Valutazione (dei dirigenti)

La valutazione della dirigenza scolastica, nel corso del primo semestre 2019, ha subito una battuta d’arresto. Molti sono i fattori che hanno determinato questa italianissima “pausa di riflessione”, portando il MIUR e i sindacati di categoria a concordare un approccio molto soft (Accordo 4-3-2019) per la valutazione da realizzare al termine dell’a.s. 2018-19, ricondotta ad una più blanda dimensione sperimentale (Rispoli, 128).

Innanzi tutto, la riflessione critica sui primi due anni di valutazione ha messo in evidenza la faticosità delle procedure, sia sul versante del dirigente valutato (con la compilazione del controverso portfolio professionale), sia sul versante dei valutatori (con la manifesta carenza del corpo degli ispettori, surrogati dalla cooptazione di colleghi dirigenti scolastici, in pensione o in servizio). È scaturita la percezione di una grande operazione autoreferenziale (Contu, 124) che non garantiva l’imparzialità dei giudizi dei colleghi, senza assicurare quei “suggerimenti per il miglioramento” che avrebbero dovuto essere il focus della valutazione, secondo le previsioni della Direttiva 36/2016. È importante la presenza di colleghi dirigenti nei nuclei di valutazione, perché può assicurare una migliore conoscenza delle caratteristiche reali del lavoro del capo di istituto, fino a configurare una sorta di valutazione tra pari, che in molti casi ha ben funzionato (Turrisi, 136). È però mancata una dimensione riflessiva, che collegasse gli strumenti di valutazione alle concrete dinamiche del lavoro dirigenziale e al suo miglioramento.

Comunque, l’intera procedura dovrebbe essere ripensata a fondo, cercando di tenere in equilibrio la prospettiva “formativa” del miglioramento e la necessità di esprimere un giudizio sull’impatto dell’azione del dirigente sulla vita del proprio istituto (Contu, 121). Anche gli strumenti dovrebbero essere alleggeriti per mirare maggiormente alla conoscenza dei contesti reali di esercizio della funzione dirigenziale (non solo interviste, ma anche sopralluoghi, auditing, collegamenti con la valutazione esterna della scuola). La valutazione dei circa 2000 dirigenti in anno di prova potrebbe rappresentare una occasione per validare una procedura efficace e non burocratica di assessment, dando alla “dimensione del portfolio un significato più alto della semplice compilazione” (Rispoli, 130).