Un anno scolastico in salita

Mancano i docenti e il personale ATA

In molte regioni d’Italia le lezioni sono già cominciate da alcuni giorni, in questi giorni avvieranno l’anno scolastico tutte le altre. Ove più, ove meno, l’avvio è caratterizzato da penuria di personale docente e ATA con ripercussioni gravissime sulla qualità del servizio. Quest’anno è più corretto parlare di una vera e propria emergenza che però poteva e doveva essere evitata. Si tratta di un’emergenza frutto di ritardi non sempre giustificabili. Il MIUR ha autorizzato le immissioni in ruolo solo il giorno 1 agosto 2019, ovviamente ciò ha comportato che gli Uffici Scolastici Regionali hanno potuto effettuare le complesse operazioni di nomina in ruolo a partire dal 10 agosto con tutte le complicazioni del caso: basti pensare che per alcune procedure concorsuali che dovevano concludersi nell’agosto del 2018 non è ancora stata pubblicata la graduatoria di merito.

Servono 155.000 supplenti annuali

Le operazioni di immissione in ruolo si sono concluse negli ultimissimi giorni del mese di agosto con la solita farraginosità della procedura. L’amministrazione, a livello regionale, si è occupata del: riparto dei posti per provincia; riparto del contingente tra graduatoria di merito (GM) e graduatoria ad esaurimento (GAE); eventuali travasi tra GM e GAE in caso di graduatorie prive di aspiranti (fenomeno molto diffuso nell’intero territorio nazionale con picchi esagerati in alcune regioni del nord Italia); eventuali travasi tra classi di concorso diverse; assegnazione della provincia agli aspiranti; ulteriori convocazioni per scorrimenti di graduatoria e per rinunce di aspiranti. Gli uffici periferici si sono poi occupati dell’assegnazione del personale alle scuole. Il risultato finale è sconcertante ed è brillantemente sintetizzato in un dossier pubblicato dalla Cisl Scuola il 12 settembre u.s. Ebbene, per i motivi elencati a fronte di 53.627 assunzioni in ruolo autorizzate, solo 22.000 circa sono state effettivamente portate a compimento. Ne consegue (fonte Cisl Scuola) che il numero dei supplenti nominati per l’intero anno scolastico salirà a 155mila. Un vero esercito di docenti che si ingrandisce di anno in anno e che, nell’ultimo decennio non è mai sceso sotto le 100mila unità (a.s. 2015/16).

A questi supplenti si aggiungeranno anche quelli nominati per brevi periodi o per effetto di successive autorizzazioni di posti in deroga di sostegno il cui numero, quest’anno, dovrebbe avvicinarsi a 70mila.

Le operazioni a livello di scuola

Il ritardo nell’attribuzione dei ruoli ha poi prodotto effetti a catena anche sulle assegnazioni provvisorie ed utilizzazioni che, pubblicate come norma prevede entro il 31 agosto, sono state e saranno – probabilmente fino al 20 settembre – oggetto di modifiche ed integrazioni. Ciò determina, nelle Province le cui Graduatorie ad Esaurimento presentano ancora aspiranti, ulteriori ritardi nell’attribuzione degli incarichi annuali da GAE. Ma, come già evidenziato, in tanti casi le GAE sono esaurite ed allora per le nomine dei supplenti occorre ricorrere alle Graduatorie di Istituto.

Non è semplice l’operazione per i Dirigenti Scolastici, specie per i neo immessi alle prese con gli adempimenti iniziali e per coloro i quali svolgono anche un ruolo di reggente. Non è semplice perché ad essere sguarniti sono anche gli uffici di segreteria: si registrano svariati casi di scuole pive di DSGA titolare e prive di assistenti amministrativi perché ancora non nominati.

Per venire incontro alle oggettive difficoltà delle singole scuole nelle nomine da graduatoria di istituto, alcune province stanno sperimentando la convocazione degli aspiranti (sia personale docente che ATA) da graduatoria di istituto in una scuola polo attraverso lo scorrimento delle graduatorie incrociate delle singole scuole. Sicuramente in questo modo è possibile garantire uniformità di comportamenti e tempi brevi in tutte le scuole della provincia.

La problematica delle MAD (domande di messa a disposizione)

A rendere lo scenario più articolato e complesso contribuiscono le cosiddette MAD: ovvero le domande di messa a disposizione. Le istanze degli aspiranti attraverso le MAD sono legittimate dal MIUR: la circolare di inizio anno per le supplenze fa chiari ed espliciti riferimenti alla MAD. Si tratta di un’istanza informale presentata da un aspirante con l’obiettivo di ottenere un incarico a tempo determinato. Può essere presentata da chi è in possesso di una laurea magistrale o vecchio ordinamento, da coloro i quali hanno un titolo di studio che consente l’accesso alle classi di concorso degli insegnanti tecnico-pratici (ITP) e dai diplomati magistrali. Requisito necessario è il titolo di accesso per la classe di concorso per la quale si intende concorrere. Il ricorso alle MAD è maggiormente diffuso nelle regioni del Nord, in cui già agli inizi di settembre le graduatorie sono esaurite e si ha l’urgenza di avere i docenti in cattedra nel minor tempo possibile. È evidente la necessità di definire criteri e modalità per l’individuazione dei supplenti attraverso la messa a disposizione così come avviene per tutte le altre graduatorie. Tuttavia, ad oggi il MIUR non ha regolamentato le MAD; la circolare per le supplenze ne parla solo in riferimento al sostegno chiarendo che, eventuali istanze di MAD di aspiranti in possesso del titolo di sostegno devono essere accolte prima che si proceda all’attribuzione di incarichi di supplenze di personale non abilitato privo del titolo di sostegno stesso. Una regolamentazione, almeno per gli aspetti generali, potrebbe consentire di evitare l’elaborazione di modelli e procedure operative di reclutamento che rispondono esclusivamente alla vision di un territorio o addirittura di una singola istituzione scolastica.

Precariato & Concorsi: le priorità per dare serenità alla scuola

Il nuovo anno scolastico parte quindi in salita; il reclutamento del personale docente, ma anche del personale ATA, deve essere una priorità. Occorre indire nuove procedure concorsuali ordinarie per i tanti aspiranti in possesso di idoneo titolo di studio, ma, al tempo stesso, è indispensabile arginare il fenomeno del precariato nella scuola. Si può trovare una soluzione solo attivando parallelamente procedure di reclutamento miranti alla stabilizzazione qualificata di tutto quel personale precario che da troppi anni assicura con serietà e professionalità il regolare svolgimento dell’anno scolastico.