OCSE

Fare il punto sullo stato di salute della scuola, in Italia ma anche a livello internazionale, è un esercizio che impegna i ricercatori delle grandi agenzie internazionali (OCSE, UNESCO, Eurydice, ecc.) o i nostri istituti di ricerca (ISTAT, CENSIS), e ci fornisce sempre informazioni utili a capire che i problemi della scuola italiana accomunano tutti i sistemi scolastici del nostro pianeta. È in gioco il ruolo dell’istruzione nel garantire un futuro migliore alle nuove generazioni, per dotarle degli strumenti culturali per far fronte a sfide vecchie e nuove. In questa ottica è meritorio l’impegno dell’UNESCO nel tracciare una ideale Agenda 2030 per prefigurare le caratteristiche di uno sviluppo sostenibile, che non coinvolge solo le dimensioni ecologiche (energia, riscaldamento, rifiuti), ma soprattutto la qualità della vita delle persone, l’equità sociale, la coesione (cfr. Prontera, 56).

Si trova traccia di questi temi anche in alcune recenti scelte della politica scolastica, ad esempio nell’impegno contro la dispersione scolastica, che tocca vertici elevati anche se è in fase di miglioramento. Infatti siamo scesi in dieci anni dal 20,8% al 13,8%, ma i dati mordono diversamente al Sud (con percentuali elevate) e nei settori dell’istruzione tecnica e soprattutto professionale (cfr. Prontera, 67). I dati sull’insuccesso scolastico ricalcano da vicino le condizioni sociali, culturali ed economiche delle diverse regioni italiane, e ci parlano di una non risolta “questione meridionale” anche nel campo dell’istruzione (cfr. Prontera, 62). Si segnala anche una recrudescenza della povertà, che investe i bambini e si traduce in minori opportunità educative, come conferma l’annuale rapporto di Save The Children (Cfr. Atlante dell’infanzia a rischio, Lettera alla scuola, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2017).

Così nei confronti internazionali siamo ancora penalizzati come Paese, nei risultati scolastici e nei paradossi di bassi livelli di istruzione, ma anche nella scarsa attenzione al sistema educativo: le risorse finanziarie dedicate alla scuola non sono in linea con le medie europee, come pure i livelli retributivi degli insegnanti (cfr. Prontera, 60). Questioni su cui meditare a fondo, soprattutto nei momenti in cui i cittadini sono chiamati a scegliere chi li dovrà rappresentare e governare.