Università

Il D.lgs. 59/2017 chiama fortemente in causa l’Università nel nuovo modello di formazione dei docenti della scuola secondaria. Infatti è previsto un innovativo percorso triennale post-lauream (definito FIT) cui si accede per pubblico concorso, che immette i vincitori in un ciclo di formazione e tirocinio, da svolgere il primo anno presso l’università e poi direttamente nella scuola, ove il neo-docente assumerà progressivi compiti di insegnamento (anche ricevendo una retribuzione) con la guida di un tutor. Al termine del percorso triennale, in caso di giudizio positivo, il docente sarà confermato in ruolo (cfr. Calienno, 55). L’Università, dunque, dovrà modificare il suo tradizionale approccio accademico e dialogare in maniera strutturale con le scuole, condividendo la responsabilità di formare i futuri docenti. Al momento resta invariato il curricolo formativo (quinquennale a ciclo unico) per la preparazione dei futuri maestri di scuola dell’infanzia e primaria.

Un primo banco di prova della vocazione “pedagogica” delle università italiane sarà data dall’allestimento dei corsi formativi per l’acquisizione dei 24 crediti (24 CFU: nota Miur 29999 del 25-10-2017) propedeutici alla partecipazione ai concorsi per la specializzazione e l’accesso ai ruoli. Analogamente dovranno essere predisposti corsi (60 CFU) per acquisire la specializzazione per l’insegnamento negli asili nido (D.lgs. 65/2017).

In generale, la partecipazione delle università al sistema della formazione in servizio dei docenti è auspicata anche nel Piano triennale di formazione (DM 797/2016) e le iniziative promosse dagli Atenei risultano di per sé accreditate e riconosciute (Direttiva 170/2016), e inseribili nella piattaforma SOFIA (http://www.miur.gov.it/enti-accreditati/qualificati).