Chi si RAVvede! Qualcosa si muove per la scuola dell’infanzia

Azioni e celebrazioni[1]

Rimasta inizialmente ai margini delle principali novità introdotte dalla Legge 107/2015, in questi mesi la scuola dell’infanzia sta fortunatamente acquistando maggior visibilità nel panorama del sistema educativo di istruzione e formazione, prima con alcuni provvedimenti attuativi del D.Lgs. 65/2017, quali ad esempio il decreto di riparto per la realizzazione dei poli per l’infanzia, il Piano di Azione pluriennale nazionale e la nota Miur n. 404 del 19 febbraio u.s.; poi, in queste ultime settimane, con le celebrazioni di un anniversario importante – i cinquant’anni dalla promulgazione della legge istitutiva della scuola dell’infanzia statale, la L. 18 marzo 1968, n. 444 – che ha visto gli Uffici Scolastici Regionali impegnati in momenti significativi di riflessione su passato, presente e futuro della grande scuola dei piccoli.

RAV infanzia: le tappe precedenti

In questi giorni si è rimesso in moto anche il trenino[2] del RAV infanzia, fermo in stazione dalla consultazione nazionale effettuata a settembre 2016, alla quale parteciparono migliaia di scuole (3378 questionari compilati, in rappresentanza di 7624 plessi) che, tramite la compilazione di un questionario online, espressero pareri e suggerimenti su una prima versione del RAV infanzia, inviata alle scuole a gennaio 2016.

Dalla consultazione emerse un generale gradimento del modello, che quindi avrebbe potuto essere sperimentato senza particolari stravolgimenti. L’analisi dei risultati della consultazione avrebbe poi portato a una seconda versione del RAV, che sarebbe stata oggetto di una successiva sperimentazione da parte di un gruppo di scuole, prima dell’utilizzo generalizzato da parte di tutte le scuole dell’infanzia (nota Miur n. 9644/2016).

Pronti per ripartire?

Il capostazione (leggi MIUR) ha quindi da poco riacceso i motori del trenino, e lo ha fatto con la nota n. 5837 del 4 aprile 2018. Inizialmente essa ripercorre le fasi precedenti (pubblicazione della prima versione del RAV, consultazione nazionale, esiti della consultazione…); di seguito informa che l’Invalsi nel corso del 2017 ha proceduto alla predisposizione dei questionari necessari per la costruzione degli indicatori, e a una loro prima verifica qualitativa. Vengono quindi indicate le tappe e le tempistiche del cronoprogramma; la sperimentazione verrà suddivisa in due fasi, entrambe condotte dall’Invalsi:

  • una prima fase, da svolgersi nel corrente anno scolastico, relativa alla validazione dei questionari per l’acquisizione dei dati;
  • una seconda fase, prevista per il 2018-19, che comprenderà la compilazione online del RAV.

Trattandosi di una sperimentazione, il coinvolgimento delle scuole non sarà generalizzato. Le scuole che vi parteciperanno saranno individuate attraverso due modalità: mediante campionamento statistico casuale e mediante auto-candidatura. Non vengono specificate né la consistenza numerica complessiva prevista (quante scuole in totale), né la percentuale attribuita a ciascuna delle due modalità (quante su campionatura e quante su base volontaria), tuttavia si anticipa che l’Invalsi definirà modalità e tempi di tutte le operazioni connesse con la sperimentazione, attraverso successive comunicazioni. Si attende pertanto il fischio del capostazione, affinché il trenino possa ripartire con i passeggeri a bordo.

Uno strumento strutturato per la scuola dell’infanzia: vincolo o opportunità?

L’utilizzo da parte delle scuole dell’infanzia di uno strumento di autovalutazione, all’interno del quale ora non ci addentriamo, richiede discrete dosi di prudenza e di cautela, non solo in virtù della non obbligatorietà di questo segmento di scuola, ma principalmente per le sue caratteristiche costitutive e connotative, difficilmente permeabili alle letture formali e quantitative. Tuttavia, se non ci si farà imbrigliare nelle maglie della struttura e della rigidità formale, tale sperimentazione potrà diventare una preziosa occasione di ricerca, di crescita, di miglioramento, e aprire scenari possibili e imprevisti. Rigore nella compilazione sarà necessario, ma è auspicabile anche una innocua, sana irriverenza, che sappia mostrare a tutti che la scuola dell’infanzia non è “figlia di un RAV minore”, bensì il primo e fondante gradino della scuola di base, luogo in cui si costruiscono le basi autentiche dei saperi e degli apprendimenti.

[1] Le immagini sono tratte dalle attività e dalle esperienze svolte dalle scuole dell’infanzia di Forlì-Cesena per il 50° compleanno della scuola dell’infanzia.

[2] Riprendiamo la metafora di Guglielmo Rispoli, dal numero 79 di Scuola7.