A prova di spread! L’educazione finanziaria a scuola

In Italia c’è carenza di alfabetizzazione finanziaria

L’Italia si colloca agli ultimi posti sul fronte dell’alfabetizzazione finanziaria, e per quanto riguarda le competenze in financial literacy  i risultati dell’Italia sono leggermente inferiori alla media dei 10 paesi ed economie dell’OCSE che hanno partecipato all’indagine sull’alfabetizzazione finanziaria nel 2015. Fra l’altro si assiste all’accentuarsi delle differenze di genere che, progressivamente, dal 2006, evidenziano punteggi più alti da parte dei maschi rispetto alle femmine in financial literacy.

In Italia il 5% circa della variazione nei risultati relativi alle prove di financial literacy è associato allo status socio-economico. Nelle prove di alfabetizzazione finanziaria gli studenti provenienti da ambienti avvantaggiati dal punto di vista socio-economico hanno ottenuto 60 punti in più rispetto agli studenti provenienti da ambienti svantaggiati.

Circa l’8% degli studenti che in Italia ha preso parte all’indagine 2015 sull’alfabetizzazione finanziaria è rappresentato da immigrati o figli di immigrati. In Italia gli studenti non immigrati ottengono un risultato di 18 punti superiore rispetto agli studenti con status socio-economico simile che sono immigrati o figli di immigrati.

I comportamenti economico-finanziari degli studenti

Dall‘indagine PISA 2015 è emerso che in Italia:

  • il 35% degli studenti di 15 anni è titolare di un conto corrente, e il 37% di una carta prepagata;
  • gli studenti che sono titolari di un conto corrente ottengono 26 punti in più rispetto a quelli che non lo sono, e 23 punti in più quando si tiene conto del loro status socio-economico;
  • gli studenti che sono titolari di una carta prepagata ottengono 23 punti in più rispetto a quelli di status socio-economico simile che non lo sono;
  • l’83% degli studenti riceve doni in denaro da amici o parenti;
  • il 35% riceve una “paghetta”;
  • il 21% guadagna denaro svolgendo lavoretti informali saltuari, come baby-sitting o giardinaggio;
  • il 16% guadagna lavorando al di fuori dell’orario scolastico (ad es. durante il periodo estivo o svolgendo un lavoro part-time);
  • il 59% degli studenti ha indicato che risparmierebbe per acquistare qualcosa per cui non dispone di denaro sufficiente;
  • circa il 43% degli studenti in Italia ha indicato di risparmiare ogni settimana od ogni mese;
  • Il 21% risparmia solo quando dispone di denaro da mettere da parte;
  • il 27% risparmia solo quando desidera acquistare qualcosa;
  • pochi studenti (5%) hanno risposto di non risparmiare affatto.

Denaro, modelli educativi, social network

Da un punto di vista eminentemente educativo è necessario riflettere sul fatto che i ragazzi,  soprattutto gli adolescenti, sono particolarmente vulnerabili su questo tema, e ciò principalmente in virtù dei seguenti fattori:

  • confronto tra pari: il possesso di determinati oggetti o capi di abbigliamento viene usato come mezzo di riconoscimento sociale (status symbol, segno di appartenenza al “gruppo”);
  • influenza dei modelli di comportamento: i modelli veicolati dai media, e soprattutto dal web, sono fortemente caratterizzati da stili di vita/abbigliamento/aspetto, ed hanno un fortissimo ascendente sui ragazzi;
  • web e denaro: il web e in particolare i social network hanno profondamente modificato tutti gli aspetti di vita e il rapporto con i soldi.

È tempo di educazione finanziaria

L’apposito Comitato per l’Educazione finanziaria ha proposto, per il mese di ottobre 2018, attività ed eventi di informazione e sensibilizzazione sul tema dell’educazione finanziaria.

Nello specifico le proposte si incentrano sull’approfondimento di comportamenti corretti per gestire e programmare risorse personali e familiari. L’iniziativa è stata lanciata il 24 luglio 2018 dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, diretto da Annamaria Lusardi, direttore del Global Financial Literacy Excellence Center di Washington, recentemente premiata negli Stati Uniti con il Ketchum Prize dalla FINRA Foundation e in Finlandia con un dottorato ad honorem dalla Università di Vaasa. Il Comitato è presente su Twitter con l’account @ITAedufin.

Per ulteriori informazioni: educazionefinanziaria@mef.gov.it

Iniziative e siti di riferimento

L’obiettivo delle azioni del Comitato, fra cui il mese dedicato, è lavorare affinché vi sia una strategia nazionale che consenta a tutti di disporre di conoscenze finanziarie di base, utili per fare scelte adeguate alla propria situazione. L’iniziativa si concluderà il 31 ottobre in concomitanza con la Giornata Mondiale del risparmio.

In varie città sono previste iniziative, per oltre 200 appuntamenti, incentrate sulla gestione e programmazione delle risorse personali e familiari, calibrate per un pubblico eterogeneo: adulti, mondo imprenditoriale, bambini, anziani, famiglie… e naturalmente studenti e docenti.

Al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria partecipa il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, che ha coordinato le attività della prima edizione. Sul sito www.quellocheconta.gov.it, portale per l’educazione finanziaria, è possibile reperire informazioni e calendari del palinsesto degli eventi, che prevedono il coinvolgimento di numerosi soggetti terzi.

“Mi avete ingannato una volta, e ora non mi ripigliate più”

Lavorare per migliorare le competenze in financial literacy  è un impegno da non intendere come una nuova (l’ennesima!) materia da introdurre nei curricoli di studio, ma come un’educazione traversale, e per dirla con Collodi… non facciamoci ingannare più…

– “Pensaci bene, Pinocchio, perché tu dai un calcio alla fortuna”.

– “Alla fortuna!” – Ripeté il Gatto.

– “I tuoi cinque zecchini, dall’oggi al domani sarebbero diventati duemila”.

– “Duemila!” – ripeté il Gatto.

– “Ma com’è mai possibile che diventino tanti?” – domandò Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore.

– “Te lo spiego subito” – disse la Volpe. – “Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c’è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei Miracoli…”

– “O Pinocchio” – gridò la Volpe con voce di piagnisteo — “fai un po’ di carità a questi due poveri infermi”.

– “Infermi!” – ripeté il Gatto.

– “Addio, mascherine!” – rispose il burattino. – “Mi avete ingannato una volta, e ora non mi ripigliate più”.

(C. Collodi, “Le avventure di Pinocchio – storia di un burattino”, ed. Giunti Junior, 1998)