Stato di attuazione del PNRR nella scuola

I dati ufficiali e le difficoltà da affrontare

Lo scorso 22 febbraio è stata pubblicata la quarta Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il documento illustra il lavoro svolto dal Governo, nel corso del secondo semestre del 2023, per raggiungere tutti gli obiettivi programmati e per completare il necessario processo di revisione del Piano attraverso azioni definite:

  • l’integrazione del nuovo Capitolo REPowerEU[1];
  • l’implementazione delle riforme con la rimodulazione di numerose misure strategiche per la crescita economica strutturale dell’Italia puntando su:
  • digitalizzazione
  • sostenibilità ambientale
  • resilienza del tessuto economico e sociale del Paese.

La relazione è divisa in due volumi: il primo consiste nella relazione vera e propria ed illustra l’attività svolta e le novità del periodo di riferimento; il secondo contiene schede sull’attuazione delle riforme e degli investimenti a cura delle Amministrazioni titolari.

Un lavoro intenso per raggiungere milestone e target

Il secondo semestre del 2023 è stato caratterizzato da una frenetica attività in tutti i contesti della Pubblica amministrazione; la scuola non ha fatto eccezione mettendo a dura prova la propria organizzazione sia a livello centrale sia a livello delle singole istituzioni scolastiche dove, pur continuando a garantire la consueta offerta formativa, a parità sostanziale di personale e di risorse umane in generale, si è continuato a lavorare alacremente per conseguire milestone e target assegnati.

Va ricordato che l’8 dicembre 2023 è stata la data che ha segnato l’approvazione finale del nuovo PNRR da parte del Consiglio dell’Unione europea, mentre il 28 dicembre si è registrato il pagamento della quarta rata.

Siamo in attesa del pagamento della quinta rata con la quale l’Italia conseguirà 113 miliardi di euro, pari a oltre il 58% dei 194,4 miliardi di euro stanziati in sede europea per il PNRR.

I dati fondamentali illustrati nel documento governativo

Al 31 dicembre l’Italia ha ricevuto dall’Unione Europea risorse pari a € 101.930.714.506,00. Le spese sostenute sono pari a 45,6 miliardi di euro, che scendono a poco meno di 43 miliardi se si considera che 2,6 miliardi fanno riferimento a misure che non sono contemplate dal nuovo PNRR.

Nel 2023 sono state spese risorse per 21,1 miliardi di euro. Al 31 dicembre 2023 l’Italia ha speso il 42 per cento delle risorse ricevute e il 22 per cento del totale del budget del PNRR, mentre nel triennio 2024-2026 l’Italia dovrà spendere circa 151 miliardi di euro (media di 50 miliardi per anno). La relazione insiste su un dato di fatto che le scuole conoscono molto bene: il PNRR non concede soste in quanto richiede un costante lavoro e monitoraggio, per la concreta messa a terra di tutti gli investimenti e delle riforme previste.

La Cabina di regia, nei prossimi mesi, anche in relazione alle specifiche disposizioni che saranno adottate, intensificherà le attività di monitoraggio, rafforzato con i singoli soggetti attuatori; l’obiettivo prioritario è quello di accelerare la spesa e il raggiungimento dei traguardi previsti.

Nelle scuole siamo abituati da tempo a telefonate, generalmente cortesi e collaborative, che dal MIM chiedono spiegazioni sull’avanzamento delle attività e su eventuali difficoltà incontrate se, dal monitoraggio, sono stati rilevati livelli di avanzamento rallentato.

Le azioni più importanti e la loro attuazione

Iniziando con l’analisi delle azioni più impegnative riportiamo il livello di spesa conseguito per ciascuno degli obiettivi che interessano la scuola.

AzioneDescrizioneEnteStanziamentoSpesa attuata
M4C1-I1.4Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado e alla riduzione dell’abbandono scolasticoMIM1.500.000.00053.019.510
M4C1-I3.2Scuola 4.0 – scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratoriMIM2.100.000.000826.160.663

Le risorse del MIM, ovviamente, fanno riferimento anche ad azioni nazionali che sono in capo al Ministero e attengono a risorse sostanziose pari a oltre 17 miliardi di euro dei quali al 31 dicembre 2023 sono stati spesi in maniera certificata solo 3 miliardi di euro.

Amministrazione titolareTotale risorse del nuovo PNRR (mln €)Spesa totale al 31 dicembre 2023 (mln €)Risorse totali da spendere (mln €)
MIM17.059,002.988,0014.071,00

Le attività a carico del MIM

Ricordiamo l’insieme delle attività in carico al MIM che nella relazione sono state ratificate e integrate come parti del nuovo PNRR.

M2C3 – Investimento 1.1: Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici Descrizione Importo complessivo: 1.005.999.113,93 euro.

M4C1 – Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia Descrizione Importo complessivo: 3.244.859.040,04 euro.

M4C1 – Investimento 1.2: Piano per l’estensione del tempo pieno e mense Descrizione Importo complessivo: 1.074.752.186,59 euro.

M4C1 – Investimento 1.3: Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole Descrizione Importo complessivo: 300.000.000 euro.

M4C1 – Investimento 1.4: Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado Descrizione Importo complessivo: 1.500.000.000 euro.

M4C1 – Investimento 1.5: Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) Descrizione Importo complessivo: 1.500.000.000 euro.

M4C1 – Investimento 2.1: Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico Descrizione Importo complessivo: 800.000.000 euro.

M4C1 – Investimento 3.1: Nuove competenze e nuovi linguaggi Descrizione Importo complessivo: 1.100.000.000 euro.

M4C1 – Investimento 3.2: Scuola 4.0: scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori Descrizione Importo complessivo: 2.100.000.000 euro.

M4C1 – Investimento 3.3: Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole Descrizione Importo complessivo: 4.399.000.000,00 euro.

È interessante notare come l’insieme delle azioni e dei relativi investimenti dovrebbe realmente cambiare le scuole nel corso dei prossimi 3 anni, tenuto anche conto che al momento la spesa effettivamente compiuta è molto contenuta rispetto alla disponibilità, che è particolarmente corposa.

Le ulteriori assegnazioni per ridurre i divari territoriali

Con decreto n. 19 datato 19 febbraio 2024, ma pervenuto alle scuole solo pochi giorni fa, si è provveduto ad assegnare alle istituzioni scolastiche una ulteriore tranche di 750 milioni di euro, destinati a garantire la riduzione dei divari territoriali negli apprendimenti e il contrasto alla dispersione scolastica con la realizzazione di interventi di tutoraggio e percorsi formativi in favore degli studenti a rischio di abbandono scolastico e di giovani che abbiano già abbandonato la scuola. Tali risorse sono anche destinate ad assicurare il conseguimento dei target M4C1-7 e M4C1-25 nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 1.4.

I criteri di ripartizione riguardano variabili e pesi, e portano ad un corposo provvedimento dal quale risultano assegnazioni di fondi anche alle scuole che nella prima tranche erano state escluse (provocando allora non pochi disagi e proteste).

CriterioPeso
a) percentuale di studenti con fragilità nelle competenze con un livello di competenze non superiore al secondo, ovvero con un risultato “molto debole” e “debole”, come accertato dall’INVALSI nell’ambito delle prove svolte al grado 8, grado 10 e grado 13:30%
 b) percentuale di studenti con fragilità nelle competenze con un indice di status socioeconomico-culturale (ESCS), che integra le variabili relative al grado d’istruzione dei genitori, alla loro professione, alle risorse educative e culturali di cui l’alunno può fruire a casa, come rilevato dall’INVALSI:25%
c) numero di studenti effettivamente frequentanti ciascuna scuola sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito e dei dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano:25%
d) percentuale di studenti che abbandonano gli studi in corso d’anno sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito e dei dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano:7,5%
e) percentuale di studenti ripetenti sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito e dei dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano:7,5%
f) percentuale di studenti frequentanti con disabilità sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito e dei dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano:2,5%
g) percentuale di studenti frequentanti con cittadinanza non italiana sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito e dei dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano:2,5%.

Le assegnazioni per i CPIA e ai CST per l’inclusione

Nell’ambito delle disposizioni di cui al medesimo decreto del 19 febbraio scorso sono stati assegnati ulteriori 40 milioni di euro ai CPIA attraverso un meccanismo che prevede una quota fissa di 150.000 di euro e una quota variabile in base ad alcuni parametri tra cui il numero degli iscritti ai percorsi di primo e secondo livello. Ai CPIA delle regioni del Sud è stata destinata una quota del 40% delle risorse complessive. Il tutto risulta dall’Allegato 2 al Decreto di riparto delle risorse per la riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica, in attuazione della Missione 4 – Componente 1 – Investimento 1.4.

Una nuova assegnazione di fondi PNRR è stata disposta, con Decreto n. 41 del 7 marzo scorso, in favore dei Centri di Supporto Territoriale per l’inclusione. Lo stanziamento complessivo pari a 25 milioni di euro è un’altra pedina nella scacchiera della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Investimento 1.4 “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di primo e secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica”. I criteri di riparto in questo caso prevedono:

  1. una quota in misura fissa pari al 30% delle risorse disponibili;
  2. una quota in misura variabile pari al 70% delle risorse in proporzione al numero di studenti con disabilità certificata presso ciascun ambito territoriale di riferimento, così come rilevati dall’Anagrafe nazionale degli studenti del Ministero dell’istruzione e del merito per l’anno scolastico 2023-2024.

Le criticità già emerse si rafforzano

Di fronte a queste nuove sostanziose assegnazioni di contante, in molte scuole si è levata una forte ondata di preoccupazione per la sostenibilità delle azioni, tanto impegnative a fronte di personale insufficiente ed impreparato per adempiere alle complesse ad articolate funzioni organizzative, gestionali, amministrative e soprattutto di rendicontazione, occhiuta ma a volte pedissequa, che caratterizza le piattaforme del PNRR.

A titolo esemplificativo, qualora i partecipanti ad un’attività non dovessero registrare immediatamente le presenze degli studenti e degli stessi docenti, dopo pochi minuti dal termine, il sistema richiede una forzatura alla validazione obbligando il compilatore o il validatore (in questo caso il DS non può delegare a nessuno la validazione) a giustificare in un apposito modulo on line i motivi del ritardo.

Le scuole faranno fronte con molte difficoltà a questa nuova valanga di finanziamenti che sono irrinunciabili ma, nello stesso tempo, i lavoratori hanno la possibilità di rinunciare a qualsiasi lavoro straordinario o funzione aggiuntiva che, tra l’altro, alla luce delle sostanziose trattenute, assicura un netto in busta paga poco attraente per un impegno così oneroso.

Il senso del dovere, che anima i pochi volenterosi che sostengono le istituzioni scolastiche nella gestione delle attività del PNRR, sicuramente riuscirà a far fronte, anche questa volta, alle impegnative azioni del PNRR che, è bene ricordarlo, comportano per i Dirigenti scolastici ulteriori responsabilità contabili e di risultato.


[1] La Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU nel maggio 2022. Il piano si basa sull’attuazione delle proposte del pacchetto “Pronti per il 55%”, che sostengono l’ambizioso obiettivo dell’UE di realizzare una riduzione pari almeno al 55% delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, in linea con il Green Deal europeo.