Test Invalsi

L’attuazione del D.lgs. 62/2017, relativo alla valutazione degli allievi, implica profonde modifiche nella struttura e nel valore delle prove Invalsi. Introdotte in termini generali e universalistici nel 2007 (legge 176), le prove si distendono ora lungo l’intero percorso scolastico degli allievi (2a primaria, 5a primaria, 3a secondaria di I grado, 2a secondaria di II grado, 5a secondaria di II grado). Non fanno più parte integrante degli esami di Stato al termine del primo e del secondo ciclo (ove non erano mai entrate), ma la loro effettuazione rappresenta una condizione sine qua non per l’ammissione agli esami (non è però richiesto un esito positivo).

In linea generale le prove standardizzate (comuni a livello nazionale) forniscono una conoscenza dettagliata dell’andamento degli apprendimenti degli allievi in alcuni ambiti disciplinari considerati fondamentali (lingua italiana, matematica e, ora, lingua inglese). Le prove, prevalentemente strutturate e a risposta chiusa, “sondano” alcune conoscenze e abilità previste dalle Indicazioni nazionali per i diversi livelli scolastici, fino a lambire il costrutto di competenza, cioè non sono strettamente riferibili a porzioni di programmi scolastici effettivamente svolti (cfr. Stornaiuolo, 62).

Un’ulteriore novità riguarda l’introduzione, a partire dall’a.s. 2017-18, di una prova strutturata in lingua inglese, a partire dalla classe 5a primaria e 3a secondaria di I grado, tesa ad accertare la comprensione e l’uso della lingua inglese. Le prove – per il primo ciclo – sono ancorate ai livelli A1 e A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue, e prevedono la somministrazione di prove di ascolto (di un breve brano in lingua) e di comprensione della lingua (cfr. Langè, 63). A partire dalla scuola secondaria di I grado le prove saranno computer based, e quindi comporteranno una semplificazione delle procedure e delle modalità di correzione.

Ma, forse, l’elemento più “dirompente” (e su cui si registrano prese di posizione non concordi) si riferisce al valore certificativo che le prove assumono, almeno in relazione alla conclusione dei cicli scolastici. Infatti i loro esiti saranno comunicati alle famiglie, unitamente alla “normale” certificazione delle competenze, sulla base di una descrizione di livelli (sei per italiano e matematica; quattro per lingua inglese). Le rubriche saranno preventivamente comunicate alle scuole, così come saranno fornite esemplificazioni di prove e istruzioni operative (cfr. Mazzoli, 67).

Si conferma, dunque, l’impegno dell’Invalsi a fornire dati utili per cogliere l’andamento complessivo degli apprendimenti degli allievi, in modo strutturale, periodico e comparabile, con la novità della “ricaduta certificativa”. Inoltre viene confermata l’azione dell’Invalsi per lo sviluppo del Sistema Nazionale di Valutazione delle scuole, anche attraverso la realizzazione di una seconda tornata di visite esterne alle istituzioni scolastiche, e la selezione e formazione dei “valutatori” che vanno a comporre i NEV (Nuclei Esterni di Valutazione) (cfr. Paglialunga, 71).