Valutazione esterna a confronto

I sistemi portoghese e spagnolo

Dopo essere salpati da Malta[1], punto di partenza del nostro viaggio alla scoperta della valutazione di sistema delle realtà scolastiche diverse da quella italiana, proseguiamo la nostra rotta via mare verso occidente e facciamo una prima sosta nella Penisola Iberica. Qui, attraverso un approccio comparativo, andiamo a conoscere come vengono valutate le scuole in Portogallo e in Spagna[2].

I due Paesi, sebbene appartenenti alla medesima area geografica, presentano profonde diversità di carattere storico, culturale, politico e organizzativo che si riflettono sui rispettivi sistemi scolastici e, conseguentemente, anche sulla valutazione esterna delle scuole.

Ed è appunto di valutazione esterna che parleremo, evidenziandone gli aspetti più significativi nell’uno e nell’altro Paese.

IGEC in Portogallo

Il Portogallo, caratterizzato da un sistema educativo molto centralizzato, affida la valutazione esterna delle istituzioni scolastiche a un servizio centrale dell’amministrazione diretta dello Stato, dotato di autonomia amministrativa e molto strutturato, l’Inspeção General da Educação e Ciência.

Storia dell’ispezione scolastica in Portogallo

La storia dell’ispezione scolastica in Portogallo risale al 1771. Le prime visite sono state effettuate dalla Real Mesa Censória su richiesta del Marquês de Pombal, ministro di D. José I, con l’obiettivo di conoscere lo stato dell’insegnamento nelle scuole più piccole e avviare la costituzione del sistema educativo nazionale, analogamente a quanto stava accadendo in altri Paesi europei a causa dei nuovi ideali politici, culturali e pedagogici emersi nel corso del XVIII secolo. La Legge del 6 novembre 1772, che istituiva l’istruzione, creava scuole, posti per insegnanti, definiva metodi e discipline da insegnare e affidava i servizi di ispezione alla Real Mesa Censória, un’istituzione originariamente creata per riformare il sistema di censura. Da allora e fino ad oggi, i servizi ispettivi hanno subito diversi mutamenti derivanti dai cambiamenti politici, sociali, economici e culturali avvenuti nel Paese e che, naturalmente, si sono riflessi nell’istruzione. L’IGEC, nella sua attuale configurazione, nasce nel 1979.

L’IGEC è guidato da un Ispettore Generale assistito da tre Vice Ispettori Generali e l’attività ispettiva è svolta da 181 ispettori (161 con nomina definitiva e 20 in periodo di prova)[3] che appartengono a un gruppo speciale di funzionari pubblici con uno status e una carriera specifici.

Comunità autonome in Spagna

In Spagna, invece, a conferma della sua forte vocazione autonomistica, sono le Comunità autonome (CA) ad essere responsabili della valutazione esterna delle scuole, attraverso l’Ispettorato dell’educazione.

Le Comunità autonome in Spagna

Il concetto di Comunità autonoma nasce dal fatto che in Spagna convivono popoli e culture diversi. Il Paese è una monarchia parlamentare suddivisa in 17 CA[4]. Le Comunità e le città autonome sono previste dalla Costituzione Spagnola del 1978, con la quale è stato disegnato un ordinamento di tipo regionale in opposizione al centralismo che aveva caratterizzato il periodo della dittatura franchista. Entro i limiti della Costituzione, che ne sottolinea l’uguaglianza, alle Comunità autonome è lasciato un ampio margine di libertà, che consente ad ognuna di esse di adottare le competenze ritenute necessarie.

Ogni CA ha il proprio Ispettorato dell’educazione, che dipende dal rispettivo Ministero regionale per l’educazione della Comunità e che ha come personale dipendenti pubblici incaricati della funzione ispettiva. A livello centrale c’è un organismo di rappresentanza ispettiva, l’Alta Inspección del Estado, che fa parte del Ministero dell’istruzione e della formazione professionale – MEFP; sempre a livello centrale, avviene la valutazione generale del sistema educativo, la cui competenza è dell’Instituto Nacional de Evaluación Educativa– INEE.

È utile ricordare che la Spagna ha un sistema di valutazione nazionale ed uno di tipo locale. Il governo centrale ha un ufficio in ogni CA dove lavora un ispettore dell’Alta Inspección a garanzia che le leggi sull’istruzione locali, le regole e gli standard adottati per le ispezioni, siano in accordo con i principi costituzionali e con le leggi emanate a livello centrale. L’organismo centrale si occupa anche dell’ispezione delle scuole spagnole all’estero e di alcune istituzioni formative nel territorio spagnolo che sono sotto la responsabilità diretta del Ministero, come le accademie militari e le scuole delle città autonome di Ceuta e Melilla.

Criteri e indicatori utilizzati nei due Paesi

In Spagna le valutazioni esterne si svolgono sulla base di un quadro di riferimento generale per l’ispezione, che ogni CA declina ulteriormente assegnando specifici compiti all’Ispettorato. In autonomia, le Comunità emanano anche linee guida sulle procedure di valutazione, pubblicano regolamenti su obiettivi, aree e finalità, predispongono indicatori da utilizzare per la valutazione. Si evidenzia che le autorità competenti delle CA effettuano delle valutazioni standardizzate degli studenti, dette “valutazioni diagnostiche”, che costituiscono uno degli strumenti più importanti della valutazione esterna. L’obiettivo è quello di raccogliere informazioni su scuole e alunni e di proporre un piano di miglioramento.

In Portogallo, invece, i valutatori utilizzano un “Quadro di riferimento” (Quadro de referência) comune, sulla base del quale formulano i giudizi da attribuire alle scuole. Quello attualmente in uso si articola in quattro sezioni[5]:

  • Autovalutazione;
  • Leadership e management;
  • Offerta formativa;
  • Risultati.

Frequenza della valutazione esterna

Mentre in Spagna la frequenza delle visite e la scelta delle scuole è affidata alle CA sulla base di criteri che variano notevolmente da una comunità all’altra, in Portogallo il modello è ciclico. Allo stato attuale sono stati completati due cicli, mentre il terzo si concluderà entro la fine del 2022, con un numero di scuole valutate variabile da ciclo a ciclo, anche in relazione alla durata di ciascuno.

In Portogallo la rete scolastica è organizzata in raggruppamenti di scuole (Agrupamentos de escolas), ossia unità organizzative costituite da scuole di diversi livelli di istruzione (da quella prescolare a quella secondaria) che condividono un progetto pedagogico comune e hanno una gestione autonoma e degli organi amministrativi propri.

I cicli di valutazione in Portogallo

Il primo ciclo, iniziato nel 2006, si è concluso a giugno 2011, con 1131 scuole/raggruppamenti valutati, mentre il secondo ciclo, iniziato a novembre 2011, si è concluso nel 2017, coprendo 824 scuole/raggruppamenti.  Dopo la fase pilota del 2018, ad aprile 2019 è iniziato il terzo ciclo. Entro la fine del 2022, l’intervento dell’IGEC dovrebbe coinvolgere un campione di 82 scuole/raggruppamenti: 30 al Nord, 12 al Centro e 40 al Sud.

Caratteristiche che accomunano i due Paesi

L’attività di valutazione si articola in tre fasi, e sono comuni ai due Paesi: prima, durante e dopo la visita. Mentre in Portogallo la durata della visita va dai 3 ai 5 giorni, a seconda delle dimensioni della scuola e delle sue peculiarità, in Spagna è variabile a seconda degli obiettivi prefissati. Comune è anche l’obiettivo di coinvolgere la comunità professionale nel processo. In Portogallo, per esempio, avviene anche attraverso la presentazione della scuola al team effettuata dal capo di istituto e da altri stakeholder della comunità educativa. Il fine è quello di costruire un momento partecipato da docenti, non docenti, genitori e studenti; questi soggetti sono gli stessi ad essere poi coinvolti nelle interviste di gruppo.

Anche in Spagna le interviste e la raccolta di informazioni coinvolgono tutti coloro che fanno parte della comunità scolastica; e in tutte le fasi, vi è una collaborazione diretta con il capo di istituto. 

Procedure ed esiti in Portogallo

Tuttavia le differenze riemergono nello specifico e appaiono significative. Per il Portogallo, elemento peculiare prima della visita, è la possibilità di effettuare un’osservazione dell’attività educativa e didattica su un insieme di classi di diversi livelli di istruzione, individuati dal team di valutazione e comunicati alla scuola due/tre giorni prima. In questa fase inziale l’analisi si concentra sull’interazione pedagogica, sulle competenze raggiunte e sull’inclusione di tutti gli alunni. Queste osservazioni dirette contribuiscono alla raccolta delle evidenze, nella triangolazione con altre fonti di informazione, quali ad esempio l’analisi documentale e quella delle informazioni statistiche. Nella seconda fase, durante la visita, il controllo è rivolto anche alle strutture, alle attrezzature e agli ambienti educativi. Per raccogliere ulteriori informazioni, il team conduce interviste di gruppo; durante quella con il capo di istituto e il suo staff i valutatori forniscono un primo feedback sulla valutazione effettuata.

La scuola, alla fine, riceve una valutazione per ciascuna delle quattro sezioni del Quadro de referência; i giudizi sono attribuiti sulla base di una dettagliata scala che tiene conto:

  • dei punti di forza;
  • delle aree che necessitano di miglioramento;
  • della qualità dei risultati e delle pratiche messe in atto.

I livelli sono 5 e vanno da insufficiente a eccellente. Una valutazione negativa non comporta né azioni correttive né di carattere sanzionatorio, ma richiede azioni di miglioramento, che potranno essere monitorate attraverso un’eventuale valutazione intermedia.

Dopo la visita, dunque, i valutatori portoghesi redigono una bozza del rapporto di valutazione e lo consegnano alle scuole che dispongono di 15 gg. per presentare eventuali osservazioni. Una volta definito, il Rapporto è comunicato alla scuola interessata che può impugnarlo entro 10 gg.

Di rilievo è il fatto che, nel team di valutazione, oltre agli ispettori dell’IGEC, sono presenti esperti esterni, università o istituti di ricerca, i quali possono essere insegnanti di istruzione superiore o ricercatori con competenze didattiche, di coordinamento o di direzione nelle scuole. Sia gli ispettori che i valutatori esterni partecipano ad attività di formazione in materia di valutazione.

Gli ispettori spagnoli

Gli ispettori spagnoli effettuano la valutazione esterna sulla base del loro piano pluriennale e secondo un protocollo comune a tutte le autorità educative regionali, che prevede: esame, controllo e analisi dei documenti pedagogici e amministrativi, visite alle scuole, eventuali momenti di osservazione in classe, interviste con le varie componenti della comunità educativa (personale direttivo e scolastico, studenti e genitori).

Aspetto peculiare è che in Spagna i docenti possono essere valutati individualmente: il monitoraggio della qualità professionale degli insegnanti è uno dei compiti svolti dall’Ispettorato dell’istruzione nell’ambito della valutazione esterna delle scuole. Tuttavia, in concreto, ciò non accade di frequente. Lo scopo è comunque soltanto quello di fornire loro un feedback sull’andamento della scuola, sui punti di criticità e di positività, non quello di esprimere giudizi sulle persone, non previsti neppure dal quadro di riferimento generale.

Procedure ed esiti in Spagna

In Spagna, le scuole da valutare ogni anno vengono scelte dalle CA sulla base di criteri che variano notevolmente da una Comunità all’altra. Anche la modalità di restituzione degli esiti delle visite dipende dalle specifiche normative. In linea di massima si tratta di un rapporto consegnato ai Consigli scolastici che provvederanno a individuare le azioni di miglioramento da intraprendere, raccolte in un Piano di azione.

L’Ispettorato collabora con le scuole per migliorare quegli ambiti che hanno ricevuto un giudizio negativo e concorda con il team direttivo della scuola un calendario di visite per valutare i progressi effettuati.

L’Ispettorato dell’educazione di ogni Comunità autonoma predispone un rapporto annuale (Memoria final) che viene sottoposto al Ministerio de Educación y Formación Profesional.

Un cenno alla valutazione interna

Per concludere la nostra breve analisi, è opportuno accennare che, anche in rapporto alla valutazione interna, si rilevano significative diversità.

In Portogallo la stessa è obbligatoria dal 2002, ma non esistono né norme né un quadro di riferimento comuni e le scuole sono libere di stabilire le proprie procedure e non devono allineare il proprio quadro di valutazione interna a quello esterno. Tuttavia, il quadro di riferimento utilizzato dai valutatori esterni contiene vari parametri incentrati sulla valutazione interna.

In Spagna valutazione esterna e interna risultano strettamente connesse, si integrano nello stesso processo di valutazione generale, perché è sulla base dei risultati riportati dalla scuola nelle valutazioni esterne e nelle “valutazioni diagnostiche” che procede l’autovalutazione. Inoltre, nella maggior parte delle CA, non c’è distinzione tra valutazione interna ed esterna: sia l’una sia l’altra rientrano nelle attività di routine della scuola stessa e delle autorità educative.


[1] Vedi Scuola7-310 del 28/11/2022.

[2] Pur considerando i dovuti riferimenti ai rapporti di Eurydice del 2015 e del 2016: Commissione Europea/EACEA/Eurydice, Assicurare la qualità dell’istruzione: politiche e approcci alla valutazione delle scuole in Europa. Rapporto Eurydice. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2015 (La valutazione delle scuole in Europa: politiche e approcci in alcuni paesi europei, 2016 – eurydice.indire.it –  https://eurydice.indire.it/wp-content/uploads/2016/06/Assicurare_qualit%C3%A0_istruzione_2015.pdf) la presente analisi si arricchisce di altri aspetti costitutivi più aggiornati: Country Profile – Portugal, 2018: https://www.sici-inspectorates.eu/Members/Inspection-Profiles; Country Profile – Spain, 2021: Ibidem.

[3] Vedi Plano de atividades Inspeção General da Educação e Ciência (IGEC), 2022, p. 28 – https://www.igec.mec.pt/upload/Instrumentos_Gestao/IGEC_PA_2022.pdf.

[4] Le CA in Spagna: Andalusia, Aragona, Asturie, Isole Baleari, Isole Canarie, Cantabria, Castiglia-La Mancha, Castiglia e León, Catalogna, Comunità Valenciana, Estremadura, Galizia, La Rioja, Comunità di Madrid, Regione di Murcia, Navarra, Paesi Baschi. Vi sono, inoltre, due città autonome: Ceuta e Melilla che sono situate nel Marocco.

[5] Ciascuna sezione si articola in 12 campi di analisi, a loro volta spiegati da una serie di indicatori e descrittori.