RAV (rapporto di autovalutazione)

L’elaborazione e l’aggiornamento continuo del RAV (Rapporto di Autovalutazione) sono diventati uno dei processi che più impegnano la scuola e il Dirigente. Il RAV funge da baricentro di snodo per molti documenti strategici della scuola: c’è un rapporto evidente tra RAV e PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), per non parlare del PdM (Piano di Miglioramento) o delle scelte di bilancio e di uso delle risorse. In effetti, con il RAV ogni istituto può compiere un’analisi strutturata sul proprio funzionamento organizzativo e didattico, sulla base di informazioni autonomamente raccolte o fornite da soggetti esterni (Invalsi, MIUR, Istat), che possono essere trattate e comparate con benchmark di riferimento, per meglio cogliere il proprio posizionamento. Dunque si tratta di un approccio che invita alla riflessione e alla decisione sul miglioramento, sulla base di dati affidabili. Poiché tutte (o quasi) le informazioni vengono rese pubbliche, su apposite piattaforme e sui siti, potrebbe scattare il desiderio di “imbellettare” artatamente la propria immagine, ma l’operazione è assai rischiosa, come hanno dimostrato alcuni incidenti di percorso di questi mesi (Prosperi, 77). Spesso le scuole sottovalutano che gli utenti preferiscono informazioni sincere, autentiche, ben argomentate, semmai corredate di evidenze (dati) probanti (Cavadi, 78). Per questo il RAV presenta una sua centratura sugli esiti educativi conseguiti dagli allievi (risultati scolastici, prove Invalsi, competenze chiave, esiti a distanza), ed è scegliendo all’interno di queste priorità che ogni scuola deve individuare alcuni traguardi pluriennali di miglioramento, corredati di obiettivi operativi e fattibili (Davoli, 78). Dopo quattro anni di intensa sperimentazione, che hanno portato ad inserire nell’incarico del dirigente i traguardi prioritari selezionati nel RAV, è ora il tempo di fornire alcuni primi riscontri pubblici di quest’azione: il 2018-19 sarà l’anno della rendicontazione sociale, in modo da comunicare agli interlocutori l’evoluzione e i cambiamenti significativi intervenuti nella vita della scuola, sulla base dei dati raccolti. Questa rendicontazione potrebbe assumere le forme di un “Bilancio Sociale” (Stefanel, 98). Si vedrà allora se avremo impegnato le scuole in adempimenti formali o in percorsi di effettivo miglioramento. Anche la stesura del PTOF (da rinnovare entro l’ottobre 2018) si avvarrà di un tracciato-base digitalizzato, per consentire una più ordinata documentazione delle scelte delle scuole (Stancarone, 100).