Scuole sicure per una didattica in presenza

Indicazioni strategiche per la prevenzione e il controllo

Un nuovo Documento, Indicazioni strategiche ad interim per la prevenzione e il controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (anno scolastico 2021-2022), curato da ISS (Istituto Superiore di Sanità), Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome INAIL e Fondazione B. Kessler, si aggiunge in questi giorni ad altri già diffusi in precedenza[1].

Il presidio della comunità scientifica

Il suo obiettivo è quello di proporre strategie e misure alla luce dell’impatto delle soluzioni adottate nella stagione 2020-2021, dei cambiamenti epidemiologici e dello stato di avanzamento della campagna vaccinale. In tale ottica intende:

1.   delineare un approccio complessivo alle problematiche sanitarie a scuola, con l’individuazione di misure di prevenzione e controllo già sperimentate e consolidate, alle quali si aggiungono gli effetti positivi della campagna vaccinale;

2. sintonizzarsi con il contesto epidemiologico attuale, ipotizzando una diversa modulabilità degli interventi in base ai nuovi scenari di circolazione del virus, (vedi “varianti”) rappresentati anche con la suddivisione dell’Italia in zone di colore diverso, dalla bianca alla rossa[2];

3. porre maggiore attenzione alle iniziative delle Regioni per una mobilità sostenibile, al fine di una diversificata applicabilità delle misure rispetto alle situazioni territoriali;

4. assumere gli esiti positivi della campagna vaccinale nelle scuole per una rimodulazione in itinere delle azioni da intraprendere.

Dopo questa premessa, il Documento sviluppa una cospicua sequenza di paragrafi di cui, per ragioni editoriali, si propone una selezione ragionata.

I casi in età pediatrica agosto 2020-giugno 2021

In tale periodo sono stati diagnosticati in Italia come positivi per SARS-CoV-2 in età scolare (3-18 anni) 539.756 casi (13.7% del totale di quasi 4 mln). L’andamento tuttavia è stato “fluttuante” con picchi tra il 16% (settembre-ottobre 2020) e il 21% (maggio 2021). Attualmente le percentuali oscillano tra il 7,7% del Molise e il 25,4% del Veneto. La maggior parte dei casi in età scolare (38,3%) si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole Primarie di 6-10 anni (27,8%), dai ragazzi delle scuole medie di 11-13 anni (21,4%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (12,5%).

La distribuzione tra femmine e maschi è apparsa del tutto bilanciata a livello nazionale, con lievi differenze a livello regionale. Il tasso di ospedalizzazione è risultato dello 1,1% a fronte del 10,90% nel resto della popolazione. Da registrare che, nella popolazione 0-3 anni, tale tasso è stato molto più alto, pari al 3,7%.

L’incidenza sul personale scolastico e sugli studenti, a.s. 2020-2021

Il MI, nel corso dell’a.s. 2020/2021, ha condotto un monitoraggio settimanale per rilevare le positività al COVID-19 e i casi di quarantena tra tutto il personale e gli studenti, distinti tra I e II ciclo di istruzione. Nel periodo indicato sono stati ca. 40,7 mila i docenti del I ciclo e poco più di 13 mila quelli del II ciclo per i quali è stata accertata la positività al COVID-19. Il personale ATA si è attestato rispettivamente per il I ciclo su 11,3 mila e per il II ciclo su poco più di 5 mila casi. Per quanta riguarda, invece, il personale posto in quarantena, i numeri sono molto più elevati: il personale docente sfiora le 170 mila unità nel primo ciclo e le 54 mila unità nel II ciclo, il personale ATA si attesta sui 28 mila casi per il I ciclo e quasi 11 mila casi per il II ciclo. Poco più di 140 mila gli studenti del I ciclo e ca. 76 mila quelli del II ciclo per i quali è stata accertata la positività al COVID- 19 e ca. 1,4 mln per il I ciclo e 460 mila per il II ciclo che sono stati posti in quarantena. Questi dati si riferiscono esclusivamente alle scuole statali.

Ruolo dei bambini e delle attività scolastiche nella diffusione del virus

Un recente Report dell’European Center for Disease prevention and Control (ECDC, luglio 2021) ha ipotizzato che i bambini più piccoli trasmettano meno l’infezione rispetto ai ragazzi più grandi. L’incertezza di questa conclusione dipenderebbe dal fatto che i bambini più piccoli sono anche più spesso asintomatici e vengono testati di meno. Per gli adolescenti invece vi è un’evidenza moderata che siano capaci di trasmettere l’infezione tanto quanto gli adulti. Durante la prima ondata, con le scuole chiuse, tra gli adulti di età inferiore a 65 anni, vivere con bambini di qualsiasi età non è stato associato a una “crescita” del rischio di infezione da SARS-CoV-2, ad eccezione di lievi aumenti del suddetto rischio per gli adulti che vivevano con ragazzi di età compresa tra 12 e 18 anni e dei ricoveri ospedalieri per adulti a contatto con bambini e ragazzi di età tra 0-11 e 12-18 anni.

Nella seconda ondata, con le scuole aperte e con l’uso obbligatorio in classe delle mascherine, solo per i ragazzi delle classi secondarie di 12-17 anni e nelle aree geografiche ad incidenza più elevata, si è rilevato un aumento del rischio di infezione da SARS-CoV-2 e dei ricoveri ospedalieri, ma nessun incremento dei ricoveri in terapia intensiva.

Invece è stato dimostrato che la trasmissione diffusa del virus nella comunità di riferimento moltiplica le probabilità che i casi compaiano in contesti scolastici. Ciò a sua volta crea la possibilità di una trasmissione a scuola e successivamente in contesti familiari. Tuttavia i bambini più piccoli sembrano essere meno “esposti” all’infezione da SARS-CoV-2 rispetto a quelli più grandi o agli adulti.[3] Per quanto riguarda l’incidenza delle attività scolastiche nella diffusione del virus, gli studi, anche internazionali, hanno evidenziato una contagiosità intra-scolastica limitata, soprattutto se vengono adottate adeguate misure di prevenzione e se non è l’insegnante il “veicolo” dell’infezione (Vedi Documento pp. 15-20).

Indicazioni strategiche per l’a.s. 2021-2022

Vengono suggerite alcune linee di intervento, correlate alla nuova situazione epidemiologica e sanitaria:[4]

1. potenziamento della profilassi vaccinale tra gli operatori scolastici e, se sarà consentito dalle Agenzie del farmaco, tra gli studenti di 12 anni e oltre o nella fascia 06-18[5], considerando anche il diffondersi della variante Delta, caratterizzata per una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Alfa, soprattutto negli individui non vaccinati;

2.   programmi di screening per il monitoraggio (test periodici su una popolazione a campione)[6], da rivolgere prioritariamente alle scuole Primarie e Secondarie di primo grado. Tuttavia, in scuole selezionate di ogni grado, sarebbe utile testare tutti i soggetti indipendentemente dallo stato di vaccinazione o da pregressa infezione. Potrebbe essere utile in maniera complementare estenderli anche a tutto il personale scolastico;

3. screening diagnostici estesi negli Istituti con almeno due casi;

4.   distanziamento di almeno un metro sia in classe che nei laboratori, come pure nei momenti e negli spazi a rischio di aggregazione, con l’obbligo di indossare sempre la mascherina (eccetto che per i bambini sotto i 6 anni e per le attività sportivo-motorie);

5.   ricambio d’aria frequente, sanificazione giornaliera, igiene delle mani;

6.   ingressi contingentati;

7.   attività didattica svolta in presenza, misura derogabile solo per circostanze di “eccezionale necessità”;

8.   limitazione delle attività extracurricolari, delle pratiche laboratoriali, di gite, di esercizi in palestra;

9. gestione strutturata dei casi sospetti e/o confermati, con individuazione dei Referenti Covid, con disponibilità di uno spazio dedicato e con adesione ai Protocolli delle ASL territoriali;

10. nomina del Medico competente per la sorveglianza sanitaria o per momenti formativi rivolti al personale.


[1] Menzioniamo: i Documenti del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) inviati al Ministro dell’Istruzione (CTS, 28 maggio 2020; CTS, 22 giugno e successive specificazioni); il “Rapporto ISS COVID-19 n. 58/2020 – Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, a.s. 2020-21; il “Piano per il monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”, a.s. 2021-22, sempre a cura dell’ISS.

[2] I dati da cui discende questa suddivisione vengono raccolti da un Sistema di sorveglianza integrata (epidemiologica e microbiologica), attraverso una piattaforma informatica, alimentata ogni giorno dalle Regioni e dalla PA.

[3] Vedi Report ECDC 2021, già citato.

[4] Vedi Tabella 1 allegata al Documento alle pp.37-40.

[5] Su questa prospettiva è in corso un dibattito nella comunità scientifica, collegato anche all’introduzione del green pass e a problemi di privacy, considerando pure che non tutti i Paesi europei hanno espresso orientamenti univoci.

[6] Tale programma di recente è stato catalogato sotto la voce di monitoraggio delle scuole sentinella. Per approfondi-menti cfr. il Documento alle pp. 45-51.