Per un’idea di scuola… Educare, insegnare, apprendere

Un interessante convegno a Montesilvano (PE)

Promosso dal Centro Lisciani di Formazione e Ricerca diretto dal Prof. Carlo Petracca, ideatore dell’evento, il convegno di Montesilvano (23-25 marzo 2018) è stato articolato in tre sezioni caratterizzate da temi specifici, ma strettamente interconnessi, volti non a pensare al fare, ma a pensare sul fare: l’educare … l’insegnare … l’apprendere.

Quale idea di scuola è emersa dalle voci ascoltate? Quali spazi di pensiero si sono aperti?

Di seguito vengono indicati gli strumenti che dovrebbero essere suonati a scuola.

L’EDUCARE. Cittadinanza e Costituzione – Inclusione – Gestione della complessità

Lo strumento di Cittadinanza e Costituzione

Da ogni intervento sono emersi in filigrana gli elementi costitutivi dell’idea di Uomo: un uomo educato al pensiero, meno automa quindi, forse “condannato” a diventare più intelligente, come sostiene Michele Serres; un uomo più consapevole, preparato a difendere i diritti inviolabili di ognuno sempre e comunque, e proteggere sfere di libertà fondamentali, per svegliare l’aurora (Luciano Corradini).

Lo strumento dell’Inclusione

L’handicap non sta nella persona, ma negli spazi che non sanno accogliere; allora è l’intera scuola che deve essere pensata come inclusiva, in quanto comunità sensibile alle differenze: “tutti diversi come me”. Per realizzare un progetto di personalizzazione dell’insegnamento, a ciascuno va fornito il proprio abito, affinché ognuno possa diventare la miglior persona possibile. È tempo di una didattica inclusiva e orientativa, a contrasto del disagio e contro la dispersione scolastica, per sviluppare senso di appartenenza. Il concetto di inclusione è olistico, perché riguarda tutte le discipline, tutto il sapere: richiama l’idea di equità, piuttosto che di uguaglianza (Luigi Guerra).

Lo strumento di gestione della complessità e dei saperi

Il pensiero della complessità ci invita a superare le false dicotomie: natura vs cultura, formazione umanistica vs formazione scientifica, le due culture, teoria vs ricerca/pratica, conoscenze vs competenze, specializzazione vs interdisciplinarità, specializzazione vs complessità, hard skills vs soft skills. Per contrastare la società dell’irresponsabilità e la rischiosità del rischio. Siamo stati gettati nell’ipercomplessità (sociale, cognitiva, soggettiva, etica), ed ora dobbiamo fornire agli studenti gli strumenti per gestirla, nella consapevolezza che occorre pianificare, progettare azioni pensate: non intervenire sulle emergenze, ma educare al metodo scientifico. Necessario il passaggio da un apprendimento per accumulazione ad un apprendimento per cooperazione, finalizzato alla nascita di una nuova cultura della Comunicazione, perché comunicazione è complessità, responsabilità,  organizzazione, INCLUSIONE, cittadinanza (Piero Dominici).

L’INSEGNARE. La lingua – Il pensiero logico – Il coding

Lo strumento della conoscenza approfondita della lingua italiana

L’uomo è la parola, venire al mondo è chiedere la parola, una parola che libera e che unisce. È necessario distinguere tra acquisizione della lingua e apprendimento: quest’ultimo ha radici più profonde, investe anche le emozioni della lingua. Osserviamo invece un cattivo uso della nostra lingua a livello professionale. Siamo ancora in cammino rispetto alla nostra storia di apprendimento della lingua. Nel nostro cervello non vi è un’area deputata alla scrittura: l’apporto della mano è decisivo (Francesco Sabatini). La lettura è un atto di libertà in un’interdipendenza sociale che vuole abbattere la paura di non capire: negli anni ‘90, con l’avvento del game-book, il lettore diviene protagonista e orienta la lettura. Salta la linearità del racconto, ma la scuola non ha recepito le grandi potenzialità insite in questa rivoluzione (Livio Sossi).

Lo strumento del pensiero matematico e computazionale

La matematica è un’affascinante attività del pensiero umano: per imparare a comportarsi in modo razionale in un contesto di incertezza, padroneggiando i concetti logici e matematici di rapporto, proporzione, relazione (Michele Pellerey) legati al processo computazionale, cioè di trasformazione; per sviluppare la capacità di elaborare un ingresso per ottenere un’uscita, in un continuum che può anche ripetersi senza terminare mai. Si diventa capaci di immaginare una sequenza di rappresentazioni (Enrico Nardelli). Non si tratta di problem-solving, ma di costruzione di un algoritmo che viene eseguito da un automa. Si produce un cambiamento di paradigma: dal risolvere problemi a far risolvere problemi, in un processo mentale di definizione di scenari.

L’APPRENDERE. Il piacere e la fatica di apprendere – L’ambiente di apprendimento – Le tecnologie

Lo strumento del piacere e della fatica di apprendere

Alla base dell’apprendimento si trova la motivazione, che si nutre di attivazione, auto-percezione e auto-regolazione. Le emozioni sono il timone che regola l’apprendimento. Occorre far provare agli allievi le emozioni di riuscita (Pietro Boscolo). Un allievo non ha successo a scuola non perché non è motivato, ma non è motivato perché non ha mai vissuto un successo scolastico. L’insuccesso immobilizza. Diviene indispensabile mobilitare gli studenti, creare situazioni-problema, lavorare per progetti, adottare la pedagogia del capolavoro, contestualizzare le conoscenze. Dare spazio al tempo del desiderio, recuperando la dimensione antropologica dell’educazione (Philippe Meirieu).

Lo strumento dell’Ambiente di apprendimento

La scuola può diventare motore di sviluppo sociale e culturale nell’ecosistema dell’apprendimento, se progetta attività costruttive, situate, sociali. L’ambiente di apprendimento si apre al territorio per il pieno sviluppo umano e del suo potenziale, volto alla eradicazione della povertà, all’inclusione, all’alterità intesa come normalità, all’abbattimento delle disuguaglianze attraverso l’educazione, all’insegna di un esercizio di cittadinanza globale. Allora diventa un ambiente in grado di capacitare, cioè di offrire potere di dare e di essere (Piergiuseppe Ellerani).

Lo strumento della curiosità verso il sapere

Ciò che conta è la capacità di sostare nella domanda: so stare e sostare. Se le buone risposte sono le buone domande, allora il vero lavoro da fare non risiede nelle risposte. Oggi tre spazi rappresentano il potenziale cognitivo: quello fisico, quello mentale, quello virtuale. L’ultimo risiede tra quello fisico e quello mentale. Dunque non siamo di fronte ad un problema di tecnologie, ma all’adozione di diversi modelli di apprendimento: il big data rappresenta una rivoluzione cognitiva, non tecnologica. Un  approccio didattico  efficace deve insegnare a costruire il mondo, a promuovere il pensiero critico, a sviluppare l’arte trans-mediale. Siamo nell’era di Pinocchio 2.0 (Derrick De Kerckhove).

Lo strumento della formazione dei talenti come nuova frontiera

Talento richiama inclusione: la scuola inclusiva è la scuola dei talenti, tesa a far emergere e riconoscere le attitudini per poterle sviluppare, per combattere la crisi antropologica del nostro tempo. Vogliamo porre il lavoro o il reddito a fondamento della Cittadinanza? Il riferimento corre alla teoria dello sviluppo umano, all’interno di un processo di capacitazione, di capability, mix di capacità e azione, per promuovere sfere di libertà e opportunità. L’istruzione, l’educazione, la formazione sono strutturalmente declinabili al futuro, cioè come esperimenti mentali, scenari probabilistici per cambiare il mondo migliorandolo. Occorre far leva su carattere, conoscenza, abilità, in un contesto metacognitivo di base (Umberto Margiotta).

Lo strumento della Scuola come luogo, come belvedere, verso la realtà esterna ma anche verso se stessa

È urgente liberarsi delle cose futili dell’educazione, dire no alle categorie lineari per interpretare la realtà e assegnare significati. La scuola oggi è stupita, sbalordita per i continui disconoscimenti sociali. Quattro le tesi per riappropriarsi di un’identità forte come luogo vivo:

1) un nuovo umanesimo;

2) lo sguardo al futuro;

3) la promozione di un sapere generale;

4) una scuola aperta.

In un equilibrio tra eutopia ed utopia, per una scuola di pensiero e un pensiero di scuola (Beniamino Brocca).

Ecco composta la sinfonia: gli strumenti suonano insieme evocando l’immagine di una scuola per l’esistenza, dove costruire il nuovo, intorno alla fontana antica.