Tempus fugit: commento immaginario di un candidato

A conclusione della prova scritta del 18 ottobre

Giovedì 18 ottobre 2018, ore 12.30: sullo schermo del pc di circa 9000 candidati al corso-concorso per dirigenti scolastici compare una scritta tanto lapidaria quanto definitiva: “La tua prova è terminata”.

Ma come si è arrivati a questo punto? Proviamo a riavvolgere il nastro.

Partecipa al nostro sondaggio sulla prova scritta del concorso a dirigente scolastico. In omaggio un prodotto Tecnodid editrice. La compilazione è aperta fino al 26 ottobre. I risultati verranno diffusi sul prossimo numero di Scuola7.

Una strada in salita

Lo scorso 23 luglio circa 24.000 candidati si erano presentati alla prova selettiva, trovandosi davanti alla stessa schermata, alle stesse procedure, alla stessa grafica. Il punteggio finale era immediatamente comparso: chi aveva raggiunto un risultato molto alto aveva subito capito di aver superato la prova; altri hanno dovuto attendere qualche giorno. Alla fine per 8736 di loro si sono prospettate ulteriori settimane, anzi mesi di studio intenso e faticoso. Ci si è affidati a testi e manuali, a corsi in presenza e online, a gruppi di studio dal vivo e sui social network, nonché alle immancabili, sudate carte.

La data della prova scritta, che i candidati avrebbero svolto nella regione di residenza, è stata comunicata con nota MIUR n. 41127 del 18 settembre. Dalle agende sono stati cancellati tutti gli impegni relativi al 18 ottobre, giorno della prova su tutto il territorio nazionale. Solo il giorno prima, come da GU, sono stati pubblicati il quadro di riferimento e i criteri con i quali saranno attribuiti i punteggi. 

Più che la legge poté Kronos

PTOF e organi collegiali. PTOF e programma Annuale. Individuazione di personale interno ed esterno. Assenteismo nella scuola superiore. Miglioramento degli apprendimenti nel primo ciclo. Quesiti abbordabili, non montagne insormontabili. A patto di riuscire a raccogliere le idee e di avere il tempo per sviluppare un pensiero logico e coerente, che si riferisse concretamente al quadro normativo, alle azioni del dirigente scolastico e alle responsabilità dirigenziali. Difficile, in venti minuti o poco più. È pur vero che il dirigente scolastico incontra quotidianamente situazioni e problemi che deve affrontare in emergenza e in tempi ristretti, spesso molto più brevi di venti minuti. Il concorso vuole forse sondare o verificare queste competenze, ossia la tempestività delle decisioni e la resilienza di fronte agli ostacoli ambientali e di contesto?

Dammi (solo) 20 minuti

Pur nell’emergenza, al dirigente è tuttavia concesso, nei pochi minuti che ha a disposizione per fronteggiare singole questioni, di consultare i collaboratori, chiedere consiglio ai colleghi, accedere alla normativa di riferimento, trovare similitudini e analogie. In sede di prova, negli ormai noti venti minuti, che sono diventati per molti una bizzarra unità di misura, questo non è stato possibile, tanto che il problema principale dei candidati non è stato quello di inserire nozioni e conoscenze, bensì quello più prosaico di gestire efficacemente i 150 minuti mantenendo sangue freddo e lucidità. Chi ha studiato con continuità, metodo e perseveranza, avrà probabilmente saputo rispondere con completezza e pertinenza a tutti i quesiti (ricordiamo che oltre ai cinque di cui sopra ve n’erano due a risposta chiusa, in lingua straniera, parimenti impegnativi), ma la formula, peraltro quasi inedita, potrebbe essere per molti di loro penalizzante.

Numeri o concetti?

Sapere di doversi limitare a una cornice temporale di 20 minuti per ciascun quesito, senza peraltro riuscire a scrivere molto di più di 2000 caratteri, e vedere allo stesso tempo il contatore dello schermo che parte da 80.000, è sembrato quasi paradossale. Più che un testo, un’equazione. In alto a destra, nel video, scendevano i secondi, in basso a sinistra i caratteri. Non molto rasserenante.

Poi, d’un tratto: “La tua prova è terminata”. Game over?