WEB (e cyberbullismo)

L’impressionante diffusione dei dispositivi tecnologici e la pervasiva presenza di connessioni in rete tra una pluralità di soggetti, tra cui anche i nostri ragazzi, ha determinato elevati livelli di allarmismo sociale ed educativo. Di fronte a “generazioni permanentemente connesse” è facile reclamare controlli, divieti, ritorni all’età dell’oro del libro e della penna. Occorre assumere un atteggiamento realistico, saper vedere le potenzialità dei nuovi mezzi digitali, ma garantire adeguati livelli di sicurezza soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. A tal fine sono numerose le iniziative a sfondo preventivo messe in atto per favorire una relazione consapevole con il web. Si ricordano ad esempio il safer internet day (cfr. Brescianini, 29), le iniziative di coinvolgimento dei ragazzi e dei genitori, la formazione dei docenti. A volte, episodi scabrosi diventano virali, proprio con il supporto dei social media: è il caso – ad esempio – della sfida autolesionista della“balena azzurra” (blue whale challenge) (cfr. Stornaiuolo, 46). Anche a seguito di tali allarmismi il Parlamento ho legiferato in materia di sicurezza negli accessi al digitale (cfr. Brescianini, 44), per contrastare una certa virulenza del cyberbullismo, spesso inconsapevolmente agito dai ragazzi. E’ per questo che il compito della scuola diventa fondamentale, nell’educare alla correttezza degli usi del digitale, mettendo in evidenza tutte le opportunità di crescita civile, sociale, imprenditoriale, connesse ad un rapporto intelligente con le nuove tecnologie (cfr. Brescianini, 36). “Nè apocalittici, nè integrati” potrebbe essere una saggia linea di condotta che le scuole dovrebbero adottare di fronte al pervasivo mondo del digitale, utilizzando appieno tutti gli strumenti disponibili (cfr. Brescianini, 39): dal Bando Pon sulla cittadinanza digitale alle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale, dalla formazione in servizio dei docenti (in cui il digitale rappresenta uno degli assi fondamentali) alle buone pratiche ormai presenti in molte regioni italiane (cfr. Emilia-Romagna).