Opportunità (pari)

Il tema dell’equità rappresenta uno dei valori fondanti della nostra Carta Costituzionale (l’art. 3 impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena uguaglianza tra i cittadini) e costituisce un principio ispiratore per ogni sistema educativo. L’equità dei risultati (potremmo parlare del “valore aggiunto” apportato dalla scuola) è una delle priorità data al sistema nazionale di valutazione, mentre il loro miglioramento sta tra gli indicatori centrali del Rapporto di Autovalutazione (in particolare, la riduzione delle differenze tra le classi). Osservando i dati sulla “povertà educativa” nel nostro Paese (cfr. Prontera, 50) risulta che oltre il 10% dei minori vive in una condizione di povertà assoluta, che si combina con un livello non adeguato dell’offerta formativa (strutture scolastiche spesso obsolete, tempo scuola ridotto, assenza di servizi), e con un carente supporto famigliare. L’educazione permanente, in effetti, rappresenterebbe la strategia migliore per elevare le condizioni culturali di un’ampia fascia di popolazione italiana (cfr. Fornasari, 27), ma le novità introdotte nel nostro Paese, come i Centri provinciali per istruzione degli adulti (CPIA), sembrano non aver dato i frutti sperati (cfr. Prontera, 36). Va preso atto che molti finanziamenti speciali vengono orientati verso le aree a rischio (i Bandi PON ne sono una testimonianza), anche attraverso provvedimenti legislativi recenti (Decreto Legge 91/2017) e opportune curvature contrattuali: parliamo dei finanziamenti (art. 9 – CCNL) destinati alle scuole inserite in particolari aree disagiato o con forti fenomeni immigratori (cfr. Brescianini – Fabrizio, 47). Ma la dispersione (o meglio, l’insuccesso scolastico o i deboli livelli di istruzione) si contrasta non solo con misure strutturali, ma anche attraverso un radicale ripensamento dell’orientamento scolastico (cfr. Marostica, 40) che oggi, invece, finisce con il legittimare stereotipi consolidati nell’immaginario sociale (secondo cui la parte debole della popolazione scolastica viene orientata verso l’istruzione professionale). La presenza di sottili discriminazioni di genere (cfr. Mion, 31) conferma come la strada per rendere effettive le pari opportunità educative sia ancora lunga.