Maturità

La struttura del “nuovo” esame di stato al termine del secondo ciclo (D.lgs. 62/2017) è stata via via analizzata attraverso molti contributi su Scuola7. Ricordiamo anche la voce “Colloquio orale” che affronta le novità controverse di una prova orale che si vorrebbe pluridisciplinare. Si è parlato anche del rischio di sottovalutazione della disciplina “storia”, che sembra invece rinascere attraverso le diverse tipologie delle prove scritte (v. voce “Nuovi saperi”).

La configurazione del nuovo esame ha preso forma con una serie di atti normativi, dalla nota 3050 del 4-10-2018, con griglie e tipologie delle prime prove scritte al DM 769 del 26-11-2018 con i quadri di riferimento delle seconde prove (Tiriticco, 122). Il DM 37/2019 delinea le caratteristiche del colloquio orale e la predisposizione dei cosiddetti materiali preparatori (Cavadi, 121). Resta comunque centrale il documento del consiglio di classe (15 maggio) per delineare le caratteristiche del curricolo effettivamente realizzato dalla classe. Nella nuova situazione normativa il documento dovrà dar conto anche dell’insegnamento CLIL, delle attività di Cittadinanza e Costituzione, dei percorsi di alternanza (anzi, per le competenze trasversali e l’orientamento), superando l’interpretazione che ne vorrebbe ridotta l’importanza formativa. Il documento assume una funzione orientativa per i lavori della commissione d’esame nella predisposizione iniziale di “testi, documenti, esperienze, progetti e problemi” (Ciccone, 135).

Le novità dell’esame sono riassunte nella O.M. 11 maggio 2019, n. 2015, che riepiloga tutte le innovazioni della procedure (Delle Donne, 129). In definitiva il nuovo esame di stato si presenta come un mix di vecchio e nuovo, di pratiche già collaudate e di innovazioni da sperimentare, di indicazioni avveniristiche (come il carattere pluridisciplinare del colloquio) e di routine difficili da scalfire (Muraglia, 143). Con il rischio di tradire lo spirito della nuova “maturità”.