La crisi della collegialità

Nel 1974, quando apparvero i Decreti delegati, tutti (o quasi) salutarono con favore l’apertura della scuola alla cultura della partecipazione e della collegialità. Con gli Organi Collegiali, si delineava il tramonto di un sistema fino ad allora troppo autoreferenziale, troppo autoritario, troppo opaco nelle sue decisioni e nelle sue valutazioni; genitori ed anche alunni venivano chiamati ad esprimere le loro

Alla ricerca della motivazione perduta

Negli ultimi anni sta montando tra i docenti una diffusa insofferenza per la presenza nella scuola dei genitori, visti sempre più come i sindacalisti dei propri figli. Parallelamente si può constatare una diffusa diffidenza e insoddisfazione di molti genitori nei confronti dei docenti accusati di non ascoltare le richieste delle famiglie e di non preoccuparsi fino in fondo del successo

Mobilitare scuola e territorio insieme

Nel Rapporto del 13 luglio 2020[1] del Comitato presieduto dall’allora professore Patrizio Bianchi erano stati inseriti due paragrafi dedicati ai Patti educativi (1.5 e 1.6: Autonomia, comunità educante, scuola inclusiva), con riferimento ai dettami Costituzionali di solidarietà (art. 2) e sussidiarietà orizzontale (art. 118). Una scuola che interagisce con il territorio Il suggerimento del Comitato di promuovere tali Patti per

Tra attese e prospettive

Due grandi “patti” tra politica e forze sociali hanno coinvolto il sistema formativo del nostro Paese, a supporto di cambiamenti intervenuti tra lo sviluppo tecnologico e l’innovazione delle aziende; alla fine del secolo scorso si è imposta una svolta nel miglioramento della qualità del lavoro e della conseguente preparazione dei giovani. Dall’offerta integrata alla concertazione Il patto sottoscritto dal Governo