La scuola, il COVID-19 e la teoria del cigno nero

L’improbabile governa la nostra vita?

Il filosofo nonché esperto di finanza Nassim Nicholas Taleb nel 2007 scrisse il libro “Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita”. Come descrive l’autore il cigno nero nel corso della storia si è manifestato con vari eventi: dal più remoto crollo di Wall Street, ai più recenti, 11 settembre, crisi economica internazionale derivata dal fallimento di Lehman Brothers, avvento di Google e della società digitale. Tutti avvenimenti che improvvisamente hanno bussato alla nostra porta. Eventi inaspettati, imprevisti o ipotesi remote che però poi si sono avverate con ripercussioni così pesanti e diffuse da determinare radicali cambiamenti nelle abitudini, nei comportamenti e negli stili di vita tradizionali della collettività.

Il “cigno nero” pur nella tragicità in costi umani, sociali ed economici, può e deve rappresentare un punto di svolta, un agente del cambiamento, che va affrontato con coraggio e determinazione con una coscienza planetaria rinnovata. Se ben compreso e interpretato “il cigno nero”, che ora stiamo vivendo tutti con timore, potrà innescare nell’immediato futuro svolte epocali e globali di comunione e di condivisione. Esse potranno dimostrarsi positive e benefiche in tutti i campi, per il pianeta, per l’ambiente e per la crescita stessa del genere umano. Ai tempi del COVID-19 il mondo non è stato mai così piccolo ed è da qui ora che si deve ripartire!

Strutturare razionalmente un ambiente online per la didattica a distanza

Gli approcci per implementare ambienti di apprendimento online o più semplicemente dei contenitori sul cloud in cui svolgere attività didattiche a distanza sono molteplici. Ma da qualsiasi punto si voglia partire è necessario prima di tutto analizzare dettagliatamente il grado di sostenibilità dell’offerta che si vorrà erogare. Nella realtà sono due le sostenibilità da considerare.

La prima è legata al fattore umano, e la si può dividere in due parti: lato docente e lato studente. Per quanto concerne il lato docente si tratta di conoscere le reali esperienze, le capacità didattico-progettuali e quelle tecnico-digitali che possono essere messe in campo in una scuola. La seconda parte riguarda la capacità e l’età degli studenti nel riuscire a seguire ed orientarsi facilmente in tutta autonomia in tali percorsi didattici, senza la presenza fisica del docente.

La seconda sostenibilità invece è di tutt’altra natura ed è di tipo tecnico. Essa riguarda la presenza di infrastrutture software, hardware e di ampiezza di banda di rete (in particolare se si parla di interattività e di streaming) su cui si dovrà basare il servizio educativo offerto dalla scuola. In alcuni casi potrebbe essere necessario considerare ulteriori costi aggiuntivi da sostenere per acquisire servizi esterni che compensino le carenze riscontrate. A livello di ipotesi proiettata nel futuro, anche in vista dello sviluppo della rete di nuova generazione 5 G, tali infrastrutture potrebbero anche in parte essere offerte gratuitamente a livello nazionale dal MIUR o dall’ INDIRE o, a livello maggiormente decentrato attraverso particolari protocolli e accordi di rete, dalle Università o dalle Regioni.

Sostenibilità didattica

Una domanda che molti dirigenti o docenti spesso si pongono riguarda quale sia il migliore software didattico o il miglior ambiente di apprendimento online che una istituzione scolastica dovrebbe mettere in campo per la didattica digitale e la formazione a distanza. La risposta più razionale è una sola: “quello che una scuola saprà usare al meglio”. In sintesi parlare di sostenibilità didattica significa proprio questo. Non è immediatamente necessario dotarsi di complessi sistemi di formazione a distanza se poi non si è in grado di usarli. Alle volte può capitare che ambienti di apprendimento online anche sofisticati siano usati come semplici contenitori di oggetti didattici digitali, tanto varrebbe allora usare un qualsiasi servizio cloud gratuito di archiviazione o usare lo stesso registro elettronico.

Parallelamente alla sostenibilità didattica è determinante la vision strategica del dirigente scolastico nei confronti di tale modalità di insegnamento. Il DS deve essere il primo a credere che una tale evoluzione didattica sia indispensabile, non solo per “le emergenze”, ma anche per il miglioramento complessivo del servizio offerto. La formazione a distanza ha ripercussioni dirette e positive, sia nella didattica in presenza, sia nel migliorare le condizioni e le situazioni di apprendimento. La formazione a distanza può diventare uno strumento per supportare in maniera personalizzata gli allievi in difficoltà creando percorsi specifici di recupero e/o di potenziamento, ma diventa ancor più determinante per gli allievi che si devono assentare per periodi medio-lunghi per problemi di salute. L’attività a distanza in realtà rende più concreta e visibile la didattica e le sue ricadute. Si tratta in definitiva per il DS di attivare tutta una serie di azioni, iniziative e risorse votate al cambiamento. Per questo motivo tali processi non possono essere episodici o casuali ma sistematici. L’obiettivo primario delle iniziative formative che si metteranno in campo è quello di fare raggiungere all’interno dell’istituto la massa critica di docenti che determinerà poi “per contagio” l’adeguamento degli altri nell’utilizzare proficuamente tale modalità di insegnamento,

Fare a distanza ciò che si fa in presenza, fare in presenza ciò che si fa a distanza

Per un utilizzo sistemico degli ambienti di apprendimento online bisogna prima di tutto sfatare il mito che servono solo a svolgere compiti da remoto. Al contrario tali ambienti arricchiscono la didattica quotidiana in presenza dotandola di tante funzionalità nuove. Usufruire di tali ambienti di apprendimento online durante le lezioni in presenza significa fornire, oltreché nuove occasioni di apprendimento, anche alcune strumentazioni digitali produttive e riproduttive che gli stessi studenti in maniera del tutto attiva possono adoperare. Tali strumenti digitali online si possono usare in laboratorio o più semplicemente in un’aula qualsiasi tramite il metodo BYOD, usando gli smartphone e i tablet degli studenti. Si tratta di una didattica ibrida in cui presenza e distanza si fondono insieme. Si creano così attività e azioni didattiche senza soluzione di continuità che iniziano in classe e poi continuano al di fuori attraverso forme di apprendimento nomadico che ormai sono tipiche nel life long learning per lo sviluppo personale e nell’on the job learning per la crescita professionale.

La fase emergenziale

Nell’attuale fase emergenziale dove sono previste le chiusure delle scuole è sempre possibile far sentire la continuità dell’azione didattica agli studenti con forme diverse di e-learning. Si può partire con semplici approcci minimalisti di condivisione di lezioni digitali e materiali didattici. Tale possibilità di condivisione è offerta in ogni scuola di ogni ordine e grado dal registro elettronico. Esso di norma permette oltre le attività tradizionali amministrative legate alla valutazione, alle assenze, alle comunicazioni scuola-famiglia, alcune funzioni basilari didattiche, come la creazione di cartelle condivise con gli studenti (e/o con i colleghi). Nelle cartelle è possibile inserire qualsiasi documento: file di presentazione con voice over del docente, oggetti multimediali, video o link a risorse esterne. Forme di condivisione sono possibili usufruendo di servizi sul Cloud come Dropbox, Onedrive e tanti altri. Quest’ultime modalità però risultano più farraginose in quanto è necessario spedire via email a tutti gli studenti il link di condivisione alla cartella.

Il gruppo Spaggiari Parma S.p.A in questo frangente emergenziale offre gratuitamente fino alla fine dell’anno scolastico su richiesta della scuola la possibilità di effettuare lezioni/webinar in diretta streaming (solo per le scuole che hanno adottano tale registro elettronico). Le istituzioni scolastiche che da tempo si sono dotate di ambienti di apprendimento come la suite Google for education (https://edu.google.com/) o Moodle[1] (https://moodle.org/) non avranno alcuna difficoltà nel compiere uno “swtich on” integrale, ovvero un passaggio completo e immediato nelle classi virtuali.

Negli ambienti di apprendimento online oltreché lezioni digitali è possibile inserire anche attività di verifica formativa e sommativa. Per chi vuole compiere lezioni in diretta streaming lo strumento più conosciuto al mondo e in particolare dalle giovani generazioni è Youtube. Gli studenti sicuramente non troveranno alcun problema nell’usufruire di tale modalità di trasmissione. Utilizzare la funzione Youtube streaming in diretta aggiungendo il software di codifica open source OBS Studio (https://obsproject.com/) permette di compiere trasmissioni/lezioni professionali usufruendo anche di effetti speciali come il green screen. Esso permette di inserire in background, video ed immagini che il presentatore stesso durante la diretta potrà gestire rendendo la trasmissione/lezione molto più accattivante e interessante.

Passato il “Cigno Nero”: la settimana della didattica online

La proposta che ritengo necessaria illustrare (non è prematuro farlo ora) affinché da questo periodo di emergenza si possano trarre per la scuola delle nuove opportunità di sviluppo, riguarda una particolare sperimentazione da attuare sin dal prossimo anno scolastico. Tutte le scuole dovranno dedicarsi per un certo periodo alla formazione a distanza. In sintesi si potrebbe trattare temporalmente di una settimana per gli istituti superiori (tali attività potrebbero avere una valenza anche di Mini-MOOC con rilascio di attestato per i percorsi/moduli frequentati e le valutazioni ottenute), di tre giorni per la scuola media di primo grado e di un giorno per la scuola primaria. In questi frangenti le attività didattiche dovranno essere erogate esclusivamente in modalità a distanza. Ogni scuola si attrezzerà al meglio per creare punti/laboratori di trasmissione, costituendo dei moduli tematici razionalmente scaglionati nel periodo di erogazione.

Dagli approcci tradizionali e ondivaghi degli ultimi anni che hanno caratterizzato lo sviluppo del digitale nella scuola si passerebbe ad una forma sistematizzata con un obiettivo per tutte le scuole ben chiaro da raggiungere. L’evoluzione digitale che caratterizza il nostro paese è a macchia di leopardo con delle eccellenze ma tantissime zone grigie. Ciò è ben evidenziato dalla ricerca dell’OCSE del 2019. Lo scoreboard (classifica) sulle competenze digitali vede l’Italia in una posizione non molto confortante[2]. Creare “la settimana della didattica a distanza” servirebbe anche come forma di auto-responsabilizzazione per le singole scuole per riuscire ad ottemperare a quanto richiesto. Ciò determinerebbe ricadute sistemiche positive per tutto il sistema di istruzione.

[1] Per chi non avesse mai usato Moodle, esiste la possibilità anche di sperimentarlo gratuitamente con un max di 50 utenti/studenti tramite il servizio moodlecloud https://moodlecloud.com/. È possibile anche compiere dello streaming ma per un massimo di 10 utenti. Le opzioni a pagamento ovviamente offrono un numero molto più elevato di utenti.

[2] Lo “Skills Outlook Scoreboard: prosperare in un mondo digitale – L’Italia a confronto con altri paesi” può essere scaricato al seguente https://www.oecd.org/italy/Skills-Outlook-Italy-IT.pdf