Novità per l’inglese alle elementari?

Do you speak English in your primary classes?

L’insegnamento di una lingua straniera è stato inizialmente introdotto nella scuola elementare italiana con la legge 148/1990, art. 10, e con il rispettivo decreto attuativo, DM 28.06.1991. Da allora il dettato normativo, confermato dai DD.PP.RR. 81 e 89 del 2009, ha portato nelle odierne scuole primarie al superamento della figura dell’insegnante specialista di inglese, a favore del docente specializzato che, in possesso di determinati requisiti quale ad esempio il livello QCER pari al B1, insegna inglese nelle proprie classi. In particolare il c. 5 dell’art. 10 del DPR 81/2009 prevede che:

– gli insegnanti attualmente non specializzati siano obbligati a partecipare ad appositi corsi triennali di formazione linguistica, secondo le modalità definite dal relativo piano di formazione;

– i docenti, dopo il primo anno di formazione, siano impiegati preferibilmente nelle prime due classi della scuola primaria;

– fino alla conclusione del piano di formazione, e comunque fino all’anno scolastico 2011/2012, siano utilizzati, in caso di carenza di insegnanti specializzati, insegnanti specialisti esterni alle classi.

2011/2012… In realtà, pur se piuttosto ridimensionati nel numero, gli specialisti di lingua inglese non sono affatto scomparsi dagli organici di scuola primaria. È utile ricordare che posseggono i requisiti per insegnare inglese i docenti che accedono alla primaria per concorso, superando la prova di lingua inglese, oppure con la laurea in scienze della formazione primaria, ovvero la laurea in lingue straniere valida per la scuola secondaria (e coloro che hanno frequentato specifici corsi ad hoc organizzati dal MIUR).

E la formazione dei docenti privi dei requisiti?

Avviata nel 2010 con lo scopo di riqualificare il personale già in servizio, la formazione per le competenze linguistico-comunicative e metodologico-didattiche si è strutturata in alcune fasi e altrettanti “contingenti”, della durata di tre annualità (indicativamente: il primo anno dal livello A0 ad A1, il secondo da A1 ad A2 e il terzo da A2 a B1, con un corso metodologico a completamento). Al termine del percorso sono i centri linguistici di Ateneo (CLA), a seguito di apposite convenzioni con gli UU.SS.RR., ad attestare mediante esame di verifica delle competenze (CEPT) il conseguimento del livello B1 QCER. Per ottenere l’idoneità, attestata dal Direttore Generale dell’USR, sono necessari sia il superamento di detto esame sia il completamento dei percorsi linguistici e metodologici di cui sopra. La formazione del primo contingente, affidata a INDIRE e decentrata alle scuole, è partita nel 2010 ed è terminata nel 2014, mentre il secondo contingente, sempre assegnato a INDIRE e decentrato ad alcune scuole polo, è stato avviato nel 2012 e, causa alcune asincronie, rallentamenti e interruzioni forzose, è tuttora in corso e dovrebbe essere completato entro quest’anno scolastico. Sicuramente INDIRE, in accordo col MIUR, predisporrà nell’immediato futuro le soluzioni tecniche e le convenzioni necessarie allo svolgimento e al completamento di tali percorsi, che hanno avuto sinora una vita piuttosto accidentata.

Nel 2014 si era infine ventilata l’ipotesi dell’avvio di un terzo contingente, che però è tuttora chiuso nel cassetto.

Cambia qualcosa con il Piano di formazione 2016-19?

Ora, come già ricordato nel precedente contributo sul CLIL nel numero 20 di Scuola7, le competenze di lingua straniera sono state inserite nel Piano per la formazione dei docenti 2016-19 come una delle nove priorità (la 4.4), e il Ministro Giannini, nel comunicato stampa di presentazione del Piano, il 3 ottobre scorso, ne ha parlato come esempio concreto di compimento delle azioni formative garantite dal MIUR. Sembra delinearsi l’idea che il Piano di formazione linguistica sia oggetto di specifiche azioni e indicazioni dell’amministrazione centrale, probabilmente svincolate dalle risorse che stanno per essere assegnate alle scuole polo per la formazione. Appare plausibile che non si prosegua con il terzo contingente nella struttura sinora conosciuta, ma che verranno delineate nuove modalità di formazione, in coerenza con il predetto Piano. Gli obiettivi sono assai ambiziosi, anche per le scuole dei più piccoli. Si prevedono in tre anni azioni formative per 10.000 docenti di scuola dell’infanzia, affinché raggiungano il livello B1. Altrettanti docenti di scuola primaria si ipotizza possano essere impegnati nel raggiungimento del B1, ma non viene spiegato come: mediante il completamento e l’estensione dei corsi in atto, ad esempio, recuperando il terzo contingente? C’è poi una meta ancora più ambiziosa di questa, che si prefigge di formare 25.000 docenti di scuola primaria, impegnandoli in percorsi di formazione linguistica con elementi di metodologia didattica innovativa per il raggiungimento del livello B2.  Per 10.000 di questi docenti è previsto altresì un successivo percorso di metodologia CLIL, in quella che il 3 ottobre il ministro ha definito “insistenza ossessiva sull’insegnamento CLIL”. Si tratterebbe pertanto di 45.000 docenti da formare, nelle scuole dell’infanzia e primaria, una cifra consistente e sicuramente impegnativa…

Le questioni ancora aperte

È indubbio che prima si inizia con l’insegnamento di una lingua straniera, maggiori saranno i risultati; questo già a partire dalla scuola dell’infanzia, dove si registrano peraltro esperienze significative, sotto forma di insegnamento vero e proprio o di sensibilizzazione alla pluralità di lingue e culture: alcune meno strutturate, altre ben documentate e monitorate, e che tengono in considerazione non solo l’età, ma una serie di fattori, fra cui l’approccio trasversale ai campi di esperienza. Si vedano ad esempio il monitoraggio sulle esperienze in lingua straniere nella scuola dell’infanzia, della fine del 2014, o l’esperienza di ricerca sul profilo e le competenze per l’inglese del docente di scuola primaria, del 2007 ma tuttora valido.

Rimangono però sul piatto alcune questioni aperte. In primo luogo:

  • Il reclutamento dei 45.000. Avverrà su base volontaria? Diversamente da quanto accade con il CLIL ordinamentale, quello delle scuole secondarie di secondo grado, dove sembra esserci una decisa spinta propulsiva dal basso – che si manifesta in una forte motivazione dei docenti, nella percezione della carica innovativa del disposto normativo e in un alto tasso di partecipazione alle attività formative –, i corsi dei contingenti di scuola primaria di cui sopra sono stati percepiti a volte come prescrittivi e forzosi e, complici anche le interruzioni e i rallentamenti di cui si diceva prima, hanno avuto bisogno di incoraggiamenti continui e di necessari tamponamenti. Le iniziative che andranno a proporsi dovranno pertanto essere ben strutturate, accattivanti, continuative ed efficaci, se si vuole che abbiano successo;
  • Il livello B1. Tale livello-soglia, ma non solo, necessita di essere regolarmente “rinfrescato”, consolidato, sedimentato, rinforzato, implementato. Non è sufficiente raggiungere un livello intermedio e darlo poi per acquisito, né da parte del docente, né da parte dell’amministrazione. In quest’ottica si è mosso nelle scorse settimane l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, con una serie di incontri di formazione linguistica, a valenza anche metodologica, rivolti prioritariamente a docenti già utilizzati nelle classi per insegnare lingua inglese, formatisi attraverso le recenti azioni promosse dal MIUR. Una strada da perseguire, con costanza e autentico impegno, anche da parte dell’amministrazione centrale, specialmente sul fronte metodologico.

Una provocazione finale: i bambini hanno diritto a un insegnamento dignitoso e significativo, anche di lingua straniera. Qualora manchi, per condizioni esterne o circostanze particolari, è meglio, pur di rispettare il dettato normativo e la distribuzione degli organici, che essi entrino in contatto con una lingua inglese approssimativa e imprecisa, oppure sarebbe per loro addirittura più fruttuoso bypassare e attendere tempi migliori?

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Glossario essenziale:

Docente specialista: è un insegnante di scuola primaria, in possesso dei requisiti richiesti, al quale è affidato solo l’insegnamento di lingua inglese in 6-7 classi.

Docente specializzato: è un insegnante di scuola primaria che, in possesso dei requisiti richiesti, insegna inglese solo nelle sue classi.

I livelli di competenza

In Europa sono utilizzati come parametri per la valutazione delle conoscenze linguistiche sei livelli di competenza (A1, A2, B1, B2, C1, C2, più i tre intermedi A2+, B1+, C1+), ripartiti in tre ampie fasce di competenza (base, autonomia, padronanza).

A: BASE

A1: livello base

A2: livello elementare

B: AUTONOMIA

B1: livello intermedio o di soglia

B2: livello intermedio superiore

C: PADRONANZA

C1: livello avanzato o di “efficienza autonoma”

C2: livello di padronanza