Semplificare non è sempre la strada vincente

Sono diverse le sollecitazioni che hanno portato ad intitolare in questo modo il contributo che segue. Innanzitutto i tanti comunicati sul successo delle iniziative di orientamento ‘guidate’ dalle dal decreto ministeriale 328/2022[1] e sostenute dai fondi del PNRR; poi il rischio di una educazione al futuro e un orientamento dipendente dalle lusinghe dei mercati e delle amministrazioni centrali europee e

Di quali problemi ti occuperai?

Nel numero 334 di Scuola7 (21 maggio scorso) abbiamo sostenuto che sarebbe opportuno evitare, per una serie di ragioni, di chiedere ad un adolescente ‘Cosa farai da grande?’ e che sarebbe più produttivo, in sede di orientamento, evitare di focalizzare l’attenzione sia su un unico ‘fare’ che su un unico futuro possibile. Successivamente, nel n. 336 ci siamo occupati dei

Possibili, plausibili, probabili, preferibili

Nel numero 334 di Scuola7 (21 maggio scorso) abbiamo sostenuto che sarebbe opportuno evitare, per una serie di ragioni, di chiedere ad un adolescente ‘Cosa farai da grande?’, sarebbe più produttivo, in sede di orientamento, evitare anche di focalizzare l’attenzione su un unico ‘fare’ e su un unico futuro possibile. Continuando a riflettere sulle possibili applicazioni all’orientamento della visione dei

Non domandate più ‘Cosa farai da grande?’ ma...

“Cosa farai da grande” è la domanda che più spesso viene indirizzata agli adolescenti quando desideriamo dimostrare loro che siamo interessati al loro futuro. Ma è una richiesta inopportuna e obsoleta, anche fuorviante, per quanto concerne, almeno, l’intenzione di tentare un dialogo a proposito del futuro con la persona che ci sta davanti. Non è una richiesta innocua per una

Un progetto articolato per la formazione degli insegnanti

Il binomio scuola e orientamento è da tanto tempo presente nella letteratura ma, mai come in questi ultimi tempi, è stato invocato a gran voce sia dal mondo imprenditoriale sia da quello della formazione in ragione, soprattutto, di alcuni e preoccupanti fenomeni. Pensiamo, ad esempio, alla carenza di posti di lavoro attraenti, al diffondersi del precariato e degli incidenti nel