Sulle orme dei neoassunti

Un format giovane, ma già consolidato

La formazione dei docenti neoassunti gode di un format giovane, ma già strutturato e consolidato, che ha superato brillantemente la prova del 2015/16, con 84.000 docenti in anno di prova e formazione, assunti a seguito del piano straordinario di immissioni in ruolo stabilito dalla legge 107/2015.

Il suo impianto complessivo è stato ridisegnato in maniera significativa sia dalla citata legge 107, sia dalle norme applicative di riferimento, in particolare il DM 850/2015, che hanno cercato di dare alla formazione in ingresso una curvatura maggiormente professionalizzante, operativa, aderente al contesto e alla comunità professionale nella quale i docenti neoassunti entrano a tempo indeterminato[1]. Il nuovo modello formativo è scandito da una serie di passaggi, spesso innovativi, che spaziano dall’osservazione reciproca a una formazione di taglio laboratoriale, fino alla costruzione di un portfolio digitale, su piattaforma dedicata di INDIRE.

Dati e informazioni in tempo reale

Proprio INDIRE, del cui contributo tecnico e di ricerca si avvale il MIUR (Direzione Generale per il personale scolastico) per quanto riguarda la parte online, ha aperto il 15 marzo un nuovo servizio informativo sul progress dell’anno di formazione 2016/17 (http://neoassunti.indire.it/2017/news_09.html), che aggiorna con cadenza quindicinale una serie di dati esplicativi sull’uso dell’ambiente online, in grado di rappresentare quello che in quel momento sta accadendo nell’ambiente digitale. Il cruscotto rappresenta in una forma grafica chiara e immediata una linea del tempo verticale, che descrive lo stato dell’arte dei documenti in lavorazione o già compilati: principalmente le esperienze del curriculum formativo, i bilanci delle competenze iniziali e finali, le attività didattiche caricate in piattaforma, che compongono la parte più corposa del documento con il quale il docente si presenterà poi davanti al comitato di valutazione. L’informazione potrebbe anche giocare un ruolo non secondario di rassicurazione nei confronti dei neoassunti più ansiosi, nel momento in cui essi verificano in corso d’opera di non essere gli unici a non avere ancora completato tutto il percorso.

I neoassunti: fonte di ispirazione per il Piano di formazione dei docenti 2016/19

Non saranno passate inosservate le varie analogie fra la formazione dei neoassunti e il Piano di formazione docenti 2016/19, che da questa ha tratto vigorosa e significativa ispirazione. Un sintetico parallelismo fra i due piani[2] può aiutarci anche a fare il punto sul primo, inquadrandolo nella cornice sistemica verso la quale si sta indirizzando la formazione permanente, strutturale e obbligatoria, di cui al comma 124 della Legge 107/2015. Vediamo le principali analogie:

Formazione neoassunti Piano di formazione docenti
La rilevazione dei bisogni Partendo dal bilancio delle competenze in ingresso e dal patto per lo sviluppo professionale siglato con il dirigente scolastico, il neoassunto individua e segnala all’Amministrazione il proprio bisogno formativo. Non si parte dal nulla, ma da una rilevazione dei bisogni realizzata a livello di ambito e coerente con le nove priorità del Piano di formazione.
Una formazione laboratoriale Non si tratta più, per i docenti, di frequentare una serie di incontri frontali di carattere generale, ma di essere co-costruttori del proprio percorso formativo. Gli incontri hanno un taglio laboratoriale e sono composti da un numero adeguato di corsisti (orientativamente non più di 30). Si supera il carattere frontale della formazione, privilegiando una dimensione seminariale e operativa, anche per gruppi di formazione-ricerca-approfondimento differenziati.
Esperti con competenze operative e professionalizzanti I laboratori formativi sono condotti da esperti provenienti dal mondo della scuola e comunque con competenze di tipo operativo e professionalizzante, reperiti tramite avvisi pubblici dalle scuole-polo. Le attività formative sono gestite da esperti o da tutor appositamente individuati. Le scuole-polo capofila della formazione favoriscono la costituzione di elenchi territoriali di esperti e formatori, tramite avvisi pubblici, cui attingere per la gestione delle iniziative formative.
Il portfolio professionale Il portfolio elaborato su piattaforma INDIRE raccoglie e documenta diversi aspetti del proprio passato e presente professionale, e funge da meta-riflessione e da volano per il prosieguo della carriera professionale del docente. È previsto che ogni docente realizzi un proprio portfolio professionale, comprendente la propria storia formativa, l’anagrafe della professionalità, il bilancio di competenze e altri elementi di documentazione dell’attività.
L’unità formativa Il neoassunto è tenuto a svolgere 50 ore di formazione, suddivise fra incontri in presenza, attività di peer to peer con il proprio tutor e attività online. Un confronto con una Unità Formativa standard (cioè simile al CFU universitario) mostra che le 50 ore possono essere ricondotte a un impegno complessivo di 2 unità formative. L’obbligatorietà della formazione non si traduce in un numero di ore da svolgere ogni anno, ma piuttosto nel rispetto del contenuto del Piano; tuttavia l’unità formativa di cui al DM 797/2016 può ispirarsi ai CFU, che prevedono un riconoscimento di impegno complessivo pari a 25 ore, variamente modulate (si veda la pag. 67 del Piano per la formazione docenti 2016/19).

Il tutor: un ruolo importante, da valorizzare

Una figura fondamentale nel percorso degli insegnanti neoassunti è senza dubbio quella del tutor, al quale sono affidati compiti di accompagnamento, supporto, facilitazione, collaborazione, sostegno, condivisione, e al quale lo stesso DM 850/2015 stabilisce che sia riconosciuto un compenso economico, suggerendo, in caso di positivo svolgimento della funzione, che possa essere valorizzato nell’ambito dei criteri di cui all’art. 1, comma 127, della legge 107/2015. Questo collega esperto, non necessariamente più “anziano” (la ricca e diffusa varietà di esperienze professionali non sempre coincide con l’età o con gli anni di insegnamento), merita davvero di essere valorizzato: professionalmente, socialmente, economicamente, in virtù di un ruolo ampio, complesso, stratificato, non valutativo in senso stretto, in ideale continuità con l’antenato etimologico del termine tutor, da “tueri” = proteggere. Per rafforzarne la funzione strategica, alcune università italiane hanno programmato e organizzato, in questi mesi, corsi di formazione permanente sulla figura e i compiti del tutor. Ci auguriamo che possa divenire in un futuro prossimo una riconosciuta professionalità di sistema, di coordinamento e di supporto alla comunità professionale.

[1] L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna ha dedicato a questo tema un numero monografico della Rivista online “Studi e documenti”, dal titolo “Il periodo di formazione e prova dei docenti neoassunti nell’a.s. 2015-16: un anno vissuto intensamente”, reperibile al link http://istruzioneer.it/studi-e-documenti-home/studi-e-documenti-152016-il-periodo-di-formazione-e-prova-dei-docenti-neoassunti-nella-s-2015-16-un-anno-vissuto-intensamente/

[2] Si veda la nota Miur n. 9684 del 6 marzo 2017, commentata, sul numero n. 34 di Scuola7, da Chiara Brescianini.