Didattica a distanza e alunni con DSA

Un’occasione per ripensare il modo di fare scuola

Un rinnovato ambiente di apprendimento

La sospensione delle attività scolastiche in presenza, a causa dell’emergenza Covid-19, ha sollecitato la scuola a ricorrere alla Didattica a Distanza (DaD), per continuare a “fare scuola anche non stando a scuola”.

L’emergenza Covid è ancora attuale e la DAD, da pratica didattica per lo più emergenziale, è confluita nella Didattica Digitale Integrata (DDI). Con questo passaggio si dà pieno riconoscimento normativo ad un setting di apprendimento scolastico formale che risiede nella rete ed integra lo spazio fisico dell’aula. Si tratta di un rinnovato ambiente di apprendimento che va progettato e organizzato, e che deve entrare a far parte del Piano Triennale dell’Offerta Formativa delle scuole.

Si rende, quindi, necessario un continuo ripensamento delle prassi didattiche implementate adattandole a spazi, tempi, forme di fruibilità diversi per fornire una risposta pedagogica specifica ai variegati bisogni educativi anche a distanza, contenendo al massimo le criticità per gli alunni e le famiglie.

In questo scenario pedagogico un’attenzione particolare meritano gli alunni con bisogni educativi speciali e, quindi, anche coloro che sono portatori di disturbi specifici di apprendimento (DSA).

Che cosa si intende per DSA?

Come ben noto, i DSA sono disturbi del neurosviluppo che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente.

Tali disturbi non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici neanche da deficit sensoriali. Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:

1. dislessia, cioè disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo)

2. disortografia, cioè disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica)

3. disgrafia, cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria)

4. discalculia, cioè disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare con i numeri)

Le difficoltà con la didattica a distanza

Gli studenti con DSA fanno più fatica ad imparare rispetto ai loro compagni di classe; nello specifico molti di essi hanno difficoltà nell’apprendere e ricordare le procedure e, quindi, nell’implementare le diverse sequenze necessarie nella didattica online per muoversi agevolmente nelle piattaforme.

Si verifica, sovente, che per molti di questi studenti, che già presentano una significativa fragilità nell’orientarsi e nelle capacità attentive, nelle lezioni on line tali problemi si accentuano: consegnano i compiti in posta elettronica anziché su Classroom, eseguono in maniera errata i test di Google, si distraggono, si stancano facilmente…

Nelle lezioni in presenza è sempre necessario sollecitare il contatto visivo, utilizzare il loro nome negli esempi, rivolgere, di tanto in tanto, qualche domanda in modo da mantenere viva l’attenzione; a distanza diventa più difficile ricorrere a tali strategie in quanto il docente potrebbe non accorgersi affatto che l’allievo si sta distraendo e, di conseguenza, non essere nelle condizioni di ricorrere alle prassi usuali per riportare l’attenzione sul compito.

A casa, inoltre, con la DAD è completamente diverso il setting di apprendimento rispetto a quello che si crea a scuola e non è raro che l’alunno, mentre segue le videolezioni, consumi uno spuntino, messaggi sui social, si distragga con altri oggetti.

I problemi nella gestione del tempo e del carico cognitivo

Un’ulteriore fragilità, riscontrabile generalmente negli allievi con DSA, è rappresentata dalla gestione del tempo. Per le difficoltà di lettura e scrittura, essi necessitano di tempi più lunghi; la DAD impone, come è noto, momenti ristretti durante i quali bisogna poter gestire anche diverse istruzioni e procedure. Se il ritmo della lezione è serrato le difficoltà aumentano. E questo avviene sia in presenza sia on line. Ma a distanza sono accentuate dal fatto che lo studente fatica ad interagire con il docente.

Non va neanche trascurata la difficoltà a gestire il carico cognitivo ovvero l’impegno che si produce nella memoria di lavoro per elaborare ed immagazzinare le informazioni durante un processo di apprendimento. Se i docenti non pianificano scrupolosamente i compiti assegnati e le attività della giornata il carico per i ragazzi con DSA diventa difficilmente sostenibile soprattutto a distanza.

Non è semplice sostituire le abilità deficitarie con le tecnologie

Molto spesso si associa automaticamente la possibilità di sostituire le abilità deficitarie di un soggetto nella lettura, scrittura e calcolo con l’utilizzo delle tecnologie. Ciò è supportato dall’attribuzione all’alunno con DSA di una solida competenza tecnologica e di ottime abilità digitali. In realtà, solo il docente può valutare la presenza di tali competenze e stabilire il tipo di supporto di cui ciascun alunno necessita, ma anche il tempo necessario perché egli possa partecipare proficuamente alle attività educative e didattiche in modalità sincrona.

Per una DAD facilitata

Già la nota ministeriale n. 388 del 17 marzo 2020 (Emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza) poneva particolare attenzione agli studenti con DSA e ricordava alcuni aspetti importanti da tenere in debito conto nell’organizzare la didattica a distanza al fine di facilitare la partecipazione degli studenti con disturbi specifici di apprendimento[1].

È opportuno che la proposta formativa sia articolata in sequenze progressive, che siano previste frequenti e brevi pause di recupero o consolidamento: si possono utilizzare immagini, schemi, parole-chiave. In tal modo si argina la possibilità che l’alunno si perda nelle lunghe informazioni in ingresso ed in uscita. Ovviamente la durata delle sequenze didattiche va progressivamente allungata in sintonia con le caratteristiche apprenditive dell’allievo.

Appare necessario, inoltre, co-costruire insieme con gli alunni mappe concettuali, condividere schemi mentali, favorire la frequente verbalizzazione orale, l’utilizzo di parola-immagine e delle diverse tipologie testuali.

Facilitare la partecipazione dell’alunno con DSA alle attività di didattica a distanza diventa un’ulteriore ed intrigante sfida pedagogica che ci sollecita ad utilizzare le situazioni di emergenza per scoprire nuove opportunità di rinnovamento qualitativo della didattica.

L’importanza della formazione del personale

Una leva strategica è la formazione del personale della scuola:

– dei Dirigenti scolastici, affinché si possano creare le condizioni organizzative più funzionali per una didattica inclusiva;

– dei docenti, perché implementino prassi didattiche in sintonia con i diversi bisogni apprenditivi anche a distanza;

– del personale non docente, per garantire il qualificato supporto tecnico.

La formazione è importante anche per evitare di cadere nella tentazione di vivere la didattica a distanza come trasferimento sic et simpliciter della lezione frontale in una videoconferenza…

La DAD ci richiede molto di più: ci sollecita a recuperare la dimensione collaborativa e costruttiva della didattica innovativa, ad accrescere la responsabilità e la motivazione degli studenti, in una funzionale combinazione di sincrono e asincrono, individuale e collaborativo, ad accentuare nel docente il ruolo di regista, di guida, di punto di riferimento… soprattutto nel caso di alunni con DSA.

Una buona opportunità: “Dislessia amica”

A tal proposito, e a titolo esemplificativo, va ricordata una buona opportunità formativa (a livello avanzato), “Dislessia amica”, promossa dall’Associazione Italiana dislessia, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e in collaborazione con Fondazione TIM.

Il percorso formativo è articolato in 6 moduli dalla durata complessiva di 50 ore, è gratuito ed è fruibile dalle scuole di ogni ordine e grado che potranno aderirvi sino al 31 dicembre prossimo.

L’obiettivo è quello di migliorare le competenze didattiche ed organizzative dei docenti, al fine di rendere la Scuola realmente inclusiva anche per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento.

Tutti i dettagli sul corso e sulle modalità di iscrizione sono disponibili a questo link: https://www.dislessiaamica.com/it/progetto

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[1] “Occorre dedicare, nella progettazione e nella realizzazione delle attività a distanza, particolare attenzione nel rispetto dei piani didattici personalizzati stilati. La strumentazione tecnologica, con cui tali studenti hanno, di solito, già dimestichezza, rappresenta un elemento utile di facilitazione per la mediazione dei contenuti proposti. Occorre rammentare la necessità, anche nella didattica a distanza, di prevedere l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi, i quali possono consistere, a puro titolo esemplificativo e non esaustivo, nell’utilizzo di software di sintesi vocale che trasformino compiti di lettura in compiti di ascolto, libri o vocabolari digitali, mappe concettuali”.