Un tempo nuovo per la scuola

Un antidoto contro l’abbandono e la dispersione

Dispersione. Ci aiuta l’origine latina del termine “dispĕrgere”, spargere in parti, frammentare. Non bisogna scomodare la fisica, la chimica o la statistica per interpretarne il significato. Soffermiamoci sulle scienze dell’educazione e riconosciamo con immediatezza l’accezione negativa: la dispersione è il complesso di situazioni che porta ad una frequenza o partecipazione alle attività scolastiche incompleta e irregolare fino ad arrivare all’interruzione. Peggio è solo l’abbandono. 

Una dispersione nella dispersione

La didattica a distanza ha generato isolamenti, acuendo la dispersione, interessando anche segmenti di scuola, come l’infanzia e la primaria, che ne erano quasi immuni o comunque in grado di avere un controllo maggiore dei rischi possedendo strumenti di intervento abbastanza immediati. Ecco la dispersione nella dispersione. Non soltanto bambini e ragazzi emarginati a causa della pandemia con scarse connessioni, senza dispositivi (o quasi mai utilizzati precedentemente per finalità didattiche), mancanza di spazi casalinghi, difficoltà di gestione familiare, ma anche perdita della dimensione di classe, interruzione di percorsi di socializzazione avviati, aumento di divari e barriere. La dispersione è esclusione. 

La relazione nella pandemia

Per un insegnante non c’è cosa più drammatica che non poter seguire tutti i bambini e ragazzi in un progetto quotidiano di gruppo-classe o sezione. Costituzionalmente è riuscire a dare a ciascuno l’istruzione e l’educazione nella stessa misura.

Che fine hanno fatto le relazioni durante la pandemia? Come si possono costruire percorsi educativi senza avere tra le mani la bellezza delle domande improvvise, degli sguardi attenti (e non), delle parole e delle fantasie? Cosa non hanno potuto trasmettere milioni di schermi accesi e spenti?

Quasi 200 mila ragazzi in fuga dalla scuola. Numeri che devono chiamare tutti a interrogarsi perché significa parlare delle generazioni dei nostri figli e della loro crescita.

La sfida della scuola

Eppure, la scuola è riuscita a “curare le relazioni” attraverso nuovi canali di comunicazione, provando a coltivare diversamente il vissuto quotidiano.

Durante la prima ondata il segmento iniziale del percorso scolastico ha affrontato più difficoltà nella gestione di una fase inimmaginabile dovendo rinegoziare il rapporto tra scuola e famiglie.

Successivamente, anche i nidi e la scuola dell’infanzia si sono messi alla prova trovando molto spesso le strategie giuste per attivare “legami educativi”, seppure a distanza, così come è stato suggerito dal documento della Commissione per il Sistema integrato Zero-sei (D.lgs. 65/2017), coordinata da Giancarlo Cerini: “Orientamenti pedagogici sui LEAD: Legami Educativi a Distanza – un modo diverso per fare nido e scuola dell’infanzia”.

Nuovo patto educativo tra scuola e famiglia

Tante sono le buone pratiche virtuali sperimentate che hanno saputo coniugare l’aspetto educativo e il contatto affettivo e motivazionale[1]. Il rapporto tra genitori ed educatori è stato rinegoziato permettendo alla scuola di entrare nelle famiglie, consentendo loro di assumere un ruolo attivo anche vivendo gli scambi educativi al fianco dei propri figli. La scuola dell’infanzia, ancora una volta, ha fatto leva sulla flessibilità e l’adattamento ai vari contesti, riscoprendo forme nuove di didattica e approcci emozionali inclusivi.

Rispetto agli apprendimenti realizzati in un situazioni di normalità, questi non si sono rilevati meno significativi. L’esperienza del gioco, vissuta con altre caratteristiche e modalità attraverso gli schermi, è stata quella che ha utilizzato spazi e tempi insoliti, ma che ha permesso ai docenti di mettere alla prova quanto sia importante la progettazione in team.

Verso nuovi percorsi educativi

Nuove esigenze formative hanno contraddistinto questa fase che risulterà sicuramente determinante per impostare nuovi percorsi educativi. Tre sono le parole chiave da cui ripartire: realtà, ascolto, sogno. 

Nessun fantasma, nessun mostro, ma parole di verità: d’altra parte tutti i bambini le hanno respirate per giorni e giorni perché hanno visto occhi spaventati, stati d’animo negativi, facce stanche. Il mondo degli adulti non è riuscito a schermare la realtà e i nuovi ritmi del quotidiano hanno raccontato molto di più anche solo con silenzi assordanti.

Ascoltare e dialogare

Bambini e ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati: che siano paure, incertezze, pensieri sparsi, immaginazioni, perché verranno fuori pensieri grandi e domande forti. Se non c’è dialogo e scambio si costruiscono realtà proprie che, a volte, lasciano segni profondi. È il momento delle domande, non di risolvere tutto con una risposta semplice. Poi è necessario andare oltre, alla ricerca di sogni per rimettere le vite sui giusti binari.

Ecco la scuola che verrà: deve accompagnare per vivere questo presente, rendendo veri protagonisti gli allievi e le loro intelligenze multiple, cercando di immaginare come si costruisce un mondo migliore.

Riannodare i legami

Per fare questo serve uno spazio grande di riflessione e condivisione, un tavolo di ri-progettazione che non disperda risorse e valorizzi il tempo. Abbiamo vissuto l’esperienza del vuoto, si riparta dal tempo pieno per tutti, provando ad accorciare divari e accettando un principio molto semplice: per non accumulare ritardi basta partire avendo le stesse condizioni. La scuola ha saputo creare e conservare legami, ora è tempo di riannodare ambienti di vita, di relazione e di apprendimento.


[1] “È quindi esigenza primaria, in questo inedito contesto, ristabilire e mantenere un legame educativo tra insegnanti e bambini, insegnanti e genitori, insegnanti tra di loro, bambini tra di loro, genitori tra di loro, per allargare quell’orizzonte quotidiano divenuto all’improvviso ristretto , per costruire un progetto orientato al futuro e basato sulla fiducia anziché sulla paura che, inevitabilmente, ha caratterizzato le prime settimane di isolamento sociale” (Orientamenti pedagogici sui LEAD: Legami Educativi a Distanza – un modo diverso per fare nido e scuola dell’infanzia, Commissione Infanzia Sistema integrato Zero-sei, D.lgs. 65/2017).