Zerosei

Il decreto legislativo 65 del 13-4-2017, relativo all’istituzione del sistema educativo integrato dalla nascita ai sei anni (il c.d. “zerosei”), è stato accolto in termini assai favorevoli dall’opinione pubblica, che vi ha percepito lo sforzo di dotare il nostro Paese di un sistema di servizi educativi e di scuole dell’infanzia di standard europeo e di qualità. Soprattutto il segmento 0-3 presenta vistose lacune in molte aree dell’Italia (il decreto prevede il raggiungimento di una copertura di posti del 33%, mentre oggi si è appena sopra al 20%). La scuola dell’infanzia ha invece superato la soglia del 95%, ma la sua qualità è assai difforme (il decreto ne prevede la “generalizzazione qualitativa”).

Aver delineato un progetto unitario per lo 0-6 offre uno scenario pedagogico di grande effetto evocativo (oggi lo troviamo presente in alcuni paesi europei e nelle migliori esperienze comunali italiane), ma deve poi misurarsi con la notevole diversità tra i servizi educativi per lo 0-3 (gli asili nido) e le strutture educative per il 3-6 (le scuole dell’infanzia).

Le strutture restano diverse, ma per esse vengono proposte una regia nazionale delle Stato (il Miur), una programmazione e una governance a livello territoriale (Regioni e Comuni), ferme restando le rispettive competenze (cfr. Ventura, 56). Il D.lgs. 65/2017 presenta una buona copertura finanziaria, e le risorse sono state ripartite tra le regioni sulla base di una intesa intercorsa nella Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie locali il 2-11-2017, che ha privilegiato le realtà ove sono già presenti i servizi educativi per l’infanzia (cfr. Lega, 65). Infatti il duplice obiettivo del decreto è quello di espandere i servizi là ove sono già funzionanti (prevalentemente nel centro-nord, ma con costi assai elevati) e crearli là ove sono assenti. Le scelte dovranno quindi essere concertate tra Stato e Regioni, in un apposito Piano di Azione Pluriennale (già approvato dalla Conferenza Unificata).

In questo scenario, che privilegia il segmento 0-3, si prospettano alcune novità che riguardano la costituzione di poli infanzia (0-6), sia come nuove strutture, sia come progettualità condivisa, ed il potenziamento delle sezioni “primavera” (per i bambini dai 24 ai 36 mesi). La scuola dell’infanzia statale viene confermata nella sua attuale configurazione e appartenenza al primo ciclo di istruzione, con le proprie Indicazioni per il curricolo (2012), ma viene sollecitata ad un più ampio intreccio con le strutture che la precedono, in termini di formazione del personale, coordinamento pedagogico, standard di funzionamento, nel rispetto della sua specifica identità. Il D.lgs. 65/2017 preannuncia l’estensione dell’organico di potenziamento anche alla scuola 3-6 anni, e questo potrebbe offrire nuove opportunità per il miglioramento della qualità (ad esempio tempi di compresenza adeguati, forme di coordinamento didattico, orari più flessibili). All’interno della legge di bilancio per il 2018 (Legge 205/2017) vengono previste risorse per l’espansione degli organici di diritto che possono realizzare queste ipotesi (cfr. Ventura, 66).