Prove concorso dirigenti

Dopo l’emanazione del Regolamento per lo svolgimento del concorso (DM 138 del 3-8-2017) e del Bando per la presentazione delle domande (Decr.Dir. 24-11-2017), il concorso per 2.425 posti di dirigente scolastico sembra rispettare la cadenza programmata. Sono state 35.044 le domande effettivamente presentate entro la scadenza del 29 dicembre 2017: un dato che appare leggermente inferiore alle attese. Una radiografia dei partecipanti è stata effettuata dal Miur in una sua nota: http://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-concorso-dirigenti-scolastici-35mila-domande-pervenute-49-anni-l-eta-media-dei-candidati. Forse l’immaginario “contrastivo” che in questi ultimi anni si è costruito attorno alla figura del dirigente scolastico, la percezione di un sovraccarico notevole di impegni e di responsabilità, la scoperta che il trattamento economico “reale” è assai distante da quello dei restanti dirigenti della Pubblica Amministrazione (ma la legge di bilancio 2018 sembra essere corsa ai ripari), sono tutti elementi che possono aver influito sulla propensione ad intraprendere un percorso concorsuale che si presenta comunque assai impegnativo. Dopo la soglia di sbarramento della prova pre-selettiva in forma di test (da cui usciranno gli 8.700 candidati ammessi al concorso vero e proprio), si svolgeranno le prove scritte ed orali per poter accedere al periodo di formazione-tirocinio (per 2.900 posti) ed infine a un’ulteriore prova finale (scritta e orale) che determinerà la griglia dei vincitori (cfr. Stancarone, 59).

Il programma delle prove è ormai a disposizione, e fa riferimento a nove contenuti tematici che rappresentano i diversi profili di competenze richiesti al futuro dirigente: si va dalle indispensabili conoscenze in materia giuridica, di ordinamenti e di funzionamento della scuola (in primis l’autonomia scolastica), alla padronanza delle teorie dell’organizzazione in cui collocare le funzioni di leadership e di management, alla capacità di destreggiarsi negli ambiti della progettazione e della valutazione di sistema, senza dimenticare anche questioni di natura pedagogica (gli ambienti di apprendimento, l’inclusione, le nuove tecnologie); sapendo che la funzione si esercita soprattutto nelle dinamiche relazionali, nella gestione delle risorse umane e nella valorizzazione delle professionalità (e non è solo questione di stato giuridico o di diritti-doveri del personale). La direzione che assumerà il concorso (destinato a rinnovare un terzo dei capi di istituto della scuole italiane di qui al 2020) sarà emblematica del ruolo che si intende attribuire alla dirigenza scolastica.

Intanto occorre affrontare con puntualità le diverse tipologie di prove, a partire dal testing che si presenta come la prova più insidiosa, anche se ormai conosciuta nei suoi meccanismi (cfr. Baldascino, 68), per poi affrontare la sfida dei quesiti brevi, di fronte ai quali viene richiesta una estrema capacità di sintesi e scrittura efficace; insomma quella competenza che fa bella mostra di sé anche nelle nuove prove d’esame della scuola secondaria di I grado, ma che in questo caso deve applicarsi a specifici contenuti professionali (cfr. Loiero, 70).