Chi rendiconta bene… è a metà dell’opera

Dare conto dei risultati per scegliere le priorità

In questo periodo dell’anno, le scuole sono alle prese con l’aggiornamento dei documenti strategici, seguendo le indicazioni della nota ministeriale 19 settembre 2022, n. 23940. Come primo step progettuale è necessario verificare i risultati raggiunti nel triennio 2019-2022, per scegliere con maggiore consapevolezza le priorità su cui puntare per il triennio 2022-2025.

La ciclicità progettuale nella scuola italiana

La ciclicità della progettualità scolastica caratterizza da ormai quasi un decennio il nostro modo di “fare scuola”. Siamo, infatti, al terzo ciclo progettuale della scuola italiana, se consideriamo l’avvio del Sistema nazionale di valutazione dall’anno scolastico 2014/2015. Da allora, abbiamo già realizzato due ciclicità complete, seppure non fossero strutturalmente organizzate nei processi e nei documenti.

La prima, infatti, è stata eccezionalmente quinquennale (2014-2019), dovendo armonizzare la tempistica e le fasi dettate dal DPR 80/2013 con l’introduzione del Piano triennale dell’offerta formativa ad opera della Legge 107/2015. La seconda (2019-2022) ha visto l’introduzione, da parte del Ministero dell’istruzione, di un modello nazionale di riferimento per la redazione del PTOF, a cui le scuole hanno potuto aderire su base volontaria. Una proposta che è stata inizialmente accolta con diffidenza, per il timore che potesse limitare l’autonomia progettuale delle scuole. Timore fugato in brevissimo tempo, poiché la struttura proposta si è rivelata presto un valido supporto operativo, rispettoso delle scelte autonome delle comunità scolastiche che ne possono personalizzare la struttura, tanto che oggi più del 90% delle scuole statali italiane lo adotta[1].

Nell’anno in corso ci troviamo, quindi, nel terzo ciclo progettuale (2022-2025), ormai interamente a regime sia per quanto riguarda la tempistica dei processi sia per le piattaforme operative fornite dal Ministero.

Ripartire dai risultati raggiunti

Per ricominciare il ciclo, il primo step è sicuramente quello dell’analisi dei risultati ottenuti nella precedente stagione progettuale, proprio perché la ciclicità di cui si è detto in premessa motiva e orienta le scelte successive.

L’attività della rendicontazione, infatti, che il DPR 80/2013 indica come ultima fase della procedura di valutazione e miglioramento, una volta che tale processo è stato integrato nel triennio di progettualità descritto attraverso il PTOF, si fa carico di dare conto di quanto complessivamente realizzato dalla scuola. È per questo, quindi, che la Rendicontazione sociale, quale documento strategico, deve individuare i risultati ottenuti dalla scuola prima che questa scelga i risultati futuri. Una attenzione che, sebbene evidente in una logica progettuale sistemica, pone non poche criticità nel lavoro che dirigenti, referenti, funzioni strumentali, collegi e comunità tutte devono compiere quando inizia un nuovo triennio, a normativa, e quindi tempistica, invariata.

La tempistica della progettualità

Dobbiamo, infatti, ricordare che la Legge 107/2015 impegna le scuole a progettare con un anno di anticipo il triennio, quindi in un momento in cui i risultati non possono ancora essere evidenti, poiché la relativa progettualità è in corso di realizzazione. Questa tempistica rischia di creare, quindi, una sorta di corto circuito negli ingranaggi della logica sistemica che la ciclicità progettuale prima descritta richiederebbe. Per questo motivo lo scorso anno il Ministero dell’istruzione, attraverso la nota 14 settembre 2021, n. 21627 Indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche, aveva suggerito alle scuole di redigere un Piano triennale in forma sintetica, fornendo anche una piattaforma con un indice di contenuti molto essenzializzato. La soluzione procedurale suggerita alle scuole consisteva, in sintesi, nel rimandare la puntuale redazione del PTOF a dopo la fase della rendicontazione. Chi ha seguito tale indicazione, che proprio per il rispetto dell’autonomia progettuale delle scuole non poteva che essere un mero suggerimento, non dovrebbe avere avvertito la dissonanza progettuale a cui si è fatto riferimento e oggi dovrebbe riuscire a definire i passaggi operativi con maggiore linearità.

Rendicontare per orientare

Il disegno progettuale che consegue alla messa a sistema di tutti i processi e di tutti gli strumenti operativi forniti dall’Amministrazione centrale alle scuole è infatti quello illustrato nella figura che segue.

Dall’immagine proposta, che sintetizza il flusso operativo che regola i documenti progettuali delle istituzioni scolastiche, il ruolo della Rendicontazione sociale è evidente:

  • Rendere conto dei risultati raggiunti in ragione delle scelte autonome delle scuole, attraverso uno strumento di “comunicazione pubblica”;
  • Riflettere internamente sugli esiti ottenuti attraverso la passata azione progettuale con l’obiettivo di orientare la nuova progettualità del successivo triennio.

Strategicità progettuale e capacità di analisi

Appare chiaro, dunque, che la pretesa strategicità della progettualità scolastica risieda nella coerenza tra i diversi processi che regolano la vita organizzativa delle comunità delle singole scuole e nella capacità di visione sistemica. A sua volta questo tipo di approccio necessita di competenze professionali che nelle scuole si sono sviluppate proprio grazie a questi documenti e a questa impostazione nel corso dei trienni progettuali che si sono succeduti dall’anno scolastico 2014/2015 ad oggi. È altrettanto evidente che la complessità del sistema non consente di investire dell’onere progettuale (e redazionale) solo pochi professionisti in ciascuna distinta realtà scolastica. Optare per questa soluzione, infatti, avrebbe il rischio (o meglio la certezza…) di favorire una logica adempitiva, finalizzata a rispettare l’indicazione normativa senza ricavarne alcun impatto positivo in termini di organizzazione. Al contrario, un approccio basato su una leadership organizzativa diffusa, improntata alla condivisione, al confronto ed alla corresponsabilità delle scelte, favorirebbe opportunamente l’implementazione della cultura valutativa ed il senso di appartenenza e di corresponsabilità.

Una cultura valutativa, quindi, capace di stimolare la capacità professionale riflessiva per individuare le conseguenze delle scelte operate e riuscire a realizzare le giuste regolazioni con l’obiettivo di garantire efficacia alla progettualità della scuola.

Organizzare i gruppi di lavoro

Proprio per scongiurare questo rischio sarebbe utile organizzare più gruppi di lavoro, coinvolgendo diverse professionalità interne che si occupino, distintamente, dei diversi processi e dei diversi documenti.

Si potrebbero, ad esempio, organizzare distinte articolazioni del Collegio, immaginando le seguenti aree di competenza progettuale:

  • Gruppo per l’autovalutazione (che corrisponderebbe al NIV), per analizzare gli esiti del triennio 2019-2022, riflettere sul posizionamento della scuola rispetto ai nuovi benchmark ed individuare le priorità ed i traguardi di miglioramento da conseguire entro il 2025;
  • Gruppo per il miglioramento (potrebbe avere figure in comune con il NIV), per individuare su quali processi, tanto educativo-didattici quanti organizzativi, puntare per raggiungere le priorità individuate per il miglioramento, traducendole nei percorsi e nelle azioni del Piano di miglioramento da redigere ed indicare all’interno del PTOF. Questo gruppo, secondo quanto è stato indicato nella nota n. 23940/2022, deve anche garantire il collegamento con il “gruppo di lavoro” per la prevenzione della dispersione scolastica previsto in vista della realizzazione della progettualità finanziata con i fondi del PNRR;
  • Gruppo per la definizione del PTOF, per definire complessivamente l’impianto tanto organizzativo quanto progettuale, in termini di offerta formativa. Questo gruppo, stante la complessità del sistema scuola, potrebbe opportunamente comprendere tutte le Funzioni strumentali che, a seconda dell’area di competenza che presidiano, potrebbero curarne l’analisi e lo sviluppo all’interno del documento PTOF;
  • Gruppo per la Rendicontazione sociale, per individuare quali risultati del triennio concluso portare ad evidenza pubblica, individuando contemporaneamente il punto di arrivo della progettualità trascorsa che diventa il punto di partenza della nuova.

La regia dei diversi gruppi, invece, sarebbe opportuno che restasse unica, in capo al Dirigente scolastico ed alla Funzione strumentale per l’area PTOF, proprio per il ruolo di strumento progettuale complessivo di questo documento, attraverso il quale garantire il giusto raccordo tra i diversi processi e la coerenza del disegno progettuale complessivo.

La Piattaforma operativa per la Rendicontazione sociale

La Piattaforma del Ministero che le scuole devono utilizzare per la redazione della Rendicontazione sociale propone una struttura leggera, con quattro sezioni di cui due obbligatorie e due facoltative.

Le scuole, infatti, devono necessariamente descrivere il proprio Contesto; meglio sarebbe se si riuscisse ad evidenziarne l’evoluzione o, comunque, l’impatto che la scuola ha avuto su di lui nel corso della passata triennalità. Successivamente è fatto obbligo di descrivere i Risultati raggiunti, sezione che rappresenta il vero cuore dell’attività rendicontativa, poiché è attraverso questo passaggio che le scuole forniscono evidenza del valore aggiunto che esprimono nella formazione di alunni e studenti.

Le restanti sezioni sono facoltative: Prospettive di sviluppo e Altri documenti di rendicontazione.

Tralasciando la prima, attraverso la quale è possibile allegare altri documenti o testimonianze che diano sostegno al processo della rendicontazione, è invece utile soffermarsi sulle Prospettive di sviluppo.

È proprio questa che, infatti, può essere utilizzata per definire sinteticamente i risultati raggiunti nel precedente triennio con lo scopo di orientare la progettualità del successivo, nel nostro caso il 2022-2025. Lavorare sulle prospettive future, ossia quelle del triennio che si sta progettando, sostiene e orienta le scelte da assumere, diventando un vero e proprio testimone che passa da un ciclo progettuale all’altro. È da qui, quindi, che potrebbe essere opportuno iniziare a lavorare, ferma restando la possibilità (e, perché no, l’opportunità) di utilizzare tutto il tempo a disposizione per definire con efficacia comunicativa il documento della Rendicontazione sociale fino alla fase di avvio delle iscrizioni al successivo anno scolastico.


[1] Per approfondimenti Maria Teresa Stancarone, Una guida per il PTOF. Dal piano triennale alla rendicontazione sociale: come orientarsi tra i documenti della scuola, Edizione Tecnodid, novembre 2018.

Primo appuntamento con Incontri in cantina, sabato 12 novembre dalle ore 10 alle ore 13, presso il Castello di Taurasi (AV). Si parlerà di “Rendicontare a scuola. Dall’autonomia alla rendicontazione sociale“. Interveranno all’incontro Monica Logozzo, Damiano Previtali e Maria Teresa Stancarone che, per l’occasione presenteranno il loro ultimo lavoro “Rendicontare a scuola. Dall’autonomia alla rendicontazione sociale“. La partecipazione all’evento è gratuita previa iscrizione obbligatoria.