Il controllo del panico: la formazione per la prevenzione

La cronaca racconta…

Dopo la tragedia avvenuta tra venerdì 7 e sabato 8 dicembre in una discoteca di Corinaldo (Ancona), lunedì 10 due stupide bravate hanno creato panico in altrettante scuole di Pavia e del cremonese: i due episodi non hanno prodotto conseguenze gravi e lasciano pensare ad un assurdo spirito di emulazione.

Registro che lo stesso giorno alcuni quotidiani hanno riportato le regole che il capo della Polizia Franco Gabrielli segnalò, all’indomani del 3 giugno 2017 (quando i disordini in piazza a Torino tra gli spettatori della finale di calcio Juventus-Real Madrid provocarono un morto e oltre mille feriti), come indispensabili per garantire la sicurezza degli eventi pubblici: innanzitutto i locali devono avere i requisiti di sicurezza in relazione alle attività che vi si svolgono; poi occorre un piano di evacuazione con la presenza dei mezzi antincendio e con l’esatta indicazione delle vie di fuga, in modo da garantire la possibilità di allontanamento in forma ordinata; all’esterno dei locali va verificata la presenza di spazi di soccorso raggiungibili dai mezzi di assistenza. Una delle norme impone il cosiddetto «Piano di impiego» con «un adeguato numero di operatori, appositamente formati, con compiti di accoglienza, instradamento, regolamentazione dei flussi anche in caso di evacuazione, osservazioni e assistenza del pubblico». I gestori devono assicurare pure «un impianto di diffusione sonora e visiva, per preventivi e ripetuti avvisi e indicazioni al pubblico da parte degli organizzatori, sulle vie di fuga».

Ma sono preparati i cittadini (di oggi e di domani) ad affrontare correttamente le situazioni di emergenza (in ogni luogo affollato: supermercato, cinema, metropolitana)? Conoscono le elementari regole di comportamento? A chi compete insegnarle?

Chiari e antichi obblighi per le scuole

Il decreto 26 agosto 1992 ha dettato dettagliate “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”: Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il personale presente in caso di pericolo. Il sistema di allarme deve avere le caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando deve essere posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola.

Le “Norme di esercizio” contenute nel Decreto sono del tutto simili alle regole ricordate dal Capo della Polizia: A cura del titolare dell’attività dovrà essere predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti elettrici, dell’illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e controllo, delle aree a rischio specifico e dell’osservanza della limitazione dei carichi d’incendio nei vari ambienti dell’attività. Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte dell’autorità competente. Deve essere predisposto un piano di emergenza e devono essere fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell’anno scolastico. Le vie di uscita devono essere tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale. Le attrezzature e gli impianti di sicurezza devono essere controllati periodicamente in modo da assicurarne la costante efficienza.

Il titolare dell’attività deve provvedere affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza. Egli può avvalersi per tale compito di un responsabile della sicurezza, in relazione alla complessità e capienza della struttura scolastica.

Un preciso impegno formativo-educativo

Oggi il d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 prescrive l’obbligo per il dirigente scolastico di designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzioni incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza (art. 18); tali lavoratori devono ricevere una specifica e adeguata formazione e un aggiornamento periodico (art. 37, successivamente meglio specificato in apposito Accordo Stato-Regioni).

Le indicazioni normative non mancano, ed è possibile e doveroso operare per promuovere la cultura della sicurezza nell’ordinario svolgimento dell’attività didattica e con continuità (abbiamo tutti infatti esperienza di tante emergenze, scaricate sulla scuola dopo avvenimenti dolorosi… e dopo un po’ dimenticate!).

Allenarsi al controllo del panico

Nel percorso scolastico si incontrano due discipline, scienze ed educazione fisica, ben predisposte a trattare il tema del panico e di come superare la sensazione di asfissia, con le conseguenti paure di morire o di perdita del controllo. Si tratta di riflettere e di fare esperienza di una corretta respirazione; infatti se da piccoli la nostra respirazione viene effettuata con il diaframma in maniera assolutamente naturale, a mano a mano che cresciamo e diventiamo sempre più permeabili agli stress, tendiamo a maturare dei blocchi emotivi che incidono negativamente anche sul nostro modo di respirare, limitando alla parte superiore dei polmoni la nostra capacità respiratoria, con conseguente aumento dell’ansia e scarsa energia vitale.

Di fronte alle situazioni di emergenza

Si tratta dunque di essere tutti, studenti, insegnanti e non insegnanti, consapevoli e motivati nell’applicare le norme di comportamento da tenere in condizioni di emergenza, spesso inserite nel regolamento di Istituto; iniziamo col farne oggetto della “contrattazione educativa” con gli studenti all’inizio dell’anno, al fine di una presenza a scuola seria e responsabile!

Ciò è tanto facile a dirsi quanto difficile da realizzare: troppo spesso le esercitazioni di abbandono rapido dei locali sono considerate con leggerezza, una sorta di ricreazione aggiuntiva. Ogni classe dispone di almeno un adulto “appositamente formato” e in grado di “allenare” gli studenti a riflettere su quale sarebbe il loro comportamento in caso di vera emergenza; il ruolo degli adulti appositamente formati, con compiti di accoglienza, instradamento, regolamentazione dei flussi, è davvero cruciale sul lato dell’esemplarità, mancando la quale si vanificherebbe tutto quanto impiantato in ottemperanza ad una precisa normativa.

Le prove di abbandono rapido della scuola

Le due prove annuali, esperite per oltre 10 anni di scuola, possono far assumere una consuetudine a rispettare le regole e le indicazioni degli adulti, a consultare le insegne che indicano le uscite di emergenza (a scuola ma anche in ogni locale affollato) e ad allenarsi a controllare il proprio panico; nei tre minuti circa utilizzati per abbandonare con calma lo stabile e ritrovarsi in un “luogo sicuro” occorre far riflettere: come mi muoverò? Mi troverò nella situazione di essere calpestato o di calpestare qualcuno?