Che scuola sar-AI?

Scenari possibili di una scuola aperta all’intelligenza artificiale

L’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) e delle tecnologie emergenti sull’istruzione è un tema di crescente rilevanza. L’avvento di queste tecnologie sta ridefinendo e ridefinirà sempre di più il paradigma educativo, portando ad un’evoluzione (forse meglio dire “una rivoluzione”) dei modelli più consolidati e tradizionali.

Non siamo, infatti, in presenza di un semplice lancio di un’App che “fa cose”, ma di uno strumento sempre più evoluto e sofisticato che non sostituirà, ma affiancherà l’uomo in molte azioni e in un modo talmente pervasivo da modificarne ruoli ed operatività.

Questo intimorisce le riflessioni che possiamo fare sul futuro, perché possono essere condizionate anche da contaminazioni fantascientifiche sul rapporto fra intelligenza umana e macchina.

In realtà, la sfida del futuro sarà quella di curare il rapporto fra l’intelligenza razionale e la sua parte relazionale ed emotiva. Anche in termini educativi questa dovrebbe essere una priorità: in una dimensione asimoviana, abbiamo proprio bisogno di riappropriarci del nostro essere terrestri, per usare al meglio anche l’intelligenza artificiale.

Apprendimento personalizzato adattivo

Anche nel mondo della scuola si aprono scenari di assoluto interesse, completamente destrutturanti di una realtà consolidata.

Ad oggi si cominciano a considerare gli impatti che l’AI ha già ed avrà sempre di più sulla didattica ordinaria, come strumento di analisi, di ideazione, di “sfida” creativa, di inclusione. Eppure l’intelligenza artificiale ci porterà a breve a superare l’approccio omogeneo delle classi tradizionali introducendo il cosiddetto Apprendimento Personalizzato Adattivo che consentirà un apprendimento su misura, individuale, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico per adattare i materiali didattici in tempo reale, considerando le caratteristiche e i progressi di ogni studente, tenendo conto dei ritmi di apprendimento diversi. Ciascuno potrebbe beneficiare di un approccio didattico su misura grazie proprio al docente affiancato dall’AI, in grado di analizzare enormi quantità di dati sugli apprendimenti e utilizzare algoritmi avanzati per adattare le risorse educative in tempo reale.

Tutor e materiali

Proviamo ad immaginare questa prospettiva dell’apprendimento personalizzato adattivo nelle classi di un ipotetico futuro, da qui a pochi anni.

Gli studenti accederanno a piattaforme educative online in grado di adattarsi ai loro stili e ritmi di apprendimento. Si interfacceranno a tutor artificiali (sono già realtà i Chat bot personalizzati) basati sull’AI, capaci di dare una prima e routinaria assistenza personalizzata in tempo reale, adattandosi alle esigenze individuali.

I tutor artificiali potranno avere le sembianze di simpatici robot antropomorfi capaci di comunicare e dialogare con loro, riconoscendoli e associandoli ai “data based” individuali.

I materiali didattici saranno personalizzati in base alle capacità e alle esigenze specifiche di ognuno. Saranno sempre più interattivi e volti a stimolare esperienze di apprendimento virtuali che simulino scenari del mondo reale o attuino percorsi di attività autentiche, creative, attraverso lo sviluppo di micro progetti modulabili e standard. I libri di testo saranno sostituiti da lezioni sincrone e asincrone condotte da docenti divulgatori virtuali o reali.

Comprendendo le preferenze e gli stili di apprendimento, l’AI personalizzerà i contenuti e richiederà processi specifici per ciascuno studente: fornirà continue “batterie” di attività graduate e mirate, continui stimoli calibrati alle reazioni statisticamente prevedibili, al fine del superamento delle zone prossimali rilevate con il continuo monitoraggio e la continua registrazione dei feedback, in un approccio principalmente e algoritmicamente cognitivista.

Oltre i confini fisici

La comunicazione online, con il superamento delle barriere linguistiche, sarà incoraggiata ben oltre lo spazio fisico della classe anche su scala globale, realizzando attività secondo modelli simili all’attuale esperienza di  e-twinning.

Le piattaforme digitali, sempre più intelligenti, agevoleranno la connessione e il lavoro di squadra in progetti europei e mondiali raggruppando gli studenti di più scuole, anche lontane, tenendo conto dei livelli di apprendimento.

La classe si estenderà oltre i confini fisici abbracciando gli ambienti virtuali, simulando esperienze pratiche e stimolando un apprendimento esperienziale.

L’AI consentirà un apprendimento onnipresente, accessibile da diversi dispositivi e adattato al contesto e alle preferenze dello studente.

La flessibilità temporale e spaziale diventerà caratteristica chiave del processo educativo.  Simulazioni e ambienti virtuali offriranno esperienze in discipline che richiedano praticità: gli studenti applicheranno le conoscenze in contesti realistici simulati senza necessità di strutture fisiche specializzate.

Valutazione e orientamento

L’AI sarà in grado di fornire dati per valutazioni continue e formative, eliminando di fatto le valutazioni tradizionali sommative legate a performance o interrogazioni. L’attenzione si sposterà verso un’analisi dettagliata delle competenze e dell’applicazione delle conoscenze, garantendo un feedback immediato, personalizzato e continuo.

Gli insegnanti potranno utilizzare questi dati per valutare e adattare le strategie di insegnamento in tempo reale. Per certi aspetti i docenti, supportati attraverso l’AI, opereranno costantemente una selezione dinamica e guidata degli studenti stessi, orientando in modo flessibile le proposte didattiche. Si andrà quindi sempre più verso un approccio “per livelli”, superando l’idea di annualità (e di bocciatura).

Questa trasformazione non coinciderà con un addio all’istruzione in presenza, ma ad un cambio di paradigma vero e proprio nella struttura e nella fruizione dell’apprendimento, ad una destrutturazione del modello attuale di aula, classe, docente, discenti.

Quale docente?

Anche il ruolo del docente sarà destinato a cambiare, sarà prevalentemente un coach e un mediatore all’interno di un ecosistema sempre più integrato fra analogico e digitale. Quale impatto avrà questo nuovo modello sulle relazioni, sugli aspetti sociali ed emotivi, sulla valorizzazione olistica di ogni studente?

Quali cambiamenti l’ingresso strutturale dell’AI porterà al nuovo profilo? Quali nuove competenze lo contraddistingueranno? Quali nuove modalità di lavoro, quali nuove mediazioni con i contenuti, quali competenze cognitive e non cognitive saranno richieste?

Sapendo già che l’intelligenza artificiale permetterà di facilitare molti processi, non possiamo non riflettere sui cambiamenti che ci saranno nel futuro della professionalità docente. Il tema vero è quello di intuire in anticipo come l’AI potrà valorizzare ruolo e funzioni.

Il docente, sicuramente, non sarà più colui che trasmette solo conoscenze (e questo lo stiamo già verificando da qualche anno) ma diventerà il regista dell’apprendimento, colui che dispone gli ambienti e gli strumenti, gli spazi e gli arredi, ma soprattutto è colui che disporrà di robot capaci di attuare operazioni complesse. Sicuramente le competenze relazionali e tecniche del docente dovranno essere sempre più evolute, e saranno prevalenti rispetto alle competenze disciplinari. Continuerà ad assumere ruoli guida, di supporto e di facilitazione mentre la tecnologia gestirà i compiti più routinari. Dovrà imparare a fruire di dati statistici per differenziare, in senso inclusivo, le attività e i contenuti; in tal modo, grazie all’AI, potrà liberare tempo prezioso per la relazione e per l’accompagnamento. Sempre più importante sarà la fase di progettazione condivisa dei percorsi e sempre meno peso avrà la lezione frontale.

Il bicchiere mezzo vuoto da non sottovalutare

Ogni novità impattante, come ben evidenziato nel documento UNESCO sull’AI, di cui abbiamo già trattato sul numero 352 di Scuola 7[1], porta benefici ma anche nuove problematiche. Ci sono anche dei rischi su cui è opportuno pensare anticipatamente per programmare soluzioni concrete e politiche virtuose. L’intelligenza artificiale deve essere governata fin dall’inizio, per non trovarci poi impreparati su alcuni fronti importanti.

Sbilanciamento della didattica verso una dimensione artificiale

Sarà necessario trovare il giusto equilibrio fra intelligenza artificiale, dimensione digitale, dimensione analogica, dimensione umana, relazionale, emotiva. La crescita delle nuove generazioni non può avvenire in un mondo mediato e artificiale ma autentico. Oggi si parla di “digitale on life”, cioè di una dimensione vitale, vista come frutto di una continua interazione tra la realtà materiale e analogica e la realtà virtuale e interattiva. Occorre aiutare le giovani generazioni ad avere quella “compostezza” di cui parla Ken Robinson, nel “Manifesto per una nuova educazione”.

Una scuola lasciata ad una disumanizzazione dei processi è una scuola alienante. Va dunque trovato un equilibrio fra l’utilizzo dei nuovi strumenti e le forme migliori della didattica attuale: esplorazioni, esperienze, ascolto di sé e dell’altro, intraprendenza, solidarietà… Sono questi gli aspetti più importanti del processo di crescita che nessun algoritmo sarà mai in grado di gestire.

Rischio privacy

La raccolta e l’uso dei dati sollevano questioni etiche e di privacy legittime su cui già il Garante sta ponendo opportune limitazioni. Oltre ai dati sull’identità si andrebbero ad aggiungere dati sui processi di apprendimento, sui meccanismi cognitivi, sulle performance, sulle reazioni agli stimoli. Un processo di apprendimento monitorato in ogni sua fase ed istante produce una mole di dati che, se da un lato è fortemente ambita in ambito commerciale e scientifico, dall’altro, essendo fortemente pervasiva e invasiva, può diventare anche, a tratti, lesiva della persona, può limitarne la libertà, può invadere la privacy e le intimità delle relazioni.

Aumento della distanza fra scuola ricca e scuola povera

L’ingresso dell’AI porterà a notevoli investimenti in questa direzione che non tutte le scuole del Paese potranno, forse, permettersi. Il rischio di un aumento delle differenze di opportunità educative fra una istituzione e l’altra sarà sempre più frequente. Occorrerà una politica di investimento oculata e sensata, guidata e accompagnata a livello centrale e regionale per offrire strumenti, formazione e opportunità omogenee a tutte le scuole. Poi c’è la questione delle risorse. L’intelligenza artificiale sarà realmente sostenibile per la scuola o ci saranno isole sperimentali, scuole di élite e scuole ordinarie o marginali? I costi per lo sviluppo delle tecnologie sono destinati ad aumentare ed un uso sempre più massiccio e distribuito dell’AI porterà a bilanci di sostenibilità anche ambientale di cui si parla ancora troppo poco.

Concludendo

Il vento del progresso e dell’innovazione non può non coinvolgere la scuola. La velocità dei cambiamenti non ha precedenti ed è sempre più urgente lavorare per lo sviluppo delle competenze digitali unitamente a quelle cognitive e non cognitive.

Occorre ripensare la didattica, ridare un peso alle priorità educative, che oggi sono molto diverse rispetto a quelle del secolo scorso. Se non ci sarà un sistematico lavoro di riconsiderazione dei processi e di consapevolezza sulle urgenze educative, l’ingresso dell’intelligenza artificiale sarà occasione di una ulteriore delegittimazione del ruolo dei docenti e della scuola. L’intelligenza artificiale sarà un preziosissimo alleato con cui collaboreremo, se saremo capaci di ridefinire il design di ciò che insegniamo, di come lo insegniamo, e di ritrovare il senso pieno di una scuola che fa crescere le persone.

Confidiamo in un governo che non consideri l’intelligenza artificiale come il trending topic da inseguire, ma che orienti invece l’educazione verso una visione di futuro che migliori la vita di tutti.

Temo che, questa volta, non ci possa essere una terza via.

Il prossimo numero 8/9 di Notizie della scuola del 16 dicembre 2023 è interamente dedicato all’integrazione del digitale a scuola.

Ci sono approfondimenti sulle principali tappe storiche e normative, sulle competenze digitali di studenti e personale, sul ruolo delle tecnologie nella Scuola 4.0 del PNRR, con specifici contributi sui Framework europei, sul computational thinking e computational tinkering, sull’Intelligenza Artificiale, con proposte didattiche operative.

Il fascicolo è particolarmente consigliato anche a chi voglia avere a disposizione un articolato e completo bagaglio contenutistico e lessicale per affrontare le procedure di reclutamento in ambito scolastico.


[1] GenAI: intelligenza artificiale generativa