Bullismo

Gli ultimi mesi dell’anno scolastico hanno visto rimbalzare sulle pagine dei mass-media, dei social network, numerosi episodi di “malascuola”, di gesti violenti o minacce di studenti nei confronti dei loro professori, di classici fatti di bullismo verso i compagni di scuola più fragili e indifesi, di un generale deterioramento dei rapporti educativi. Dalle offese si passa alle aggressioni, in un crescendo che sembra fuori controllo (Cavadi, 87). Ciò che più colpisce è a volte l’insano atteggiamento dei genitori (Tiriticco, 78), che non si trattengono dall’alzare le mani verso i professori dei loro figli, magari per una insufficienza che non si considera meritata. C’è chi invoca il ripristino di misure seccamente repressive, chi chiede tutela allo Stato, essendo pur sempre i docenti pubblici ufficiali (Olivieri, 93). Anche se questi episodi, spesso moltiplicati dall’uso virale e superficiale dei social, non rappresentano lo stato reale della normalità della nostra scuola, occorre interrogarsi a fondo sul sintomo che rivelano e sulle misure da adottare, ripristinando una maggiore comprensione delle regole che stanno alla base di una corretta convivenza civile (cfr. Genitori, cfr. Cittadinanza).