L’incidente “probatorio” di Palermo

Il clima che si respira

Mentre scrivo è in corso la gara della solidarietà. La prof. palermitana Rosa Dell’Aria è raggiunta da migliaia di attestati di stima provenienti dalla società civile e dagli organi di Governo ai più alti livelli. Sappiamo bene com’è andata la vicenda: la pubblicazione di un video da parte di una classe di quindicenni, con l’accostamento del “decreto sicurezza Salvini” alle leggi razziali del 1938, è stata segnalata all’Ufficio scolastico provinciale di Palermo, che ha disposto un’ispezione conclusasi con la sospensione e il dimezzamento dello stipendio della prof. Dell’Aria, la quale naturalmente sta ricorrendo presso il Tribunale del Lavoro.

Il reintegro potrebbe anche avvenire, e verosimilmente avverrà con tante scuse, ma restano profonde inquietudini sul clima che si respira. Il “politicamente corretto” del Miur, ma anche delle forze di Governo, ribadisce il principio della libertà di espressione, che non può essere soggetto ad alcuna censura.

Zelo inquisitivo? Distorsione della realtà?

Tuttavia a Palermo un funzionario pubblico – che in questo momento sta reggendo la poltrona del Direttore regionale Maria Luisa Altomonte, in quiescenza dai primi di maggio in attesa della nuova nomina dal Miur – può ritenere opportuno disporre un’ispezione nei confronti di una collega, che non avrebbe “vigilato” su quanto pubblicavano i suoi alunni.

Da dove un tale zelo inquisitivo? Avrebbero “distorto la realtà”, afferma lo stesso dirigente. Ma a scuola “distorcere la realtà” è la regola, perché fa parte del processo di apprendimento e del precario controllo delle conoscenze, che necessariamente riguarda tutti i ragazzi. Se le conoscenze fossero perfettamente controllate, non ci sarebbe bisogno della scuola. Nella fattispecie il controllo riguarderebbe le conoscenze storiche, che proprio di questi tempi sono curiosamente al centro delle polemiche riguardanti la sparizione del tema di storia agli esami di Stato del secondo ciclo.

Ragionare di storia e di storie con i ragazzi

I ragazzi non avrebbero compreso la differenza sostanziale che intercorre tra le leggi razziali del ’38 ed il decreto sicurezza del 2019? Bene: se questa differenza c’è, l’unica cosa da fare sarebbe stato spiegargliela, fare una lettura sinottica dei due dispositivi e far vedere che si tratta di due cose completamente diverse. Così facendo si sarebbero ottenuti due obiettivi virtuosi: aver insegnato meglio la storia ai ragazzi e aver dato un’immagine dell’istituzione del tutto incoerente con le illazioni dei ragazzi stessi: un’immagine democratica e tollerante.

La scuola come “cantiere critico” della conoscenza

Le scuole vivono di attribuzioni e interpretazioni. Se si dovesse fare la conta di tutti i pareri e le valutazioni che circolano nelle aule scolastiche, e se ad ognuno di questi dovesse seguire un’ispezione, il rischio sarebbe quello di vedere licenziati tantissimi insegnanti. Pertanto quel video non rappresenta che uno degli innumerevoli momenti critici che si creano quando si insegna e si impara, nel cantiere incessante della conoscenza che si apre tutte le mattine nelle classi di tutta Italia. 

Cattive notizie culturali ed educative

Quel che si è verificato, invece, pone i censori che si sono mobilitati a Palermo molto al di sotto del livello di coscienza civica espresso dagli alunni della prof. Dell’Aria, rendendo questi ultimi paradossalmente degli eroi involontari della coscienza civica e democratica. Perché l’inquietante filiera che parte da una segnalazione al Miur via Twitter di un attivista di destra che non ha alcun titolo nel sistema di istruzione, con la conseguente reazione indignata su Facebook della sottosegretaria ai beni culturali Lucia Borgonzoni, che invoca l’espulsione dalla scuola della prof.  “con ignominia”, e la risolutiva ispezione disposta dal facente funzione di Direttore dell’USR Sicilia, dimostra come la delazione e l’acredine, veicolate da impulsi social occasionali, possano trasformarsi in “legge e coscienza” (sono i due principi invocati da chi ha disposto l’ispezione). Non è solo una cattiva notizia politica: è soprattutto una gravissima notizia culturale ed educativa.