Verso nuove competenze chiave in Europa

Le competenze chiave del 2006

«Dato che la globalizzazione continua a porre l’Unione europea di fronte a nuove sfide, ciascun cittadino dovrà disporre di un’ampia gamma di competenze chiave per adattarsi in modo flessibile a un mondo in rapido mutamento e caratterizzato da forte interconnessione»: il 18 dicembre 2006 il Parlamento europeo e il Consiglio, dopo lunga elaborazione, varano la Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente, dettagliate nell’Allegato Quadro di riferimento europeo. Si tratta di 8 macro-competenze e relative conoscenze, abilità e attitudini essenziali, 3 delle quali a carattere fortemente – anche se non esclusivamente – disciplinare, come nella tradizione della scuola, ma ben 5 a carattere fortemente – anche se non esclusivamente – trasversale.

La revisione in corso

A distanza di un decennio, in un mondo radicalmente cambiato, il 10 giugno 2016 nella Comunicazione A new skills agenda for Europe – rivolta al Parlamento, al Consiglio e ad altre istituzioni – la Commissione propone una revisione del Quadro di Riferimento Europeo delle competenze chiave e un’Agenda di lavoro per aggiornarle e meglio descriverle, valutarle, certificarle nei diversi ambienti di apprendimento (formali, informali, non formali), e per migliorarle qualitativamente, sia rafforzando le competenze di base sia introducendo competenze più complesse. Contemporaneamente diffonde due importanti risultati del lavoro svolto: i Quadri di Riferimento delle competenze digitali (DigComp 2015) e i Quadri di Riferimento delle competenze imprenditoriali (EntreComp 2016).

Il 24 luglio 2017 è pubblicata la interessante Relazione sui risultati della consultazione delle parti interessate (Report on the results of the stakeholder consultation), in cui sono presentati in modo dettagliato i risultati dei sondaggi (la maggior parte fatti a insegnanti di diversi ordini di scuola, il 24% dei quali italiani, gli altri residenti in altri paesi UE), della lettura di documenti dedicati, dell’analisi dei contributi raccolti in occasione di riunioni, conferenze etc. e dei punti chiave delle consultazioni, per una panoramica generale, a testimonianza della poderosa ricerca svolta, che evidenzia un interesse particolare per le competenze sia digitali che sociali-civiche.

La nuova proposta

Il 17 gennaio 2018 la Commissione vara la Proposta di Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente, con Allegato un nuovo Quadro di riferimento europeo che dovrebbe sostituire quello del 2006, e un poderoso Documento di accompagnamento che riporta i risultati del lavoro dei servizi della commissione (pagg. 104).

In base al Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, la Commissione, formata da un Commissario per Stato membro, nominato dal Consiglio europeo con l’approvazione del Parlamento, esercita solo il potere esecutivo e quello di iniziativa legislativa (il potere legislativo è del Parlamento e del Consiglio); quindi il percorso non è ancora terminato, ma è interessante notare subito che la revisione proposta è piuttosto significativa.

Le competenze chiave nella versione 2018

L’Allegato con le nuove competenze chiave esordisce con una significativa citazione tratta dal Pilastro europeo dei diritti sociali proclamato da Parlamento, Consiglio e Commissione il 14 novembre 2017: «Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro. Ogni persona ha diritto a un’assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o di attività autonoma. Ciò include il diritto a ricevere un sostegno per la ricerca di un impiego, la formazione e la riqualificazione».

Precisa anche che le competenze chiave, «tutte di pari importanza», sono quelle «necessarie per l’occupabilità, la realizzazione personale, la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale» e sono «una combinazione di conoscenze (fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento), abilità (capacità di eseguire processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati) e atteggiamenti (disposizione e mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni)».

Due documenti a confronto

Confrontando il testo del 2006 e quello del 2018 a grandi linee si può subito notare che:

• le competenze sono sempre 8, ma già la loro intitolazione è diversa (alle varie terminologie utilizzate nel 2006 si sostituisce un elenco di tutte competenze);

• la comunicazione nella madre lingua e quella nelle lingue straniere sono sostituite da competenze alfabetiche funzionali («capacità di individuare, comprendere, esprimere, creare e interpretare concetti, sentimenti, fatti e opinioni, in forma sia orale sia scritta, utilizzando materiali visivi, sonori e digitali» ovvero capacità «di comunicare e relazionarsi») e da competenze linguistiche («capacità di utilizzare diverse lingue in modo appropriato ed efficace allo scopo di comunicare»);

• le competenze scientifico-tecnologiche sono meglio dettagliate in competenze matematiche (al plurale, «capacità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane», ma anche «capacità di usare modelli matematici di pensiero – pensiero logico e spaziale – e di presentazione – formule, modelli, costrutti, grafici, carte) e competenze in scienze, tecnologie e ingegneria (in scienze non più solo di base, «capacità di usare l’insieme delle conoscenze e delle metodologie utilizzate per spiegare il mondo che ci circonda, per identificare le problematiche e trarre conclusioni che siano basate su fatti empirici»; la tecnologia si estende alle tecnologie e compare anche l’ingegneria, «competenze in tecnologie e ingegneria sono applicazioni di tali conoscenze e metodologie per dare risposta ai desideri o ai bisogni avvertiti dagli esseri umani»);

• la competenza digitale si allarga in competenze digitali («l’alfabetizzazione informatica e digitale, la comunicazione e la collaborazione, la creazione di contenuti digitali – inclusa la programmazione – la sicurezza – compreso l’essere a proprio agio nel mondo digitale e possedere le competenze relative alla cyber-sicurezza – e la risoluzione di problemi»);

• il solo imparare ad imparare si accompagna ad altre competenze traversali/leggere nelle competenze personali, sociali e di apprendimento («capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera», «di far fronte all’incertezza e alla complessità, … di mantenere il proprio benessere fisico ed emotivo, di empatizzare e di gestire il conflitto» – in letteratura competenze metaemozionali e metacognitive);

• le competenze sociali e civiche perdono la prima parte, già compresa nelle competenze traversali, e si identificano nella «capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, in base alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici e politici oltre che dell’evoluzione a livello globale e della sostenibilità»;

• spirito di iniziativa e imprenditorialità si trasformano in competenze imprenditoriali («capacità di agire sulla base di idee e opportunità e di trasformarle in valori per gli altri. Si fondano sulla creatività, sul pensiero critico e sulla risoluzione di problemi, sull’iniziativa e sulla perseveranza, nonché sulla capacità di lavorare in modalità collaborativa al fine di programmare e gestire progetti che hanno un valore culturale, sociale o commerciale») e presuppongono dunque una buona padronanza delle competenze traversali;

• la consapevolezza ed espressione culturale viene solo diversamente intitolata («la comprensione e il rispetto di come le idee e i significati vengono espressi creativamente e comunicati in diverse culture e tramite tutta una serie di arti e altre forme culturali», «la conoscenza delle culture e delle espressioni locali, nazionali, europee e mondiali;… la comprensione … nei testi scritti, stampati e digitali, nel teatro, nel cinema, nella danza, nei giochi, nell’arte e nel design, nella musica, nei riti, nell’architettura oltre che nelle forme ibride»).

L’Allegato si conclude con un paragrafo dedicato al Sostegno allo sviluppo delle competenze chiave (che nel testo del 2006 non c’era), in riferimento a più modalità didattiche (9 punti), al supporto agli operatori (4 punti), alla valutazione delle competenze (4 punti) a partire dalle buone pratiche.

Un raffronto sintetico

2006 2018
1) comunicazione nella madrelingua

2) comunicazione nelle lingue straniere

3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia

4) competenza digitale

5) imparare a imparare

6) competenze sociali e civiche

7) spirito di iniziativa e imprenditorialità

8) consapevolezza ed espressione culturale

competenze alfabetiche funzionali

competenze linguistiche

competenze matematiche e competenze in scienze, tecnologie e ingegneria

competenze digitali

competenze personali, sociali e di apprendimento

competenze civiche

competenze imprenditoriali

competenze in materia di consapevolezza ed espressione culturale