza della disciplina, la relativa capacità di progettazione didattica efficace, anche con riferimento all’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali.

La prova orale, la cui durata complessiva sarà di 30 minuti, consisterà nella progettazione di una attività didattica, comprensiva dell’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute e di esempi di utilizzo pratico delle tecnologie digitali. Mediante questa prova si valuteranno altresì la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

Supereranno la prova i candidati che conseguiranno il punteggio minimo di 70 punti su 100.

I titoli accademici, scientifici e professionali, valutabili per un massimo di 50 punti, sono indicati nella specifica tabella di cui all’Allegato B del decreto ministeriale del 30 marzo 2022[3].

Commissioni giudicatrici e graduatorie di merito

Le commissioni di concorso saranno costituite con decreto del Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale responsabile della procedura.

La commissione giudicatrice, a seguito degli esiti della prova scritta, della prova orale e della valutazione dei titoli, procederà alla compilazione delle graduatorie di merito regionali. Il punteggio finale sarà espresso in duecentocinquantesimi.

Il superamento di tutte le prove concorsuali, attraverso il conseguimento dei punteggi minimi, costituirà abilitazione nei casi in cui il candidato ne sia privo. L’attestazione della relativa abilitazione sarà a cura dell’USR responsabile della procedura.

Educazione motoria nella scuola primaria: una grande conquista

Con la legge n. 234/2021 è stato introdotto nella scuola primaria per la classe quinta, a decorrere dall’anno scolastico 2022/2023, e per la classe quarta, a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, l’insegnamento di educazione motoria affidato a docenti specialisti forniti di idoneo titolo di studio. Sono due ore aggiuntive rispetto all’orario ordinamentale di 24, 27 e fino a 30 ore contemplato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 89/2009. Rientrano invece nelle 40 ore settimanali per gli alunni delle classi interessate con orario a tempo pieno. In queste ultime, le ore di educazione motoria possono essere assicurate in compresenza.

Le attività connesse all’insegnamento di educazione motoria, affidate al docente specialista, rientrano nel curricolo obbligatorio e, pertanto, la loro frequenza non è né opzionale né facoltativa.

Si tratta di una conquista per la Scuola italiana considerando che l’educazione motoria nella scuola primaria, nonostante l’apporto insostituibile fornito ad un armonico sviluppo psicofisico, non aveva una quantificazione oraria obbligatoria e veniva svolta da un insegnante senza una qualifica specifica.

Pratica motoria e benefici sullo sviluppo psico-fisico

Siamo tutti consapevoli che il movimento, praticato regolarmente, produce numerosi benefici sulla crescita e sullo sviluppo psico-fisico. L’attività fisica è sicuramente uno dei principali strumenti di promozione del benessere anche in età adulta e in età avanzata e produce effetti positivi nel breve e nel lungo termine.

Attraverso una regolare attività fisica si promuove un corretto sviluppo osseo e si irrobustisce l’organismo. A livello muscolo-scheletrico il movimento conferisce maggiore forza e resistenza; incrementa anche la resistenza cardio-respiratoria e mantiene la pressione sanguigna a livelli ottimali.

È particolarmente importante nell’età evolutiva per una crescita armonica. Sappiamo che in Italia, secondo dati recenti, il 21% dei bambini risulta in sovrappeso ed oltre il 9% è in situazione di obesità.

Obesità e sovrappeso derivano non solo da una cattiva alimentazione ma anche dai ritmi di vita tipici della società attuale e che costringono i bambini a passare da stili frenetici, sempre di corsa, a lunghi momenti di forzata sedentarietà, magari rapiti completamente da smartphone e videogiochi con le ben note conseguenze negative.

Il corpo è la casa in cui vivremo per tutta la vita e, quindi, è nostro dovere prendercene cura sin dalla tenera età.

Pratica motoria e benefici sullo sviluppo psico-sociale

Una regolare attività motoria reca benefici anche dal punto di vista psico-sociale. Praticando attività fisica, infatti si producono le endorfine, dette anche “ormoni della felicità” in quanto provocano una sensazione di rilassamento che favorisce un benessere diffuso. Muoversi consente altresì di liberarsi dallo stress in maniera sana; la pratica sistematica dell’attività motoria sollecita pure lo sviluppo di un’adeguata autostima ed essere soddisfatti per gli obiettivi quotidiani raggiunti incrementa la fiducia nelle proprie capacità.

L’attività motoria favorisce anche lo stare insieme, il lavorare in squadra e, quindi, le relazioni sociali. Affina la conoscenza di noi stessi ma anche quella del gruppo. Sprona a superare i limiti, a coltivare l’umiltà e la determinazione necessaria per raggiungere un obiettivo, ad essere resilienti e creativi, a rispettare l’altro: in altre parole promuove quei valori e quelle life skills che rendono i bambini di oggi, persone migliori domani.

Anche l’apprendimento[4] trae beneficio dall’attività motoria in quanto migliora l’attenzione, la concentrazione, le capacità cognitive e la coordinazione.

Ricordiamo anche la teoria delle intelligenze multiple[5] di Gardner. Tutte godono di pari dignità e meritano di essere coltivate, ivi compresa l’intelligenza corporeo-cinestetica.

Il provvedimento normativo che introduce nella scuola primaria un numero minimo di ore settimanali di educazione motoria, affidate ad insegnanti con specifiche competenze, è un passo importante nella direzione della doverosa valorizzazione di questa preziosa forma di intelligenza.

Educazione motoria sin dalla scuola dell’infanzia

Proprio perché la pratica sistematica dell’attività motoria produce effetti benefici sullo sviluppo psico-fisico e sociale e sugli apprendimenti sarebbe opportuno prevedere anche per la scuola dell’infanzia docenti con competenze specifiche cui affidare in maniera sistematica tale attività.

La scuola dell’infanzia, infatti, è una finestra temporale privilegiata sia per l’osservazione professionale che per l’intervento pedagogico. Ma soprattutto è il luogo privilegiato per lo sviluppo dei prerequisiti cognitivi dell’apprendimento.

Infatti, per muoversi adeguatamente nello spazio-foglio, il bambino deve imparare a muoversi prima nello spazio-fisico circostante e per utilizzare efficacemente la penna deve innanzitutto imparare ad usare la mano: da qui l’importanza dell’attività motoria per un sereno ed efficace processo di apprendimento.

Pratica motoria per una società più sana

Dunque, l’attività motoria svolta in maniera sistematica e con il supporto di docenti specializzati costituisce una pratica pedagogica di qualità. Rientra quindi tra i pilastri dell’educazione[6]: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere con gli altri e imparare ad essere.

Consentire, sin dalla più tenera età, l’acquisizione di un ricco e variegato alfabeto motorio, preziosa fonte di evoluzione cognitiva ed apprenditiva è, sicuramente, un’esperienza chiave nella crescita, in grado di trasformare in persone migliori e porre le fondamenta di una società più sana e serena.


[1] Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente relativi all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, di cui all’articolo 1, commi 329 e seguenti, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.

[2] Programma d’esame, parte generale, Allegato A.

[3] Tabella dei titoli valutabili. Allegato B.

[4] Duncan P. Van Dusen et al. Associazione dell’attività fisica e della prestazione scolastica tra gli scolari in «American School Health Association», Journal of School Health, 2011; Esteban-Cornejo et al. Influenza indipendente e combinata dei componenti dell’attività fisica sul rendimento scolastico nei ragazzi in The Journals of Pediatrics, 2014.

[5] Gardner H. Multiple Intelligences: New Horizons in Theory and Practice, Paperback, 2006.

[6] https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000109590