Orientamento 5.0 a scuola

Un progetto articolato per la formazione degli insegnanti

Il binomio scuola e orientamento è da tanto tempo presente nella letteratura ma, mai come in questi ultimi tempi, è stato invocato a gran voce sia dal mondo imprenditoriale sia da quello della formazione in ragione, soprattutto, di alcuni e preoccupanti fenomeni. Pensiamo, ad esempio, alla carenza di posti di lavoro attraenti, al diffondersi del precariato e degli incidenti nel lavoro, agli abbandoni scolastici, ai Neet e alla riduzione della propensione di troppe persone a non investire nella formazione risorse ed energie.

Oltre le certificazioni

A differenza di quanto accadeva in passato, alla scuola si chiede oggi di occuparsi in modo sistematico anche di questi problemi che, risultando necessariamente associati alle scelte e progettazioni del futuro, richiedono sia analisi e prospettive di tipo marcatamente preventivo sia competenze e sensibilità educative e sociali.

Qui di seguito, si cercherà di delineare l’orientamento 5.0, quello che, guardando lontano, non dovrebbe più accontentarsi di produrre certificazioni, profili e valutazioni, ma stimolare e supportare gli studenti, i lavoratori o meglio i cittadini e le cittadine del futuro a costruirli (il plurale è qui voluto come suggeriscono i futures studies[1]) in modo che si avvicinino il più possibile a quelli desiderati e possibili e non solo a quelli probabili ed auspicati da coloro che sono interessati ad ‘offrire opportunità’ formative e lavorative.

L’orientamento a scuola non può più essere quello di una volta

Se è vero che l’orientamento e in particolare quello che viene realizzato nelle scuole si occupa del futuro delle nuove generazioni, e se è vero che il ‘futuro non è più quello di una volta’, allora anche l’orientamento deve rinnovarsi in modo significativo. L’orientamento deve aiutare le nuove generazioni a transitare verso ‘una nuova era’, verso quella Società 5.0 che, oltre ad inondare di innovazioni il mondo del lavoro, dovrà far registrare impatti significativi in tutti i settori della vita. Bisogna cominciare proprio da quelle generazioni che si trovano oggi a frequentare le nostre scuole primarie e che saranno chiamate a dire la loro, tra 15-20 anni. Queste generazioni devono transitare, in modo consapevole, da una scuola all’altra, o da un’attività lavorativa ad un’altra, o dal mondo della formazione a quello del lavoro.

Facendo orientamento ci si dovrà occupare soprattutto delle determinanti del benessere delle persone, delle comunità e del nostro pianeta.

Un approccio Human-centric

A dire questo, ormai, non sono solamente alcuni futurologi o alcuni ‘ingegneri-cognitivisti’ interessati all’intelligenza artificiale, ma anche la nostra stessa Commissione Europea. Stando almeno a quanto contenuto in “Industry 5.0 Towards a sustainable, human-centric and resilient European industry” (2021), sembra che voglia incoraggiare a scegliere un approccio human-centric che ‘non lasciando nessuno indietro punti alla predisposizione di ambienti di lavoro sicuri nel rispetto dei diritti umani e della promozione delle competenze necessarie alla qualità della vita e alla soddisfazione professionale dei lavoratori (…) con l’individuazione di nuove opportunità di integrazione lavorativa anche per persone con ridotte capacità’ (EU, 2021).

La Società, come osserva Bryndin (2018), si dovrà caratterizzare per la “predisposizione di pari opportunità per tutti e di condizioni ambientali in grado di consentire la realizzazione del potenziale di ogni individuo” (p. 12) in modo che “Ogni individuo, compresi gli anziani e le donne, possa vivere una vita sicura e protetta, confortevole e sana e realizzare lo stile di vita desiderato” (Keidanren, 2016, p. 10).

Un orientamento attento all’economia e al benessere

L’orientamento, per essere al passo dei tempi, dovrà, dunque, dimostrarsi in grado di prevedere e tenere in considerazione ciò che accadrà in futuro. Dovrà essere un orientamento 5.0, saper indicare, cioè, cosa e come scegliere ‘futuri di qualità’ per tutti e tutte, come riuscire a bilanciare i profitti e gli interessi di natura essenzialmente economica e individuale. L’orientamento deve anche riuscire a fronteggiare, al contempo, problemi di natura sanitaria, sociale ed ambientale (vds anche Fukuda, 2020; Aquilani, Piccarozzi, Abbate e Codini, 2020) evitando il ricorso a visioni, paradigmi e strumentazioni del passato, alcuni dei quali ritenuti, persino, complici, se non proprio causa, dei malesseri ai quali si vorrebbe ora porre rimedio, come sostiene anche Fabrizio Barca (2020) del Forum delle Disuglianze e Diversità.

Un orientamento come dispositivo di prevenzione e giustizia sociale

I pilastri della cosiddetta Società 5.0[2] (ben indicati da Daryono e Firmansyah, 2019) si intrecciano così anche con le più recenti evoluzioni in materia orientativa (Soresi, 2021) che vede il percorso di orientamento sempre più come dispositivo di prevenzione e giustizia sociale teso a:

  1. tutelare i diritti universali… da quelli associati al lavoro, all’istruzione, all’inclusione, alla sostenibilità… alla pace;
  2. personalizzare i supporti di orientamento in funzione delle specificità e ‘singolarità’ dei contesti e delle persone;
  3. tutelare le vulnerabilità ed incrementare le capacità di fronteggiamento di sfide e minacce che appaiono sempre più preoccupanti ed impegnative;
  4. suggerire e supportare obiettivi ‘formativi e professionali’ simili a quelli dell’Agenda 2030 ed auspicati da una autentica Società 5.0.

Per realizzare azioni in questa prospettiva, l’orientamento 5.0 fa ricorso a costrutti diversi da quelli tradizionali di tipo psicoattitudinali dovendo affrontare questioni molto complesse. Per esempio, i wicked problem, come sono stati definiti da Ritter e Webber (1973), sono i problemi difficili che non prevedono soluzioni certe e definitive, come da tempo è stato preconizzato dal Club di Roma[3]. Per queste ragioni l’orientamento 5.0 ritiene ingenuo e superficiale soffermarsi ad indicare quali discipline studiare, quali corsi riuscire ad intercettare pensando al prossimo anno accademico, o presso quale ateneo di eccellenza è maggiormente vantaggioso iscriversi, o, ancora, quali competenze professionali conviene mettere a disposizione dei mercati.

Costrutti, strumenti, e competenze per un nuovo orientamento

Per perseguire questi obiettivi l’orientamento 5.0 necessita di costrutti, di nuove dimensioni, di strumenti ed attività diverse da quelle usuali e tradizionali, deve testimoniare di essere effettivamente transdisciplinare e capace di collaborare all’attivazione dei processi di scelta e costruzione di quei futuri possibili che richiedono l’aver appreso a pensare in modo critico e prospettico e ad immaginare e costruire, nel limite del possibile, condizioni favorevoli al benessere di tutti e tutte.

Le competenze per l’orientamento

Il futuro formativo e lavorativo di cui l’orientamento intende occuparsi necessita di tante competenze: almeno 56 come suggerisce anche il McKinsey Global Institute. Tra queste alcune non vengono nemmeno nominate nei ‘bilanci delle competenze’, alcune, oggi particolarmente trascurate ma importanti per l’orientamento 5.0, sono, ad esempio, quelle necessarie a comprendere e fronteggiare gli stereotipi, a narrarsi e parlare in pubblico, a porre le domande giuste, a sintetizzare i messaggi, ad ascoltare in modo attivo, a gestire il tempo, a trasferire le conoscenze in contesti diversi, a negoziare, a manifestare empatia, umiltà, a collaborare, a fare da coach, a migliorare/potenziare le persone, ad automotivarsi e a promuovere benessere, a farsi e fare coraggio, a manifestare la propria indignazione, ad assumere rischi, a tendere al cambiamento e all’innovazione, a manifestare la propria agency, passione, ottimismo, cosmopolitismo ed attivismo, a minare le ortodossie, ad affrontare l’incertezza e l’insicurezza, ad incrementare autonomie e autodeterminazioni.

Fonte: McKinsey Global Institute

Aiutare a diventare cittadini responsabili

Analizzando le criticità dell’orientamento che si è realizzato fino ad ora, già Demeuse e Lafontaine (2005) sottolineavano che all’interno delle mura scolastiche ai verbi ‘scegliere’ e ‘progettare’ non può essere attribuita unicamente una connotazione economica. Dovrebbero essere considerati in modo decisamente olistico anche in ambiti diversi da quello familiare, in modo particolare in quello sociopolitico. Gli studenti e le studentesse vanno invitati a dire la loro, a manifestare preoccupazioni ed aspirazioni, a contribuire alla realizzazione delle condizioni necessarie per l’esercizio di diritti e doveri, “a prepararsi ad essere cittadini responsabili, capaci di contribuire allo sviluppo di una società democratica, solidale, pluralista e aperta a tutte le culture e pronta a fornire a tutti pari opportunità di emancipazione sociale” (p. 37).

Ripensando ad alcune vecchie proposte…

In letteratura, d’altra parte, esistono già, e da tempo, proposte e programmi di orientamento che, con valenze educative, potrebbero essere realizzati nelle nostre scuole: già da oltre venti anni, Boy (1999), in una sua rassegna, ricordava i programmi che avevano influenzato maggiormente, a partire dagli anni ’70, l’orientamento formativo in Europa. Fra i 16 menzionati alcuni, con poche aggiunte ed adattamenti, potrebbero essere considerati ancora molto promettenti come quello che Pellerano et al. (1988) già quasi 40 anni fa proponevano agli studenti delle scuole superiori, costituito da quattro moduli. Ora con l’aggiunta di alcune tematiche particolarmente importanti quali quelle del lavoro dignitoso, dell’inclusione, della sostenibilità e della lotta ad ogni forma di discriminazione, potrebbero ancora ben figurare tra quelli proposti dalle Università italiane pensando alla formazione degli insegnanti interessati alla realizzazione nelle loro classi di significative azioni di orientamento.

 I quattro moduli di Pellerano et al. (1988)

ModuliDescrizione
Primo moduloArticolato in tre sessioni e dedicato, soprattutto, all’analisi delle ‘Influenze, delle convinzioni e delle rappresentazioni’ riguardanti il futuro con la ricerca di risposte a tre quesiti di fondo (1. ‘Il progresso… ma quale progresso?’; 2. ‘Il lavoro è destinato a scomparire?’; 3. ‘Cosa c’è dietro i pregiudizi?’).
Secondo moduloImparare a informarsi. Qui si soffermava sulle criticità dell’orientamento informativo mettendo in evidenza che ‘sono i dettagli a fare la differenza’ e che è opportuno riflettere a proposito del fatto che informandoci diffondiamo al contempo informazioni ‘dimmi che informazioni cerchi, o diffondi, ti dirò chi sei e cosa ti sta effettivamente a cuore, potremmo dire!’).
Terzo moduloDedicato all’analisi dei valori professionali e delle aspirazioni personali. Qui si propone di riflettere sui diversi ambiti e scenari della vita, sui ruoli che in essi si ricoprono o che, in futuro, si desidererebbe poter ricoprire considerando anche le aspettative che altri (familiari, amici ed insegnanti, ad esempio) potrebbero nutrire nei nostri confronti.
Quarto moduloDedicato al decision making e all’analisi delle strategie decisionali e ai tassi di incertezza che necessariamente il futuro chiede a tutti e a tutte coloro che lo vogliono considerare.

Un programma per la formazione degli insegnanti in materia di orientamento

Pur ritenendo opportuno ricordare che ogni progetto formativo debba essere personalizzato e che bisogna considerare con attenzione la formazione già ricevuta dagli interessati e le priorità che i diversi contesti suggerirebbero di privilegiare, nella tavola sottostante sono riassunti i ‘contenuti’ che il Laboratorio La.R.I.O.S.[4] suggerisce di enfatizzare in sede di progettazione della formazione da destinare agli insegnanti interessati all’orientamento.

Progetto Laboratorio La.R.I.O.S.

N. Punti Articolazione
1 Orientamento come dispositivo di prevenzione e di giustizia sociale.
2 Visione interdisciplinare del futuro e dell’orientamento.
3 Pietre miliari dell’orientamento Da Parson ad Holland
Modelli dell’adattamento Persona-Ambiente
Modello sociocognitivo (da Bandura alla Hackett a Lent e Brown)
Teorie della complessità e del caos vocazionale
Modello del Life design
Processi decisionali, scelte e progettazioni
4 Costrutti dell’orientamento Interessi, attitudini, valori e motivazioni
Credenze di efficacia, speranza professionale, ottimismo, resilienza e coraggio
5 Strumenti di orientamento Procedure qualitative e quantitative
Colloqui ed interviste (test e questionari, gruppi, focus group e workshop)
6 Vulnerabilità, orientamento, inclusione formativa e lavorativa Dallo scenario dell’esclusione a quelli del collocamento, dell’integrazione e dell’inclusione
Persone con disabilita?, con storie di migrazione, con povertà educative, con storie di detenzione, di etnie a rischio (es. etnia Rom), Neet e i loro diritti alla formazione e al lavoro decente
7 Minacce, sfide, preoccupazioni ed aspirazioni.
8 Discipline nel e per l’orientamento al futuro e per il fronteggiamento dei wicked problems.
9 Scenari presenti e futuri: VUCA e BANI.
10 Orientamento 5.0 per una Societa? 5.0.
11 Orientamento formativo. Laboratori di orientamento: come si programmano e realizzano (uso didattico delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), l’Inquiry Social Complexity (ISC), il Project Based Learning (PBL), ecc.).
Sostenibilità personale, sociale, economica, ambientale, digitale;
Orientamento, riflessività, pensiero critico e coscientizzazione;
Orientamento e sostenibilità degli sviluppi possibili;
Come progettare futuri inclusivi, sostenibili, basati sui diritti umani e sulla giustizia ambientale e sociale;
Come raccogliere le informazioni nel contesto della disinformazione a vantaggio del futuro
Come riconoscere le disuguaglianze, le discriminazioni, collaborare in modo solidaristico e con attivismo per favorire futuri di qualità per tutti e tutte e il pianeta stesso.
12 Come immaginare futuri diversi dove il lavoro potrebbe svolgere un ruolo secondario nella vita delle persone e acquisiscono importanza altre attività.
13 Orientamento e deontologia professionale.
14 Competenze per la formazione e il lavoro del futuro.
15 ‘Manifesti’ dell’orientamento: dal Futurework: Trends and Challenges for Work in the 21st Century alla Carta memorandum della SIO.
Tav. 1. Moduli per un progetto di formazione per gli Insegnanti interessati all’orientamento (tratto da Soresi, 2022)

Come si sarà facilmente constato quello che si ha in mente è certamente un orientamento costoso, ‘intrigante’ ed impegnativo anche per il mondo della ricerca. Parafrasando Gidley (2017) a proposito dei futures studies, ciò che qui si propone è “combinare educazione, filosofia, sociologia, storia, psicologia e teoria economica con le osservazioni tratte dalla vita reale per proporre, a beneficio della società, non solo uno ma molteplici futuri” (p.22). Scomodando Popper, il beneficio non è riservato alle discipline e ai relativi raggruppamenti, ma a tutti e a tutte, e non solo ai meritevoli’, ai ‘talentuosi e agli ‘idonei’. Va da sé che per questo tipo di progetto orientativo sono necessarie tante alleanze, come quelle che si stanno ipotizzando con il PNRR, tra scuole e università, tra professionisti e professioniste dell’orientamento e insegnanti autenticamente interessati. Occorre comunque una formazione adeguata e solida.

Riferimenti bibliografici

  • Aquilani, B., Piccarozzi, M., Abbate T. e Codini, A. (2020). Special Issue, Innovation Paths towards Society.
  • 5.0: the Role of Sustainability in Business Strategy and Management”, Sustainability, 1-21.
  • Barca, F. (2020) Meno sussidi, più strategia, L’Espresso, 6 settembre, p.2-3.
  • Boy, T. (1999). Quelques éléments de reflexion sur le choix d’épreuves informatisée dans le domaine a l’orientation. L’orientation scolaire et profesionalle, 28, 253-273.
  • Bryndin, E. (2018). System Synergetic Formation of Society 5.0 for Development of Vital Spaces on Basis of Ecological Economic and Social Programs. Annals of Ecology and Environmental Science, 2, 12–19.
  • CEF-Conseil de l’Éducation et de la Formation (2001). Orientation et information sur les études, les formations et les métiers. Avis 78. Bruxelles: CEF.
  • Daryono, D., Firmansyah, M. B. (2019). Public Relations Promotion Strategy for Higher Education in the Era of Society 5.0. Journal of Research Innovation & Development in Higher Education, 1(1). p. 10-25.
  • Demeuse, M., Lafontaine, D. (2005). L’orientation scolaire en Communauté française de Belgique, in Solaux, G. Les défis de l’orientation dans le monde, Revue internationale d’éducation de Sèvres, 38, 35-52.
  • Gidley, J.G. (2017). Il futuro. Una breve introduzione, Napoli, IF Press.
  • Keidanren (Japan Business Federation) 2016. Toward Realization of the New Economy and Society: Reform of the Economy and Society by the Deepening of ‘Society 5.0’. April 19.
  • Fukuda, K. (2020). Science, technology and innovation ecosystem transformation toward society, vol. 220.
  • Pellerano, J., Noiseux, Pelletie, D., Pomerleau, E., Solazzi, R. (1988). La Collection Education des choix, Paris: EAP.
  • Rittel, H. and Webber, M. (1973). Dilemmas in a General Theory of Planning. Policy Sciences, 4(2), 155-169.
  • Soresi, S. (2021) a cura di, L’orientamento non è più quello di una volta. Roma: Studium edizioni.

[1] Futures studies, è lo studio sistematico, interdisciplinare e olistico del progresso sociale e tecnologico e di altre tendenze ambientali, spesso allo scopo di esplorare come le persone vivranno e lavoreranno in futuro. Possono essere applicate tecniche predittive, come la previsione, ma gli studiosi contemporanei di studi sul futuro sottolineano l’importanza di esplorare sistematicamente le alternative come le scienze sociali e la storia. Parte della disciplina cerca quindi una comprensione sistematica e basata su schemi del passato e del presente esplorando la possibilità di tendenze ed eventi futuri.

[2] Problem solving and value creation, Diversity, Decentralization, Resilience, Sustainability & Environmental Armony.

[3] Il Club di Roma è una associazione non governativa, non-profit, di scienziati, economisti, uomini e donne d’affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato di tutti e cinque i continenti.  La sua missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l’umanità si troverà ad affrontare, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.

[4] La.R.I.O.S. Laboratorio di Ricerca e Intervento per l’Orientamento alle Scelte – Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata – FISPPA, università di Padova.

Salvatore SORESI

Salvatore SORESI

Professore ordinario presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova, fondatore del Laboratorio di Ricerca e Intervento per l’Orientamento alle Scelte (La.R.I.O.S.)